Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
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19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
servitori di cristo morto e risorto
Carissime/i,
eccomi
di nuovo a voi. Stiamo vivendo questi mesi di preparazione della nostra
Assemblea della Compagnia Missionaria che celebreremo insieme e che ci
coinvolge tutte. É un tempo di grazia, tempo di ascolto di ciò che lo Spirito ci suggerisce, tempo nel quale desideriamo
aprirci alle novità ed alle sorprese di Dio; tempo per guardare il presente ed
il futuro con i criteri del Vangelo.
Sentiamoci impegnate a
fare la nostra parte sia a livello personale che di gruppo mettendo in comune
ciò che siamo e ciò che ci sta a cuore per il bene della nostra famiglia.
Chiedo a tutte/i una preghiera più intensa perché il Signore guidi le nostre
scelte con la luce dello Spirito Santo.
Un
tempo prezioso ci è dato per preparare la prossima Pasqua che celebriamo
quest’anno il 21 aprile. Ci piace
collegarla al 21 aprile 2014 e ricordare il 5° anniversario del passaggio alla vita piena nella casa del
Padre, di p. Albino Elegante, fondatore della CM. A questo proposito mi è parso
provvidenziale, ritrovare una sua riflessione dell’aprile 1980 alle
missionarie. Ne propongo una parte che ritengo significativa.
… “Questo
atto “ricreativo” avviene mediante la
morte di Cristo per amore. E’ talmente sconvolgente questa rinascita
dell’umanità alla grandezza di Dio, che ci vuole la morte e la risurrezione
dello stesso Figlio di Dio per realizzarla”…
Difatti
anche dopo il battesimo noi
rimaniamo fragili, pur avendo la possibilità e la grazia di vivere una vita
nuova. Siamo sotto il peso della
fragilità “storica”, sotto il condizionamento della “carne”…
Nasce in noi
la spontaneità della risposta, spontaneità che non è superficiale, di
occasione, condotta dalla improvvisazione e dalla emotività … Si concretizza,
prevalentemente e con entusiasmo in quelle espressioni di donazione e di
servizio che già costituiscono l’intelaiatura del proprio essere nella Chiesa,
la “strada maestra” del proprio andare verso Dio e i fratelli …
Ø Si tratta di trascinare
nel proprio impegno tutto se stessi: con la propria posizione spirituale,
ecclesiale, sociale, familiare, di lavoro ...
Ø Si tratta di accettarsi,
volersi bene, valorizzarsi nell’amore, accettare i propri limiti, i propri
difetti, il proprio temperamento, la propria salute, i propri tempi …
Ø Si tratta di arrivare a
modificare le nostre abitudini nel vedere, nel considerare, nel valutare … le
persone e le realtà che ci circondano. Tutto è da Dio. Lo sono anche i miei
fratelli e le mie sorelle. Anche loro sono stati redenti con il sangue di
Cristo con la sua morte e risurrezione. E sono attualmente anche loro amati da
Dio.
E Dio come
vuole me salvo e santo, vuole salvi e santi pure loro.
Quanto
diventa bella la mia vita e come si apre alla gioia, quando nella pazienza e
nella speranza cerco di farmi servitore di Cristo morto e risorto!”.
Trovo molto attuali queste parole ripensando anche
al suo modo di essere con noi. Interpella la nostra vita di relazione con Dio e
tra di noi e ci chiede di ritornare “al primo amore” a ciò che è essenziale per
seguire il Signore e vivere rinnovate dalla Sua Parola nel nostro cammino
quotidiano.
Sono una chiamata di Dio a
lasciarci affascinare dalla bellezza delle meraviglie del Signore Risorto, per
vivere nella gioia e nella festa perché Lui è la nostra Pasqua.
Auguro a tutte e
a tutti
una buona e bella
Pasqua
In comunione.
Martina
tempo di ascolto
Carissime/i,
ho pensato di iniziare questa lettera
con una introduzione che ci interpella e ci chiama ad aprire il cuore.
“Chiediamo
anche noi la grazia di un cuore docile all’ascolto. Vorrei dire ai giovani, a nome di tutti noi adulti: scusateci se spesso
non vi abbiamo dato ascolto; se, anziché aprirvi il cuore, vi abbiamo riempito
le orecchie. Come Chiesa di Gesù desideriamo metterci in vostro ascolto con
amore, certi di due cose: che la vostra vita è preziosa per Dio, perché Dio è
giovane e ama i giovani; e che la vostra vita è preziosa anche per noi, anzi
necessaria per andare avanti” (Omelia conclusiva Sinodo Giovani – 28-10-18 Papa
Francesco).
Siamo coinvolte/i in questo nuovo
atteggiamento di ascolto non solo dei giovani ma anche di tutte le persone che
ci circondano. Ci sentiamo in cammino e riconosciamo che abbiamo bisogno di
aprirci ad un ascolto più attento e disponibile all’altro/a.
Riconosciamo che la riflessione
ecclesiale in atto ci porta ad una conversione sempre più attenta e ci consegna
una modalità da vivere con un atteggiamento aperto al confronto sincero con la
Parola: “Infatti la parola di Dio è viva,
efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al
punto di divisione dell'anima e dello spirito, fino alle giunture e alle
midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che
possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui
al quale noi dobbiamo rendere conto” (Eb 4,12-13). Non solo: ci chiede anche un serio
confronto con gli altri e le altre in un clima di apertura creativa. Questo non è facile nel concreto
delle nostre relazioni ma ci sentiamo chiamate a realizzare il Vangelo
dell’ascolto per cogliere ciò che il Signore, nella sua misericordia, ci
concede di sperimentare di bene, di bello e di buono.
Penso che ciascuna ed in tutti i gruppi CM si stia riflettendo e portando avanti il
dialogo sul lavoro in preparazione alla nostra Assemblea 2019. Un lavoro che ci
impegna prima di tutto a livello personale per poi convergere e confrontare nel
gruppo quanto lo Spirito ci suggerisce per il bene della nostra famiglia, della
chiesa e del mondo. Chiedo questo impegno a ciascuna perché ognuna di noi è
portatrice di qualcosa di importante per il bene della CM.
Questo ultimo numero di Vinculum vi giunge
tra il mese di ottobre dedicato alla missionarietà e l’approssimarsi dell’Avvento
e del Natale. Camminare nella fede ci chiede, di essere dinamiche e flessibili,
per cogliere le nuove sfide e le nuove possibilità, che la vita e la Parola di
ogni giorno ci indicano attraverso un serio discernimento delle nostre scelte
personali e di CM.
Colgo l’occasione per augurarvi di
vivere il prossimo tempo di Avvento in
atteggiamento di ascolto. Maria è
diventata la Madre di Dio perché ha vissuto il suo “si” con l’ apertura
continua ai passaggi di Dio nella sua vita.
Con questa disponibilità del cuore che sa
cogliere ogni occasione di bene e sa valorizzare ogni incontro e soprattutto
l’incontro con Colui che viene nel mistero di Gesù piccolo e povero, vivo in
mezzo a noi e nelle nostre persone sempre bisognose di Lui e dell’amore comprensivo
degli altri/e
Mi affido alle vostre preghiere
per la mia prossima visita in Guinea
Bissau. Che il Signore mi e ci doni di ascoltare con il cuore sempre.
In
comunione.
Martina
dono prezioso
Il mio cuore si commuove dentro di me, il
mio intimo freme di compassione …”
(Osea 11,8)
Carissimi e carissime, la frase
che ho scelto per ricordare la prossima Solennità del Sacratissimo Cuore di
Gesù credo sia in sintonia con il
desiderio dirimanere nel Signore per vivere i sentimenti del Cuore di Dio.
Anche noi ci sentiamo continuamente interpellate e stimolate a vivere secondo
il Suo Cuore. Abbiamo da poco iniziato la nostra
preparazione alla IX Assemblea Generale Ordinaria che avrà luogo a Bologna in
luglio 2019 e che ci coinvolge tutte e tutti per “vivere comunione e missione
con cuore accogliente e misericordioso”. Siamo chiamate a vivere e ad essere
comunione. Le relazioni nei nostri gruppi CM e non solo sono improntate ad
atteggiamenti di accoglienza reciproca e
di “benevolenza e misericordia” ma, nello stesso tempo, dalla fatica di trovare
e sciogliere il “nodo” che ci paralizza e che non ci lascia la libertà di fare
il primo passo; ci fa sentire impotenti nel riconoscere le nostre differenze
come un dono ed una ricchezza da stimolare e valorizzare. Siamo chiamate ad
aprire le mani per accogliere il dono
prezioso della comunione che ci è offerto dall’Alto.
Ho lasciato che il mio cuore esprimesse
alcuni sentimenti che lo abitano … non sempre sappiamo come affrontare, in modo costruttivo le nostre reciproche libertà
e responsabilità. Il Pane e la Parola ci aiutano e sostengono il nostro cammino e nutrono
la speranza che, nonostante tutto, possiamo sempre ricominciare fiduciosi a
credere nella “benevolenza e misericordia” che viene da Lui e che rende possibile la fantasia dello Spirito in
noi. “Tu
sei infatti la vera luce dei cuori: tu illumini il cuore dell’uomo nel quale ti
proponi di operare, conducendolo alla conoscenza del bene supremo ed eterno …
Scendi dunque in me, Spirito Santo, perché colui al quale doni la tua luce non
camminerà nella tenebra ma avrà la luce della vita, e per mezzo di essa
comprenderà e conoscerà come comportarsi nel suo intimo e nei riguardi degli
altri, davanti a Dio …” (La perla evangelica – Anonimo del XVI secolo) Sto leggendo e meditando, durante
l’adorazione, l’Esortazione Apostolica “Gaudete et exultate” assieme alle
lettere di P. Albino in “Gettare tutto nelle fondamenta”. Fa molto bene
riflettere sugli scritti di P. Albino che, fin d’allora insisteva sul tema della santità, della misericordia e
della fiducia illimitata in Dio e nel suo amore. Papa Francesco ci dice: “Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente … . Pensiamo,
come ci suggerisce santa Teresa Benedetta della Croce, che mediante molti di
loro si costruisce la vera storia: «Nella notte più oscura sorgono i più grandi
profeti e i santi. Tuttavia, la corrente vivificante della vita mistica rimane
invisibile. Sicuramente gli avvenimenti decisivi della storia del mondo sono
stati essenzialmente influenzati da anime sulle quali nulla viene detto nei
libri di storia. E quali siano le anime che dobbiamo ringraziare per gli
avvenimenti decisivi della nostra vita personale, è qualcosa che sapremo
soltanto nel giorno in cui tutto ciò che è nascosto sarà svelato». (cf. N. 7 e 8 Gaudete et exultate) …E più avanti dello stesso testo ci viene
detto: “Essere poveri nel cuore, questo è
santità” (70). “Reagire con umile mitezza, questo è santità. Saper piangere con
gli altri, questo è santità” (74). “Cercare la giustizia con fame e sete, questo
è santità” (79). “ Guardare e agire
con misericordia, questo è santità” (82). “ Seminare pace intorno a noi è
santità” (89). “Accettare ogni giorno la via del Vangelo nonostante ci procuri
problemi, questo è santità” (94). “La misericordia è il cuore pulsante del
Vangelo”(97). “Chi desidera veramente dare gloria a Dio con la propria vita,
chi veramente anela a santificarsi
perché la sua esistenza glorifichi il Santo, è chiamato a tormentarsi,
spendersi e stancarsi cercando di vivere le opere di misericordia” (107). Tra i vari ambiti di questo sessennio
abbiamo scelto la famiglia, l’educazione, le periferie esistenziali ed anche i giovani. Senz’altro molte di noi
hanno profuso energie su questo versante. Ci pare interessante anche la
riflessione, l’approfondimento e le iniziative che vengono portate avanti dal
gruppo di Porto in relazione a questo ambito e che ci stimola a fare un lavoro d’insieme come gruppi e come
coordinamenti. Sarebbe interessante far emergere in Vinculum questo aspetto
vissuto nei vari contesti dove siamo. Come
sappiamo, in ottobre 2018 si realizzerà il Sinodo dei Vescovi con il tema “I giovani, la fede ed il discernimento
vocazionale”, questo avvenimento è un appello a tutte/i noi per aprire
maggiormente le porte e le finestre ai nostri giovani, per conoscerli di più e
meglio, per accoglierli. Quest’anno, dal 23 al 30 luglio, a Porto in
Portogallo, abbiamo programmato l’incontro
di tutte le formatrici CM che ci permetterà di confrontarci insieme sulle
varie realtà formative che viviamo per continuare a sostenerci ed a stimolarci
in questo servizio prezioso. Desidero esprimere la mia gratitudine
perché camminiamo insieme in questa famiglia dove accogliamo doni, limiti e
povertà che il Signore trasformerà in fecondità e in Vita Eterna. Sempre unite nel Signore.
Martina
nella gioia del signore
Carissime/i,
mi pare bello in occasione del 60° CM
invitare ciascuna missionaria e ciascun familiares a dare grazie a Dio per la Sua presenza in mezzo a noi e con noi e
per quanto continua a operare nelle nostre vite e nella Compagnia Missionaria
del Sacro Cuore nel suo insieme.
Oltre la festa celebrata a Bologna il
27 dicembre 2017 si sono organizzate e se ne organizzeranno altre localmente
nei vari gruppi CM sparsi per il mondo.
Ma un 60° si vive anche riconoscendo
umilmente le nostre infedeltà, peccati e le nostre povertà e limiti nel
rispondere all’amore di Dio ed alla sua misericordia. Per questo propongo in
questa quaresima 2018 che facciamo un serio discernimento su un punto che per
noi è fondamentale:
LA COMUNIONE
Quanto
e come viviamo il perdono reciproco e la riconciliazione? Il nostro Statuto al n. 73 dice: “Costruiremo
la comunione solo se unite a Cristo e alla fonte inesauribile del suo cuore. Da
qui scaturiscono le espressioni concrete della vita di comunione che sono:
ascolto, accoglienza, comprensione, perdono, dialogo, corresponsabilità nei
confronti di tutti gli uomini, ma in particolare di coloro con cui si svolge il
nostro rapporto quotidiano”. E il RdV al
n. 72 dice: “perdere tutto piuttosto che perdere la carità”, secondo la consegna del nostro Fondatore.
Credo che se confidiamo nella
misericordia del Signore ed agiamo secondo il Suo Spirito troveremo la capacità
di “fare il primo passo” per un incontro autentico con Dio, tra di noi e con
gli altri e giungeremo alla Pasqua con un cuore riconciliato e pacificato.
E’ questo il mio augurio: una Pasqua
nella quale incarniamo il dono più prezioso, “la
comunione”. Apriamoci e sosteniamoci a vicenda in questo cammino.
Ripropongo il
mio messaggio per la festa del 60° a Bologna:
Nella gioia del Signore
che sempre rinnova e dona vita
Prima di tutto un grazie di cuore per la
vostra presenza in questa festa del nostro
60° di fondazione. Sì, la Compagnia Missionaria del Sacro cuore è nata e
si è sviluppata da qui.
“La
Compagnia Missionaria del Sacro Cuore è stata fondata il 25 di dicembre 1957 a
Bologna da Padre Albino Elegante scj. Egli ha ricevuto la grazia e la missione
di arricchire la Chiesa di un Istituto Secolare che si ispira al carisma
evangelico di P. Dehon. Per noi missionarie la spiritualità d'amore e di
oblazione (Ebr.10,5-9), che scaturisce da tale carisma, caratterizza la nostra
consacrazione secolare e la nostra missione nel mondo” (dal n. 1 del nostro Rdv).
Con P. Albino e tra di noi si è vissuta
l’esperienza di una crescita condivisa nel pensiero e nelle attuazioni concrete
dove il Signore ci ha seminato. Un Istituto secolare che desiderava e desidera
essere presente nel mondo come fermento di vita evangelica nella quotidianità e
nella comunione ecclesiale per l’avvento del Regno di Dio.
E questa casa che chiamiamo delle origini o
anche “centro” è stata importante per la crescita di tutta la nostra famiglia
che nel tempo si è allargata; ha preso la sua forma originale dove l’aspetto
missionario nelle sue varie forme si è consolidato.
Il logo del
nostro 60° include una frase
che può essere
la sintesi della nostra testimonianza “Vivere comunione e missione con cuore accogliente e misericordioso
“. Una
sintesi
che abbraccia il nostro passato ed il nostro futuro. Le nostre radici ed i
frutti che ancora aspettano di maturare sull’albero della nostra famiglia,
la Compagnia Missionaria del Sacro
Cuore.
Una delle caratteristiche che ci
contraddistinguono è la presenza in vari continenti oltre
l’Europa: Africa, America Latina, e Asia. Presenze significative anche se molto
piccole che desiderano vivere la gioia del Vangelo in ogni ambiente e nella
concretezza della fede in comunione con la Famiglia Dehoniana.
Sappiamo come l’Europa sia in questo momento provata dalla mancanza
di vocazioni alla vita consacrata. Ci ritroviamo con un numero crescente di
membri che vivono la fragilità dell’anzianità
ma che accolgono vigilanti e con cuore appassionato, con speranza una fecondità donataci dalla
provvidenza.
Oggi abbiamo voluto avere presenti qui le
giovani consacrate di altri paesi, alcune del Mozambico e della Guinea Bissau ed altre dell’Argentina e del Cile, perché il volto
della Compagnia Missionaria fosse più completo e perché potessimo vivere
insieme questo evento nella gioia del Signore che sempre rinnova e ci dona vita
e vita in abbondanza.
Ecco allora l’augurio perché possiamo
vivere questa festa come dono e come gratitudine per quelli che hanno servito
generosamente con il loro sacrificio e
la loro offerta (e qui ci sono alcune
delle prime: Bianca, Irene … ) e ci siamo tutte noi a dire insieme il nostro
grazie.
Gratitudine per P. Albino Elegante e tutte
coloro che ci hanno preceduto nel Regno dei Cieli e che,
con noi nella comunione dei santi, ci sostengono
nell’oggi della storia. Un grazie al Cuore di Cristo fonte di amore totale e
gratuito e a Maria nostra madre, guida e custode di cui sentiamo la presenza
costante e benefica.
Un
grazie a tutti/e voi che ci rallegrate con la vostra presenza e condividete con
noi questa giornata.
Bologna,
27 dicembre 2017
Martina
Cecini
Presidente
vivere comunione e missione con cuore accogliente e misericordioso
Carissime/i,
desidero iniziare questa lettera con la
frase riportata sopra che raccoglie in sé un programma per “NOI CM” che ci
apprestiamo a celebrare il nostro 60° di fondazione. Per me e per noi può
essere uno stimolo a riflettere sulla nostra vocazione ed a lasciarci interrogare
per vivere con cuore grato il nostro cammino dentro l’oggi.
P. Albino nella sua riflessione che
viene riportata in questo numero di Vinculum dice: “Per ringraziare di essere stati scelti e amati, occorre l’acutezza di occhi nuovi che penetrino
l’insondabile profondità di Dio.”
Mi piace ricordare qui la mia visita all’Indonesia e al
Mozambico dove, con le missionarie abbiamo preso in mano le riflessioni sullo
Statuto di P. Albino del 1972 e dalle quali è scaturita un approfondimento su
due punti cardine del nostro impegno: COMUNIONE E MISSIONE declinati tenendo conto della nostra spiritualità che
ha al centro il “Cuore di Cristo” e tenendo conto delle continue sollecitazioni
che ci vengono proposte da Papa Francesco sia nella Evangelii Gaudium che in
tutto il suo magistero sui temi dell’ACCOGLIENZA e della MISERICORDIA.
Vivere il 60° allora vuol dire
celebrare le meraviglie compiute dal Signore nel passato e riconoscere la sua
azione nel presente lasciandoci invadere “oggi” dalla Sua benevolenza e dalla
sua novità di vita.
L’incontro delle neoconsacrate
provenienti dall’America Latina e dall’Africa e con Rosy dall’Italia ora nel
periodo del Biennio, ci sollecita ad avere uno sguardo globale sulla nostra
famiglia con questa fisionomia specifica voluta dal Signore che ci ha portate,
non per caso ma per la sua grande misericordia, ad essere presenti in vari
paesi donandoci la ricchezza dell’incontro con varie culture e vari popoli.
Certo sia in Italia che in Portogallo
ci troviamo a vivere una stagione difficile che ci mette alla prova nella fede
e nella speranza. La recente morte di Antonietta e di Marta hanno lasciato un
senso di smarrimento per alcune che vivono il tempo dell’anzianità con
apprensione. In verità, come ci ha detto
Papa Francesco nella sua visita a Bologna: “Il Signore ci visita tante volte con la
scarsità dei mezzi: scarsità dei mezzi, scarsità di vocazioni, scarsità di
possibilità… con una vera povertà, non solo la povertà del voto, ma anche la
povertà reale. E la mancanza di vocazioni è una povertà ben reale! In queste
situazioni è importante parlare con il Signore: perché le cose sono così? cosa
succede nel mio istituto? perché le cose finiscono così? perché manca quella
fecondità? perché i giovani non si sentono entusiasti, non sentono l’entusiasmo
per il mio carisma, per il carisma del mio istituto? perché l’istituto ha perso
la capacità di convocare, di chiamare?” … Si
solo la preghiera e la fiducia nella
fedeltà di Dio e quegli occhi nuovi di cui ci parla P. Albino sapranno davvero
scorgere in ogni richiesta del Signore la possibilità di dire “eccomi –
grazie”. Si perché nascoste nelle pieghe
della vita si intravedono le insondabili profondità di Dio. Accanto alle
esigenze della vita scorgiamo il suo misterioso disegno se sapremo avere occhi
e cuore aperti a riconoscere la Sua Presenza nel quotidiano.
E’ questo che auguro a me stessa ed a
voi, un cuore aperto e generoso, accogliente e misericordioso come il “Cuore di
Cristo”. Il frutto del 60° allora sarà una nuova stagione nella quale
accoglieremo con gratitudine quanto il Signore preparerà per noi e con noi
operando, come nel passato, meraviglie nella nostra vita.
In comunione.
Martina
un cuore di carne
Jan van Eyck, Agnello mistico, sec XV
“E mi mostrò poi un fiume d’acqua viva, limpido come
cristallo,
che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della
città e, da una parte e dall’altra del fiume, si trova un albero di vita che dà
frutti dodici volte l’anno, portando frutti ogni mese; le foglie dell’albero
servono a guarire le nazioni”
(Ap. 22, 1-2)
.
Carissime/i,
ci ritroviamo di nuovo per vivere
insieme, pur se ognuno/a nel suo luogo di missione, la Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù
fonte di acqua viva, di vita e di grazia per ciascuna/o di noi.
E’ un nuovo invito che ci viene rivolto
perché accogliamo e scegliamo percorsi e cammini di vita nell’“oggi di Dio” che
ci è dato di vivere.
“Ma se camminiamo nella luce, come Egli è nella luce,
siamo in comunione gli uni con gli altri,
e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni
peccato”
(1Gv 1,7)
Davvero dobbiamo ringraziare il Signore che ci dona vita e vita in
abbondanza qualora ci lasciamo guidare dal Suo Spirito e viviamo i nostri
giorni dentro il mistero del suo amore e della sua tenerezza, che cambiano il
nostro cuore di pietra in un cuore di carne. Ed un cuore di carne è un cuore
che vive la comunione.
Suggerisco, a questo proposito, prendendo dagli scritti di P. Albino,
quanto segue:
“Le condizioni per “fare comunione”:
1) Umiltà
sul piano umano e sul piano cristiano: è la condizione assoluta, voluta da Dio,
per suscitare ovunque, negli uomini e in Dio stesso la compiacenza, la
benevolenza, l’aiuto, il dono di ogni interesse per “fare comunione”. E, nella
“comunione”, per arrivare ad ogni bene.
2) Fare atti di
“comunione”, farne molti, proprio molti, per quanto ordinari ed insignificanti.
Farli con il cuore, nella piena sincerità, con la più grande magnanimità.
3) Se ci capitasse
di mancare alla “comunione” con chi ci sta d’attorno e, più largamente con i
fratelli,
… facciamo entrare con decisa umiltà l’accusa
delle nostre mancanze contro la “comunione”: una parola amara, un giudizio
azzardato, un pettegolezzo, un aiuto o anche solo un sorriso mancato. Poi,
purificati dalla nostra colpa, potremo “ritornare a presentare la nostra
offerta” ( Mt. 5, 24 ).
E un altro aspetto per accogliere cammini di vita nuova è il servizio come ci suggerisce Papa
Francesco: “Siate gioiosi, mai tristi. Gioiosi. Con la
gioia del servizio di Cristo, anche in mezzo alle sofferenze, alle
incomprensioni, ai propri peccati”. … La Chiesa sia in piedi e in
cammino, in ascolto delle inquietudini della gente e sempre nella gioia. “Ma
per evangelizzare, 'alzati e va'. Non dice: 'Rimani seduta, tranquilla, a casa
tua': no! La Chiesa sempre per essere fedele al Signore deve essere in piedi e
in cammino: 'Alzati e va'.
Una
Chiesa che non si alza, che non è in cammino, si ammala … finisce
chiusa con tanti traumi psicologici e spirituali, “chiusa nel piccolo mondo
delle chiacchiere, delle cose… chiusa, senza orizzonti”. “Alzati e va’, in
piedi e in cammino. Così deve agire la Chiesa nell’evangelizzazione”… .
Ai neo sacerdoti
ma, anche a noi tutti ed in particolare a noi, missionarie e familiares dice: “Tra i compiti del sacerdote uno “forse
noioso, anche doloroso” è “quello di andare a trovare gli ammalati”: “Fatelo, voi. Sì, sta bene che vadano i fedeli
laici, i diaconi, ma non lasciate di toccare la carne di Cristo sofferente
negli ammalati: questo santifica voi, vi avvicina al Cristo” (cfr News.Va).
Siamo chiamate ad
aprire la porta del nostro cuore e della nostra interiorità per unificare la
nostra persona: “Lasciarsi
istruire, riconoscere i movimenti dello Spirito in noi, … aderirvi, fa parte della vita del cuore profondo. E’
nel cuore che si comprendono le cose del regno, che si impara come integrare la
vita dello Spirito nella propria umanità. … aprire la propria terra interiore
nella sua totalità alla presenza del Cristo, alla vita dello Spirito (Ap.
3,20), è molto unificante, una circolazione viva, un soffio che parte dal cuore
e si espande nella psiche e nel corpo.” (Simone Pacot, Torna alla vita, pp. 253-254, ed. Queriniana)
Il mio augurio è che
viviamo sempre più convinte il dono di Dio che abbiamo nelle nostre mani e che
il Signore ci ha elargito abbondantemente dal Suo Cuore Trafitto perché
possiamo continuare a stimolarci ed a sostenerci a vicenda con una vita
generosa e piena di opere buone.
In
comunione.
Martina