Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
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19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
un nuovo germoglio in mezzo alla città
Conclusione 50° CM in Portogallo
“E’
passato un anno da quando è iniziata la celebrazione dei 50 anni di presenza
della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore in Portogallo. Molte cose sono
successe a lungo di questa’anno... eventi che hanno impresso un nuovo ritmo e
un nuovo cammino e che hanno contribuito a fare memoria delle meraviglie del
Signore, nelle nostre vite, a livello personale, e di famiglia CM”.
Questo
paragrafo è parte del messaggio che la Presidente CM, Martina Cecini, ci ha
inviato, visto che non ha potuto essere presente come aveva programmato il
giorno 8 di ottobre, giorno in cui abbiamo concluso un anno di memoria e di
rendimento di grazia per i 50 anni di presenza CM in Portogallo.
Sempre
nello stesso messaggio letto all’inizio della celebrazione eucaristica
leggiamo: “Cinquant’anni fa per la CM è stata un’avventura radicarsi nella
citta’ di Porto. La casa di rua Miguel Bombarda rimane un segno importante
nella storia della CM. E’ stata la nostra Betania, un centro accogliente e
propulsore di vita e di vita in abbondanza. Quest’anno 2017, abbiamo dovuto
lasciarla, e predisporci a un cambiamento, a una rinnovamneto concreto,
all’apertura al nuovo. E’ stato qualcosa che abbiamo vissuto come una sfida e
che ha esigito una grande capacità per investire nel futuro e in un futuro che
ci sentiamo chiamate a accogliere come qualcosa che il Signore della vita
prepara per noi”.
La
celebrazione del giorno 8 ottobre ha voluto essere allo stesso tempo chiusura
di quest’anno giubilare e inaugurazione della nuova sede dell’Istituto, in Rua
Pedro Teixera, 102. E’ stato con noi D. António Augusto de Azevedo vescovo
ausiliare di Porto e responsabile in Diocesi per la Vita consacrata. Hanno
concelebrato con lui vari nostri fratelli dehoniani e pe. Agostinho Jardim, con
il quale molte di noi hanno lavorato durante anni nella parrocchia N.S. das
Vitorias nel centro di Porto. Erano presenti un centinaio di amici:
guardandoli, io che provengo da una cultura di telai artigianali, non ho potuto
fare a meno di pensare al lavoro delicato e minuzioso che richiede la tessitura
di un lavoro. Ognuno di loro era come un filo che intrecciato con altri
costituiva un tessuto bello e consistente, e come anche noi abbiamo contribuito
a metterli in relazione. La festa è stata anche un modo per collaudare la capacità
di accoglienza della nuova casa.
Nell’omelia
il vescovo D. António Augusto, si è riferito agli Istituti secolari, come a un nuovo germoglio nato nel secolo scorso,
nel frutteto della Chiesa, destinato a dare frutti per il bene della propria
Chiesa e del mondo. La novità di questo germoglio consisteva e consiste nella
sintesi tra secolarità e consacrazione: E’questo quello di più specifico che
gli istituti secolari possono dire al mondo, soprattutto in un epoca come la
nostra in cui la dimensione religiosa e la fedeltà alla storia sembrano
escludersi reciprocamente. Anche oggi continua ad essere fondamentale la
scoperta di una profonda sintesi esistente tra la vita concreta e l’adesione
alla fede, una scoperta che non è esclusivita dei consacrati secolari, ma che è
da loro particolarmente sentita. La CM è uno di questi nuovi germogli che il
Vescovo ha incitato a radicarsi nel
mezzo della città. Il luogo
della celebrazione è stato il cortile della nuova casa che ci ha giustamente
fatto sentire in mezzo alla città: circondati come eravamo da edifici, dove
alcuni vicini potevano assistere dalle loro finestre e balconi a quello che
stavamo vivendo e celebrando.
Quando
abbiamo delineato il programma per questo cinquantesimo, non era ancora
previsto chiaramente questo cambiamento di casa. Ma ora con uno sguardo
retrospettivo, posso dire che forse questo è stato il dono più grande di questo
anno celebrativo. Il Signore ci ha dato il coraggio e la forza per questa
impresa, che come direbbe santa Teresa d’Avila, per “povere donne” non è stata
una cosa di poco conto. Adesso, siamo qui, con la nostra stanchezza e le nostre
poche forze, a tentare di conoscere e di radicarci in questa parte di città, a
vivere l’esperienza di accogliere e di essere accolte, con la certezza che il
Regno di Dio non si costruisce solo con il nostro sforzo, ma con l’abbondanza
della sua grazia. E questa certezza apre il nostro cuore alla speranza, senza
appoggi e senza segni spettacolari.
il grande giorno
… il 6 gennaio 2018
In
questo articolo desidero condividere con voi come ho vissuto l’attesa e la
preparazione per entrare nel Biennio di Formazione della Compagnia Missionaria
del Sacro Cuore.
Quando presentai la domanda al Consiglio Centrale, già allora stavo
immaginandomi come sarebbe stato quel giorno,
ma mai avrei
pensato che si sarebbe celebrato nel giorno dell’Epifania, festa della manifestazione del Signore. Fu
una grande sorpresa sapere che la cerimonia sarebbe stata in quella data, ma
per me la “festa” era già iniziata quando avevo presentato la mia domanda.
Subito dopo averla consegnata, ho iniziato a pregare perché venisse accettata
e, dopo aver avuto risposta positiva, il mio pensiero era rivolto solo ad
immaginare il giorno del “fidanzamento”. Per questo motivo ho trascorso il
Natale in un modo molto speciale, davanti al presepio, con il cuore pieno di
gioia, pensando al vestito (doveva essere rosso o bianco), agli invitati (i
miei genitori e amici che, pur non potendo essere presenti per impegni di
lavoro, sapevo che erano altrettanto felici quanto me, anche se non potevano capire il passo che stavo per compiere…).
In dicembre succede che una delle missionarie
incaricate della mia formazione, Celestina Camacho, si ammala e viene
ricoverata in ospedale e l’altra, Maria da Conceição Teixeira Silva, ha una
sorella malata e pure lei sarebbe stata assente alla celebrazione. Allora mi
sono messa a pregare il Signore perché potessero essere presenti. Il 5 gennaio
la mia gioiosa responsabile della formazione, Maria Justina Gomes Carneiro,
arriva a Madeira. In quel momento ho pensato: “finalmente è già domani”. Allora
ho sistemato i capelli in una bella treccia e sono andata a dormire sognando il
giorno che stava per venire. Mi sono svegliata al mattino… era arrivato il 6
gennaio 2018… Mi sono preparata in velocità e sono andata a salutare le missionarie che
stavano facendo colazione nella nostra casa C.M. di Funchal. Il mio unico
ricordo è che, appena sono arrivata alla porta della cucina, ho iniziato a fare
salti di gioia e a battere le mani!
Quella
mattina avevamo il nostro ritiro, guidato da padre Roberto, Superiore della
comunità dehoniana, nel Collegio Missionario del Sacro Cuore. A mano a mano che
si stava avvicinando l’ora della cerimonia (ore 16), il tempo si è fermato…
Abbiamo fatto un’ora di adorazione ed io ero di momento in momento sempre piú
emozionata, avevo le mani di ghiaccio. Un proverbio portoghese recita: “Mani
fredde, cuore caldo, amore per sempre”. All’adorazione è seguita la celebrazione eucaristica dove io ho letto la
Prima lettura, tratta dal testo del profeta Isaia. Ad un certo punto diceva:
“Osserva intorno a te e guarda: tutti si sono riuniti e vengono all’incontro con
te” (Is. 49,18). Mentre leggevo queste parole abbozzai un lieve sorriso perché
stavano tutti qui, intorno a me, come diceva la lettura. Alzai gli occhi e vidi
che anche Celestina Camacho era arrivata. Avevo pensato che non avrebbe potuto
esserci perché stava ancora poco bene, per cui ho provato una grande
gioia. Dopo l’omelia, come prescrive il
cerimoniale C.M., Justina mi ha chiamata all’altare, per nome, ed io ho
risposto: “Eccomi!”. Mi ha domandato che cosa volessi dalla Compagnia
Missionaria e le ho detto: “Voglio continuare la mia formazione ed entrare nel
Biennio di Formazione della C.M.”. Come segno di accoglienza, ho ricevuto il
quadro del cuore trafitto di Gesù e ho dato un bacio al mio Amato Signore.
Finita la celebrazione un solo pensiero mi segue: “ il matrimonio non è solo il
giorno della festa…! Che Dio mi aiuti a compiere, anche se con qualche fragilità,
quanto ho appena promesso”. In conclusione è stato un giorno meraviglioso,
carico di emozioni, tutti avevano il sorriso sulle labbra, i nostri cuori erano
in festa. Penso che, per tutto il gruppo di Funchal e per Justina, si sia
trattato di un momento molto atteso, perché giá da qualche anno in Portogallo non c’era stata alcuna
ammissione al biennio di formazione. Io non so quali siano le loro attese su di
me, ma Gesù sa che voglio crescere nel Suo amore. Ho quattro alleati dalla mia
parte: la Madonna, lo Spirito Santo, Justina Carneiro e Teresa Freitas. So che
mi guideranno in questi due anni, che sono appena iniziati, nello stesso modo
in cui la stella ha guidato i tre Re Magi fino alla grotta del Bambino Gesù.
Un forte abbraccio, viviamo in
Dio, nel suo Amore, preghiamo le une per le altre e il Signore farà il resto.
50 anni di presenza cm in portogallo
Rendimento di grazie
Il 21 ottobre 2017 abbiamo celebrato i
50 anni della Compagnia Missionaria in Portogallo. I membri della Compagnia
Missionaria del Sacro Cuore e amici si sono riuniti nella celebrazione
eucaristica di ringraziamento, nella parrocchia di Nostra Signora del Soccorso,
alle 17,30, a Funchal, per c elebrare questo evento. Era il vespro della
Giornata Missionaria Mondiale: missionarie e familiares hanno preparato la chiesa
perché non fosse solo un momento di
ringraziamento, ma un modo di far conoscere il Nostro Istituto alla comunità.
La chiesa
era ornata con i fiori. Le nostre icone e la foto di p. Albino erano vicino
all’altare insieme con un vaso di fiori con cinque nastri corrispondenti a
ciascun continente. Alla porta di ingresso c’erano cartelloni che fanno
riferimento alla presenza della CM nel mondo e all’evento che stavamo
commemorando.
Durante la
celebrazione, nell’omelia, la missionaria Teresa Freitas e il familiaris João
Carlos Spinola sono stati invitati a dare la loro testimonianza. Hanno spiegato
come sentono l’essere missionaria e familiaris e della missione della CM nella
società.
Dopo la
comunione, il Padre Pascoal ha invitato missionarie e familiares ad avvicinarsi
all’altare e insieme abbiamo recitato la preghiera di ringraziamento per i 50
anni della CM in Portogallo e per i 60 anni della fondazione a Bologna
(Italia).
La
celebrazione è stata animata dal coro della parrocchia e infine è stato distribuito
un depliant divulgativo del nostro Istituto.
In
comunione
Missionarie e familiares di Madeira
Riandare con la memoria all’anno dedicato alla lode e all’azione di grazie
Confesso che in questo momento
non mi è facile fermarmi per rievocare tutto ciò che è successo nell’anno che
si è appena concluso, in cui abbiamo fatto memoria dei 50 anni di presenza CM
in Portogallo e di quanto ciò ha significato, e continua a significare per
noi. Gli impegni quotidiani ci
sollecitano ad andare avanti ed è necessaria una grande resistenza per fare
questa sosta e perché il nostro sguardo si volga indietro.
Ecco quanto fu
progettato
Devo dire
che noi abbiamo iniziato la programmazione di questo cinquantenario con un buon
margine di tempo. Nel mio dossier conservo una lettera inviata al gruppo
(datata 4 gennaio 2016) in cui scrivevo: “Siamo
all’inizio del nuovo anno, un anno segnato da molti eventi: il Giubileo della
Misericordia, la chiusura dell’anno dedicato alla Vita Consacrata, l’inizio del
50° anniversario della presenza della CM in Portogallo. Sono motivi che ci
invitano alla lode e alla gratitudine
verso Dio, ma che pure ci sollecitano all’approfondimento e all’impegno
personale e dell’Istituto. (...) Abbiamo segnato in agenda l’incontro
dell’equipe del 50° anniversario per il
giorno 7 marzo. In questa data vorremmo elaborare il programma nel modo più
completo possibile.” E, a dire il vero, per quanto dipendeva da noi, quasi
tutto fu deciso in quel primo incontro.
Avevamo
chiaro, fin dall’inizio, che non volevamo che fosse solo un anno di
celebrazioni, ma innanzitutto un anno di rendimento di grazie per la presenza
costante di Dio nella nostra vita e nella nostra storia, seminato di alcune azioni che ci portassero
ad un maggiore senso di appartenenza all’Istituto e ad un progetto più incisivo
di quanto ci era stato concesso di vivere fino ad oggi.
Per prima
cosa decidemmo le date di inizio e fine dell’anno da commemorare: dall’ 8 ottobre 2016 all’8 ottobre 2017. Senza il minimo dubbio, pensammo
anche che avrebbe dato un significato pregnante inaugurare l’anno nella
parrocchia di Nossa Senhora da Boavista, affida ai padri dehoniani; una realtà
molto legata all’origine della CM a Porto. E così è avvenuto. Oltre a date e
incontri c’era pure il desiderio di fare alcune pubblicazioni: la stampa di un
opuscolo di presentazione della Compagnia Missionaria, che doveva essere pronto
prima dell’apertura del 50° anniversario; la preparazione di un certo numero di
locandine per realizzare una specie di esposizione itinerante della CM e che,
di fatto, ci servirono nelle varie celebrazioni; un segnalibro destinato a
lasciare un piccolo ricordo a tutti i partecipanti all’una o all’altra
celebrazione. Anche se tra il dire e il fare ….c’è di mezzo il mare, riuscimmo
a concretizzare tutti questi piccoli sogni/progetti.
Oltre alle
due date di apertura e chiusura, altre si concretizzarono lungo il corso
dell’anno. Una delle prime fu quella del Corso di Formazione Permanente che
realizzammo a Porto dal 25 al 28
febbraio 2017. Il tema scelto era consono con quanto stavamo vivendo: Far memoria. La presenza di Luisa Chierici, che venne
a Porto alcuni giorni a condividere la sua esperienza di vita degli inizi della
CM in Portogallo, fu un momento molto importante per tutto il gruppo.
Proprio in
quella circostanza fummo ospiti della parrocchia di Nossa Senhora da Vitòria,
situata nel cuore della città di Porto e dove diverse generazioni di
missionarie avevano dato un apporto spirituale significativo. La celebrazione
dell’eucaristia domenicale, il pranzo che la parrocchia stessa ci offrì e
l’affetto che ci dimostrarono, fu importante per tutte: per quelle che vi
avevano lavorato e anche per quante non conoscevano direttamente questa realtà;
credo anche che non fu indifferente nemmeno per le persone che vi
parteciparono. Il tema dei giorni della formazione permise di conoscere meglio
tutta la CM e, come disse una di loro, “fare
della storia della CM la nostra storia”. Si sottolineò l’importanza di parlare del passato in tutta verità, di
ringraziare Dio per tutto, anche per le sofferenze. Contestualizzando la
nascita della CM, abbiamo visto un video sul Vaticano II e anche sul “Maggio
del ‘68”, accadimenti che ci hanno aiutato a meglio comprendere l’humus in cui
il nostro Istituto era nato e cresciuto. Il clima di famiglia, di amicizia, di
gioia e di comunione fu molto
positivo e ci permise di partire con un rinnovato ardore missionario.
All’inizio di febbraio, nei giorni 3, 4 e
5, fummo ad Almalaguês, il mio paese d’origine. Nella mia parrocchia furono
programmate: una veglia vocazionale, un’adorazione eucaristica, una
celebrazione eucaristica, cose molto semplici ma che ebbero lo scopo di riunire
il maggior numero possibile di amici, di conoscenti, di persone con cui ci
eravamo frequentate nel corso degli anni per dare lode e rendere grazie a Dio.
In maggio fummo a Sanfins, la parrocchia
di Gloria e di Justina. Celebrammo i 25 anni di consacrazione di Gloria e i 50
anni di presenza della CM in Portogallo realizzando un incontro con bambini e
adolescenti del catechismo, l’adorazione eucaristica, la partecipazione
all’Eucarestia domenicale, il pranzo con i parenti e gli amici di Gloria. Penso
che fu una presenza stile CM, semplice, simpatica, che lasciò una buona
impressione in tutti, anche nel parroco.
L’imprevedibile
che accade
Nella
nostra vita ci sono cose che noi programmiamo e che ci sforziamo di realizzare,
e sono importanti, e c’é l’imprevedibile che, all’occhio di un credente, può essere considerato un intervento gratuito
di Dio e del suo Spirito, nel tessuto molte volte ruvido e sbiadito della
nostra vita e della nostra storia. Voglio ricordare tre cose che mi parve
potessero entrare in questa classificazione: - in primo luogo il progetto di
vendere la nostra casa di Via R. Miguel Bombarda, nostra culla da 50 anni e di
conseguenza la ricerca di una casa nuova, che potesse servire alle esigenze di
tutto il gruppo; - il dono di una nuova vocazione che è germogliata nel gruppo
di Funchal e che abbiamo accolto come un prezioso dono di anniversario; -
l’arrivo di tre missionarie africane: due mozambicane e una della Guinea
Bissau, che trascorsero con noi la settimana importante degli esercizi
spirituali e alcuni giorni dell’estate. Senza togliere importanza a tutto
quanto fu programmato, penso che questi fatti siano stati quelli che considero
più importanti e che hanno avuto o avranno un peso maggiore e una maggior
fecondità nel nostro futuro.
Sulla casa
non spenderei molte parole; ne parlammo già altre volte. Ne fu una prova la
coesione del gruppo, inoltre fu una decisione maturata dopo una discussione
forte e sentita (noi siamo sempre state persone senza la paura di esporre il
proprio parere e di esprimere la propria sensibilità) e l’argomento era
veramente importante; ma trascorsi alcuni mesi dal trasferimento al nuovo
spazio della nostra presenza in questa “invitta” città, penso di poter affermare che il cambio
di casa fu una decisione saggia, la cui fecondità si vedrà ancor meglio in
futuro. La casa è spaziosa, molto luminosa e, se non ha il giardino, ha un
grande cortile ed un terrazzo dove possiamo accogliere i nostri parenti e amici
- ed eravamo più di 100 nel giorno della conclusione del 50º -, conclusione
avvenuta, come previsto, l’8 ottobre 2017 e nello spazio imprevisto
della nuova casa. Ho già raccontato di questo evento nell’ultimo numero di
“Vinculum” e perciò non mi dilungo oltre. Vorrei soltanto ricordare ciò che Dom Augusto de Azevedo, Vescovo
Ausiliare di Porto e responsabile diocesano per la vita consacrata, disse
nell’omelia della messa. Parlò degli Istituti Secolari come di un nuovo
germoglio nel frutteto della Chiesa, destinati a dare frutti per il bene della
Chiesa stessa e del mondo. La novità di
questo germoglio consisteva e tuttora consiste nella sintesi tra la secolarità e
la consacrazione. È questo ciò che di più specifico possono dire al mondo,
soprattutto in un’epoca come la nostra in cui la dimensione religiosa e la fedeltà alla storia sembrano
escludersi reciprocamente.
La CM è uno di questi nuovi germogli e il Vescovo ci ha spinte a mettere radici
nel cuore della città. Alcuni giorni
dopo una nostra vicina ci ha raccontato di aver ascoltato tutta l’omelia da una
finestra socchiusa e ciò che le era rimasto impresso furono ancora quelle
parole: un germoglio nuovo nel cuore
della città. Piaccia a Dio che lo diventiamo veramente.
Voglio
associare a questo 50º l’entrata di Teresa Ornelas nel nostro Istituto e
desideravo che lei si sentisse dono di Dio alla nostra Famiglia in questo
anniversario; ma mi sarebbe anche paciuto che la accogliessimo proprio come una
primizia in questo tempo di carestia di vocazioni e che esternassimo la nostra
gratitudine al Signore per lei.
Continueremo
a lavorare e a pregare per il dono di nuove vocazioni, ma non dimentichiamoci
di essere riconoscenti per quanto il
Signore ci ha giá dato e ci sta dando ancora. L’altro dono, pure abbastanza
inatteso, fu la venuta delle missionarie africane. Riflettendo su questa
esperienza, abbiamo espresso il desiderio che non fosse un evento sporadico, ma
che si trasformasse in inizio di un nuovo stile. Appena possibile, per un periodo più o meno lungo, che altre possano venire e
condividere con ni il dono della loro giovane etá. Abbiamo già espresso questo
desiderio al Consilio centrale, ora aspettiamo con fiducia il momento opportuno
per realizzarlo.
Ci saranno
forse altri doni, come ad esempio una maggior
reciprocità vissuta all’interno della Famiglia dehoniana, con i SCJ, frutto del 50º ? o
anche i passi fatti per una maggiore
conoscenza e stima reciproca? In un tempo favorevole? Non lo so, ma mi fa
piacere riconoscerlo ed essere riconoscente. Forse c’è altro da concretizzare;
avevamo sognato un maggiore coinvolgimento di giovani, un evento che fosse loro
interamente dedicato e che loro potessero vivere da protagonisti. Ma non fu
possibile realizzarlo. È ancora forte in noi il desiderio di continuare ad
avvicinarci al mondo dei giovani, provocate anche dalla realizzazione del
prossimo Sinodo che ha per tema: I
giovani, la fede e il discernimento vocazionale. È questo il filone dei
nostri incontri mensili, guidati da Padre Umberto Matins, dehoniano e esperto di pastorale giovanile. Un filone
che, ne sono certa, darà i suoi frutti.
Maria Lúcia Amado Correia
missione di offerta
Questo è il titolo che voglio dare alla mia condivisione
di “Cuidadora”...colei che si cura degli altri. Per otto anni, dopo che aveva
perso la capacità di camminare ed era immobile a letto, ho aiutato mio padre in ciò che ho potuto,
collaborando con i miei fratelli perchè tutti erano impegnati nelle loro
attività professionali. L’ho
“accompagnato” fino al giorno in cui il Signore lo ha chiamto a sé: era il 1°
febbraio 2017.
Intanto dal mese di ottobre del 2016, sto ogni giorno
accanto a mia madre, dandole tutto l’affetto e la tenerezza di cui ha bisogno e
che merita, perchè è totalmente dipendente. Io sono ormai in pensione, per
questo posso offrirle tutta la mia disponibilità.
Noi siamo 11
fratelli e tutti danno la loro collaborazione, il meglio che possono, facendo,
fin dall’inizio della malattia di mamma, i turni delle notti e i fine
settimana.
Sento che questa è una missione grande ed esigente,
soprattutto dopo che mamma è caduta, il 31 marzo 2016; da allora il suo
cervello è rimasto molto lesionato e non sempre ci capisce. Nei primi tempi dopo
la caduta si nutriva con il sondino, ma
ora già riesce a mangiare normalmente, anche se è necessario prepararle il
cibo, tenendo conto delle sue difficoltà di deglutire. Mia mamma è la dolcezza
in persona, molto serena ed ha un bel sorriso.
Come dicevo nel titolo, si tratta della mia missione
di offerta verso coloro che ci hanno dato la vita perchè, uniti a Gesù, possano
vivere una vita degna, con molto amore e tenerezza da parte di tutti i figli e
del resto della famiglia. Per questo la mia missione, dall’ottobre 2016 è aver
cura degli altri, amare e servire. Questa missione è esigente. Molte volte ho
difficoltà a vivere i momenti di preghiera come mi piacerebbe e dovrei, come
consacrata, ma cerco di conciliare nel
migliore dei modi la mia vita di azione con la contemplazione. Infatti non
riesco a partecipare all’Eucarestia ogni giorno, ma faccio della mia donazione
a mia madre la mia Eucaristia. Riesco a combinare l’impegno con l’esigenza di prendere parte ai momenti di
ritiro e di formazione, organizzati dal mio gruppo di appartenenza, durante i
quali vengo sostituita nel mio lavoro dai miei fratelli che si prendono cura
della mamma.
Sono felice di poter accompagnare mia madre in questi
ultimi tempi della sua vita, anche se non sappiamo quanto durerà. Sì, ho in me
una grande gioia di poter condividere i miei giorni con la mamma che mi ha dato
la vita e sempre si è preoccupata per la mia salute, se stavo bene, così come
si è preoccupata di tutti i miei fratelli. E’ stata una madre sempre presente.
In coscienza sento il dovere di prendermi cura di tutti, ma in particolare di
quelli che ci hanno dato la vita: devono essere “ONORATI, AMATI E ASSISTITI CON AMORE”, come dice papa
Francesco. Come famiglia siamo molto uniti, abbiamo dato quanto di meglio abbiamo
potuto e ora continuiamo la nostra missione con mamma. Questa è la mia
condivisione a collaborare all’Opera del Creatore, che ringrazio di tutto cuore
per i genitori che ci ha dato.
Con un
abbraccio grande a tutti e a ciascuno che riceve il nostro Vinculum...
Maria Amelia, missionaria del gruppo di Porto
verso orizzonti sconosciuti
Dio e’ meraviglioso
Non so come esprimere tutto ciò
che il Signore mi rivela giorno dopo giorno; posso solo renderGli grazie per
aver messo dentro di me questa volontà
di uscire, andare oltre e sognare, per seguire, ascoltare ed accettare
tutto quello che Lui vuole che io faccia.
Inizio a parlarvi del mio
vaggio con un versetto biblico: “Prendi il tuo lettuccio e va’ ” (Mc
2, 11). Oggi sento di essere mandata dal Signore ad uscire verso
orizzonti sconosciuti. Ho lasciato Invinha – Gurué diretta a Nampula il 29
maggio scorso, preoccupata perché lasciavo Mariolina da sola, a letto e con
febbre alta. Intanto il viaggio è andato bene e sono stata accolta con affetto
e simpatia dal gruppo di Nampula. Alcune settimane più tardi ho ripreso il mio
viaggio fino a Maputo, dove sono arrivata sana e salva. Il gruppo mi ha fatto
festa e mi ha subito inserito nel suo programma. Abbiamo partecipato al ritiro
mensile insieme agli Amici CM di Maputo in coincidenza con la festa del Sacro
Cuore molto cara alla C.M.. Come animatore è venuto il Rettore del Seminario
Filosofico di Matola-Maputo, Padre Tonito, grande amico delle missionarie, il
quale che ci ha parlato su “ la Compassione del Cuore di Gesù”.
Non ho premesso che questo
viaggio a tappe era la preparazione del mio primo viaggio in Portogallo, in
Europa. Per questo, quando è arrivato il momento di controllare il mio
biglietto aereo, mi sono trovata nella confusione, disperata per le difficoltà
che erano sorte per ottenere il Visto necessario. Per fortuna il Signore mi ha
aiutato e tutto si è risolto bene. Siamo partite, Julieta Mendes (di Maputo) ed
io, il 10 luglio da Maputo-Mozambico,
dirette a Porto-Portogallo. Lì all’aeroporto stava ad aspettarci, con un bel volto sorridente, Lúcia Correia,
responsabile del gruppo delle missionarie. Ci ha condotte direttamente a Rio
Tinto, al Seminario Dehoniano, dove il gruppo stava facendo l’incontro annuale
di preghiera e formazione. Anche qui l’accoglienza è stata cordiale e festosa.
C’era anche Nhamo, da poco consacrata, proveniente dalla Guinea-Bissau. Incontrarsi è per noi sempre
un momento di grande gioia, tanto che mi sembrava di essere a casa mia, in
Mozambico. Il giorno dopo, martedì, insieme alle altre missionarie siamo
entrate nel clima dell’ incontro, che era già iniziato il giorno prima. P.
Ricardo Freire, scj, ci ha parlato sul tema: La gioia del Vangelo, con alcuni sottotitoli: “La
Chiesa e l’Annuncio del Vangelo”, “Tentazioni
degli Agenti della Pastorale”.
Mi ha colpito la seconda parte
del suo lavoro, dove ha focalizzato la nostra attenzione su una tentazione
molto seria: la sensazione della sconfitta, che soffoca il fervore e l’audacia e che si riconosce dall’espressione
pessimistica, dalle facce accigliate; e che il rimedio è vedere questi sintomi
come una sfida, il deserto, mentre noi dobbiamo puntare la nostra attenzione
all’essenziale.
Concluso l’incontro, siamo
tornate alla casa di Porto con le missionarie di vita in famiglia, che hanno
passato lì la notte. Tre giorni dopo è venuta Serafina Ribeiro per farci l’incontro di formazione e per
scambiare con noi un po’ di notizie della C.M.. Abbiamo avuto l’occasione e la
gioia di incontrare anche Lisetta Licheri.
Questi giorni di convivenza ci
hanno offerto una buona opportunità per conoscere il gruppo di Porto e stare un
po’ insieme, arricchite dalla presenza e dalla formazione di Lùcia.
Grazie alla presenza di
missionarie della “prima ora”, abbiamo potuto entrare più in profondità nella
conoscenza della storia della CM: i suoi inizi, i momenti più significativi e
qualche episodio sulla vita del fondatore.
La storia va avanti, in fondo ora calpesto la terra lusitana.
Dalaina Armando
L’amore è la base della nostra vita
Dio è amore, per questo Gli rendo grazie per le meraviglie
operate nella mia vita. Sono
partita dalla Guinea-Bissau il 1° luglio u.s. e sono arrivata a Porto il giorno
dopo, cioè domenica. Sono stata accolta da Lùcia Correia, che mi ha manifestato
la sua gioia, facendomi sentire attesa e piena di fiducia. Non mi è stato
facile viaggiare sola per la prima volta, ciononostante ho fatto un ottimo
viaggio, senza problemi e in grazia di Dio. Quando siamo giunte a casa, tutto
era molto tranquillo. Più tardi sono arrivate Odete e Laura. Quanto sto vivendo ora in Portogallo è molto importante
per la mia crescita personale. Tutto è nuovo! Entro in contatto con una realtà ed una cultura molto diverse dalla mia.
Ma l’amore è presente in ogni cosa. Il vero tesoro è la gioia che illumina il
volto delle missionarie che sono passate per questa casa di Porto, via Miguel
Bombarda. Dal cuore mi sgorga una lode a Dio per tutto questo.
A dire il
vero, mi sono successe tante cose in questi giorni, che nemmeno riesco a
raccontare tutto: cose molto belle che solo Dio sa. Se Lui ci ha create per
amare, ebbene, capiamo che nel nostro quotidiano devono abbondare serenità,
gioia, speranza, che sgorgano da queta certezza profonda e fondamentale, cioè
che l’amore è alla base della nostra vita. Ho provato molta gioia anche per
aver incontrato le nostre sorelle mozambicane: Julieta e Dalaina. La fraternità
è un elemento positivo, fa crescere la comunione nella nostra famiglia.
L’incontro
di formazione e di preghiera tenuto dalla Compagnia Missionaria a Rio Tinto,
nel Seminario Padre Dehon, è stato un momento di incontro con Dio e anche con
noi stesse. Mi è piaciuto il tema trattato: “la
gioia dell’ Evangelo”, da cui si evince che il popolo di Dio ha bisogno di
essere guidato dal suo pastore, così come ci ha detto Padre Ricardo Freire,
dehoniano, che ha animato l’incontro. Tra le molte cose da lui dette, mi piace
condividere con voi un passaggio sulla missione: “in forza del battesimo ricevuto, ogni membro del popolo di Dio è
diventato discepolo missionario”.
Nhamo Francisco Abna
un seme che vuole crescere
Carissime missionarie sparse nei quattro angoli
del mondo, in questo breve scritto cerco di presentarmi a tutte voi come un
seme che vuole crescere e dare frutti nel Cuore di Gesù e con la benedizione di
Maria. Desidero anche condividere con voi alcuni momenti importanti della mia
preparazione all’ingresso nella CM e le prime impressioni dell’avvenimento in
se stesso.
Onestamente
devo dire che speravo che questa ammissione avvenisse molto prima perché avevo
detto il mio sì al Signore già da tempo, ma Dio sa bene quello che fa! Ho
riflettuto molto sulla mia decisione, ho avuto paura della “solitudine” che
implica la vita consacrata ed ho temuto di non essere accettata dal gruppo
delle missionarie di Funchal, come pure da parte della mia famiglia, ma ho
deciso di consegnare la documentazione inziale e poi vedere quali risultati
avrei ottenuto.
Trascorso un po’ di tempo, senza sperare né forzare
niente, ho ricevuto la notizia della mia ammissione. Un pomeriggio, dopo una
settimana di lavoro, ero rimasta nella sede della CM di Funchal per partecipare
ad un ritiro e, all’improvviso, Teresa Freitas (missionaria di cui ringrazio
l’appoggio e la comprensione nel mio cammino di discernimento) mi comunicò che
il gruppo aveva già dialogato riguardo alla mia richiesta e anche con Serafina.
Ma io ero talmente stanca per il lavoro in quel momento che mi aspettavo che mi
invitassero ad andare a casa perché, forse, non era quello il mio posto. La
conversazione proseguì e lei mi disse:” Abbiamo già parlato in gruppo e con
Serafina, vice-presidente CM e la risposta alla tua richiesta è positiva.
Quindi, dammi un abbraccio e sii “benvenuta!” Mio Dio! Sono rimasta senza
parole, non riuscivo a crederci… Quella notizia mi sembrava un sogno!
Il
5 novembre 2016 ho fatto il mio ingresso ufficiale nella CM di Funchal. E’
stato un giorno pieno di sorprese e con qualche nervosismo da parte mia, ma
tutto è stato molto bello: dalla riflessione offertaci da p. Roberto Viana che
mi ha fatto ricordare i primi “tocchi di Dio nella mia vita” alla meditazione
personale e all’emozione che ho provato vedendo che quel Dio che da sempre mi
aveva accompagnato ora mi guidava fino al suo Cuore. Infine, nell’atto della
mia ammissione, ascoltando le parole della responsabile, Maria da Paixão Andrade…ricordo che ha detto: “Il Cuore di Gesù
ti accolga e ti custodisca sempre…”. Durante il pranzo ho ricevuto telefonate
di tante missionarie per darmi il benvenuto. In quel momento il gruppo di
Funchal , che mi sembrava tanto piccolo, si era moltiplicato e sono rimasta con
la sensazione che questa nuova Famiglia fosse molto più grande di quanto
pensassi, perché non c’è solo Madeira ma il mondo intero! E, come se non
bastasse, ho ricevuto un messaggio anche dal Consiglio Centrale CM. E’ stato
davvero un giorno indimenticabile e molto emozionante!
Ringrazio
sinceramente per l’affetto che mi hanno dimostrato e mi auguro che tutte le
nostre aspirazioni di portare l’Amore di Gesù al mondo intero continuino a
manifestarsi nelle nostre famiglie, nel nostro lavoro, con i nostri amici e con
tutti coloro che incontriamo sul nostro cammino. Grazie per l’accoglienza. Ora
è il momento di porre mano alla massa, lavorare e lasciarsi plasmare dal
Signore.
Un forte abbraccio.