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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
Compagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia Missionaria
Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
  • 09 / 08 / 2024
    Agosto 2024
    Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico.... Continua
  • 09 / 08 / 2024
    Agosto de 2024
    Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique.... Continua
  • 09 / 08 / 2024
    Agosto de 2024
    Edvige Terenghi, administradora central, visita los grupos en Mozambique... Continua
  • 09 / 08 / 2024
    19 ottobre 2024
    Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online... Continua
comunione e missione
 
Comunione e missione Carissime/i, riprendiamo la comunicazione in questo nuovo anno 2017 dopo un tempo in cui ho avuto il dono di sostare per due mesi in Mozambico – dono e sfida. Una realtà che ci interpella per la vitalità CM ma anche per le fragilità di alcune che, nonostante l’età e la salute continuano ad offrire un servizio generoso al popolo ed alla formazione delle giovani. “Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno vegeti e rigogliosi, per annunziare quanto è retto il Signore …” (cfr Salmo 91). Una realtà che non tocca solo il Mozambico ma un buon numero di noi chiamate a continuare con gioia e speranza il proprio servizio, nella prova e nella fragilità, ovunque il Signore ci ha chiamate per servire il Suo Regno. La comunione e la missione sono come due realtà che si intrec- ciano. Sono sta-te al centro delle nostre ri-flessioni e della nostra forma-zione perma- nente in Mozambico. Riprendendo in mano le riflessioni sullo Statuto che P. Albino aveva proposto negli anni ’70 e che sono risultate molto attuali per ciascuna di noi, propongo alla vostra riflessione quanto segue. “Ricordiamo la nostra vocazione missionaria. Essa importa una particolare investitura della missione profetica di Cristo. Ma la credibilità della verità e dell’amore del padre egli non l’ha affidata all’intelligenza della nostra parola o alla capacità della nostra organizzazione. L’ha affidata solo ed integralmente alla nostra disponibilità a “fare comunione”. “ Che essi siano una cosa sola come noi siamo uno … affinché il mondo riconosca che tu mi hai mandato e hai amato loro come hai amato me”. Mi piace proporre questo tema per tutti i membri della CM perché sono essenziali per noi oggi e per la nostra testimonianza evangelica. Riprendo qui il discorso di Papa Francesco ai consacrati (28.1.17): “Se la vita consacrata vuole mantenere la sua missione profetica e il suo fascino, continuando ad essere scuola di fedeltà per i vicini e per i lontani (cfr Ef 2,17), deve mantenere la freschezza e la novità della centralità di Gesù, l’attrattiva della spiritualità e la forza della missione, mostrare la bellezza della sequela di Cristo e irradiare speranza e gioia. Speranza e gioia. Questo ci fa vedere come va una comunità, cosa c’è dentro. C’è speranza, c’è gioia? Un aspetto che si dovrà curare in modo particolare è la vita fraterna in comunità. Essa va alimentata dalla preghiera comunitaria, dalla lettura orante della Parola, dalla partecipazione attiva ai sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione, dal dialogo fraterno e dalla comunicazione sincera tra i suoi membri, dalla correzione fraterna, dalla misericordia verso il fratello o la sorella che pecca, dalla condivisione delle responsabilità. Tutto questo accompagnato da una eloquente e gioiosa testimonianza di vita semplice accanto ai poveri e da una missione che privilegi le periferie esistenziali. Dal rinnovamento della vita fraterna in comunità dipende molto il risultato della pastorale vocazionale, il poter dire «venite e vedrete» (cfr Gv 1,39) e la perseveranza dei fratelli e delle sorelle giovani e meno giovani”. Un nuovo tempo liturgico si avvicina, la Quaresima e la Pasqua del Signore. Tempo da vivere con uno sguardo di fede dove si intrecciano giorni faticosi con tempi più gioiosi e dove continuiamo a seminare nella nostra vita di ogni giorno tanti gesti di accoglienza, di attenzione le une per le altre, di verifica delle scelte che operiamo: sono scelte ti vita, di resurrezione? La lotta interiore che ciascuna di noi vive ci chiede di discernere in ogni momento se accogliamo la voce dello Spirito che ci guida alla verità tutta intera, alla vita, oppure ci siamo fermate davanti ad ostacoli che ci parevano e ci sembrano insormontabili. La grazia di Dio, la sua continua benevolenza e misericordia ci chiamano a rinnovarci ed a percorrere cammini di vita nuova sia personalmente che come famiglia CM. La Parola di Dio di ogni giorno ci aiuti a scegliere il bene e la vita sempre. E’ l’augurio che rivolgo a ciascuno/a di voi ed a me stessa perché il Signore ci doni di camminare nei suoi sentieri e di compiere la sua volontà. In comunione Martina
pace a voi
 
“Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama”     Lc 2,14 Carissime/i, pace a ciascuno/a di voi, pace ad ogni Paese e popolo dove il Signore ci ha seminate, pace a questo mondo travagliato che nutre la speranza più bella che è quella della venuta di Colui che ci porta la pace. Una pace “non come la dà il mondo” ma una pace da costruire con la Sua Grazia e con la nostra libertà, creatività e responsabilità. Mi piace citare qui il fervido invito alla pace di Paolo VI nel suo pellegrinaggio in Terra Santa del 1963: “Nel momento di lasciare Betlem, questo luogo di purezza e di calma dove nacque venti secoli or sono Colui che preghiamo come il Principe della pace, sentiamo il dovere imperioso di rinnovare ai Capi di Stato e a tutti coloro che hanno la responsabilità dei popoli, il Nostro pressante appello a favore della Pace nel mondo. … Che essi collaborino ancor più efficacemente per l’instaurazione della pace nella verità, nella giustizia, nella libertà e nell’amore fraterno …”. (X. TOSCANI ( a cura), Paolo VI Una biografia – Ed Studium, Roma, p. 376) Come possiamo lavorare instancabilmente anche noi per la pace? Quanti testimoni attorno a noi ci stimolano con il loro esempio a lavorare alacremente per offrire questo dono al mondo assetato di riconciliazione e di perdono. Una pace che parte dal nostro cuore, dai nostri gruppi e si comunica con la nostra testimonianza di comunione. Con Luisa Chierici abbiamo partecipato, in ottobre, all’incontro del CIIS a Roma ed in quella occasione, con altri membri degli IS e con tanta gente, siamo state presenti, in nome di tutta la CM, alla beatificazione di Paolo VI. Un momento veramente significativo che ci conferma nella nostra vocazione tanto amata da questo Papa. Il periodo dell’Avvento ci stimola a rinnovarci ed a convertirci per preparare i sentieri del Signore come la Parola di questo periodo ci suggerisce. “Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio -. … Una voce grida: “Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. … (cf. Is 40,1-5) L’Anno della Vita Consacrata è un’altra occasione preziosa che ci è offerta per rinnovare la nostra consacrazione e per accogliere tutti gli stimoli che ci vengono donati in abbondanza da varie parti. Come possiamo viverlo al meglio personalmente e nei nostri gruppi? Anche le nostre assemblee nazionali CM che si sono svolte, e si svolgeranno in tempi diversi, a seconda della programmazione di ogni Nazione dove siamo presenti; hanno un ruolo importante per il nostro cammino di comunione, di crescita e di corresponsabilità. Dagli echi e dalle relazioni che ci stanno giungendo, cogliamo “quanto è bello che le sorelle si ritrovino insieme” e possano condividere scelte e iniziative che diano nuovo vigore a ciascuna ed a tutte. E’, per certi versi, una sperimentazione importante perché ciascuna si senta sempre più coinvolta e capace di dare il proprio contributo originale alla crescita della CM. Comunione e creatività personale possono coniugarsi bene quando sappiamo tenere conto dell’insieme e rispettare le capacità ed i doni che ciascuna porta con sé. Amare ed accogliere reciprocamente le nostre ricchezze e, nel contempo portare con magnanimità e realismo le nostre fragilità senza ansie e paure eccessive. Gesù ci dice: “Ad ogni giorno basta la sua pena”. Se invece vogliamo già vivere la pena che ci sarà chiesta fra qualche anno sarà difficile portarne il peso adesso. La saggezza ci chiede di accogliere l’oggi con amore e pazienza come del resto fanno tante persone intorno a noi, provate come e più di noi. L’essere consacrate al Signore non ci esime anzi chiede quell’amore che impariamo continuamente da Colui che ci ha chiamate e ci vuole alla sua sequela. Auguro a me stessa e a tutti/e voi un Natale riccoi di fiducia e di abbandono nelle mani provvidenti e previdenti di Dio e sotto la protezione della Vergine Maria. Martina A Maria Aurora di Salvezza Maria, tu sei l'annuncio Maria, tu il preludio, Maria, tu l'aurora, Maria, tu la vigilia, Maria, tu la preparazione immediata, che corona e mette termine al secolare svolgimento del piano divino della redenzione; tu il traguardo della profezia, tu la chiave d'intelligenza dei misteriosi messaggi messianici, tu il punto d'arrivo del pensiero di Dio, «termine fisso d'eterno consiglio », come Dante si esprime. La tua apparizione, o Maria, nella storia del mondo è come l'accensione d'una luce in un ambiente oscuro; una luce del mattino, ancora pallida e indiretta, ma soavissima, ma bellissima; la luce del mondo, Cristo, sta per arrivare; il destino felice dell'umanità, la sua possibile salvezza, è ormai sicuro. Tu, o Maria, lo porti con te. (Paolo VI - 8 settembre 1965, festa della natività di Maria Santissima) 
fiume d'acqua viva
 
Festa S. Cuore 2016 “E mi mostrò un fiume d’acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dall’Agnello”. (Ap. 22,1) Carissime/i, prima di tutto un saluto affettuoso da parte mia e di tutto il Consiglio con il quale si è deciso di inviare questa lettera , assieme a “comunicazioni” di maggio 2016. Ci pare bene suggerire a tutti i membri CM (cfr Lettera Programmatica 2013-2019 p. 21) di ritornare a dare rilievo a questa festa molto cara a tutte noi, con la preghiera e con gesti creativi e concreti di solidarietà, tenendo conto dell’anno speciale che stiamo vivendo: il giubileo della misericordia. Vorrei anche ricordare in questa occasione il 50° di fondazione dei Familiares (1966-2016) che si realizzerà il 5 giugno 2016 a Genova ed in collegamento skype con tutti i gruppi dei Familiares dei vari paesi dove la CM è presente. Ringraziamo il Cuore di Cristo per questa bella intuizione di P. Albino Elegante. Dai suoi scritti a questo ramo della nostra famiglia, stralciamo una riflessione che ci può aiutare a realizzare la nostra vocazione: …“Il familiaris deve splendere della sua autenticità. In mezzo ai fratelli e alle sorelle egli deve essere un testimone di Dio, testimone di quanto è particolarmente specifico dell’essere di Dio: la sua bontà, la sua misericordia, il suo ottimismo, la sua fedeltà, la sua speranza … In una parola: il suo amore senza limiti e distinzioni. Una fontana che dà acqua a tutti e inesauribilmente.” … (cfr Vinculum n. 1 – 2016 p. 6-7) Quest’anno ricorre anche il 50° delle missioni popolari o dell’evangelizzazione itinerante che può essere occasione di gratitudine al Cuore di Cristo sorgente inesauribile di nuova vita. Lasciamoci inondare da quest’acqua viva che ci chiede di rinnovarci per cogliere le sfide del tempo presente anche in questo aspetto della nostra missione. Ho letto la lettera del P. Generale scj per questa festa del Sacro Cuore e ne raccomando vivamente la lettura ad ogni membro della CM. Sono in piena sintonia con quanto scrive e quanto suggerisce a tutti i membri della Famiglia Dehoniana della quale facciamo parte. Per tutte/i noi può essere bello ritornare al n. 2 del nostro Statuto dove si parla di stile della nostra donazione e ad una delle componenti essenziali del nostro essere CM: la “contemplazione che si ispira all’esempio di Maria per aderire sempre più alla persona di Cristo, al mistero del suo Cuore ed annunciare il suo amore”. Credo che tutto questo va realizzato nel quotidiano della nostra vita cercando di vivere quei gesti concreti che ci rendono capaci di dono e di perdono reciproco; quel dono e perdono senza limiti che riceviamo dall’amore pieno di misericordia del Suo Cuore; quello che zampilla abbondante e ci dona incessantemente vita nuova. Sarà questo fiume d’acqua viva che continuerà a sostenerci ogni giorno e ci farà capaci di vivere nuove sfide insieme. In comunione. Bologna, 3 giugno 2016 Martina
cammino e riposo
 
“Gli apostoli si riunirono intorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’ ”. (Mc 6, 30-31a) Carissimi/e, eccomi di nuovo a voi con l’augurio per un tempo di riposo (almeno per chi vive in Europa ed in Guinea Bissau), dato che i mesi che ci aspettano sono classicamente di vacanze. Per gli altri Paesi dove la CM è presente (Argentina, Cile, Mozambico e Indonesia) invece le vacanze sono verso fine inizio dell’anno ma tutte/i in qualche modo siamo chiamati/e a riposarci nel Signore. Nelle parole di Gesù sentiamo tutta l’attenzione e la tenerezza di una relazione che dà spazio all’incontro, all’ascolto e al dialogo. Egli invita ciascuno/a di noi a vivere i suoi stessi sentimenti ed il suo modo di tessere le relazioni con gli altri/e. “Venite a me , voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”. (Mt 11,28-30) Questa estate vivremo la nostra Consulta delle Responsabili di gruppo e vorremmo proprio che fosse un incontro ricco di umanità, di relazioni autentiche che partono dalla relazione con Gesù nostro maestro e Signore. Desideriamo camminare con Lui e riposarci in Lui e chiediamo per questo il dono dello Spirito che ci sospinge e ci chiede di percorrere “passi nuovi”. “Camminare è una delle parole che preferisco quando penso al cristiano e alla Chiesa … Penso che questa sia veramente l’esperienza più bella che viviamo: far parte di un popolo in cammino, in cammino nella storia, insieme con il suo Signore, che cammina in mezzo a noi”! (Papa Francesco) E’ l’esperienza del giubileo della misericordia che stiamo vivendo, l’esperienza di un incontro più profondo con il Signore che ci fa accogliere continuamente il suo perdono, la sua vicinanza e ci invita a vivere a nostra volta il perdono e la vicinanza con coloro che sbagliano e vogliono riprendersi, ricominciare. Continuiamo a sentirci unite nel desiderio di crescere nell’essere misericordiose come Lui seguendolo anche nei momenti difficili e della prova in comunione le une con le altre. Maria nostra madre, guida e custode ci sostenga e ci benedica. Martina PROFONDITA’ DELLA MISERICORDIA “Aiutami, Signore, fa’ che i miei occhi siano misericordiosi, in modo che io non nutra mai sospetti e non giudichi nulla sulla base di apparenze esteriori, ma sappia scorgere ciò che c’è di bello nell’anima del mio prossimo e gli sia di aiuto. Aiutami a far sì che il mio udito sia misericordioso, che mi chini sulle necessità del mio prossimo, che le mie orecchie non siano indifferenti ai dolori e ai gemiti del mio prossimo. Aiutami, Signore, a far sì che la mia lingua sia misericordiosa e non parli mai sfavorevolmente del prossimo, ma abbia per ognuno una parola di conforto e di perdono. Aiutami, Signore a far sì che le mie mani siano misericordiose e piene di buone azioni, in modo che io sappia fare unicamente del bene al prossimo e prenda su di me i lavori più pesanti e più penosi. Aiutami, Signore, a far sì che i miei piedi siano misericordiosi, i n modo che io accorra sempre in aiuto del prossimo, vincendo la mia indolenza e la mia stanchezza. Il mio vero riposo sta nella disponibilità verso il prossimo. Aiutami, Signore, a far sì che il mio cuore sia misericordioso, in modo che partecipi a tutte le sofferenze del prossimo. A nessuno rifiuterò il mio cuore. Mi comporterò sinceramente anche con coloro di cui so che abuseranno della mia bontà, mentre io mi rifugerò nel misericordiosissimo Cuore di Gesù. Non parlerò delle mie sofferenze. Alberghi in me la tua misericordia, o mio Signore. Tu stesso mi comandi di esercitarmi in tre gradi della misericordia. Primo: nell’azione misericordiosa di ogni specie. Secondo: nel parlare con misericordia; quel che non riesco a fare con le azioni, devo farlo con le parole. Terzo: nel pregare; qualora non possa comportarmi con misericordia né agendo, né parlando, lo posso sempre fare pregando. Estenderò la mia preghiera fino a raggiungere anche i luoghi in cui non posso essere fisicamente presente. O Gesù mio, trasformami in te stesso poiché tu puoi fare tutto”. Faustina Kowalska
uscire con cuore aperto
 
Carissimi/e, riprendiamo la nostra comunicazione dopo la pausa estiva e proiettate verso il mese di ottobre – mese missionario. Per noi è molto importante ricordare quello che ci dice Papa Francesco nel suo messaggio per la giornata missionaria mondiale 2014: “Non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione! Vi invito ad immergervi nella gioia del Vangelo, ed alimentare un amore in grado di illuminare la vostra vocazione e missione. Vi esorto a fare memoria, come in un pellegrinaggio interiore, del “primo amore” con cui il Signore Gesù Cristo ha riscaldato il cuore di ciascuno, non per un sentimento di nostalgia, ma per perseverare nella gioia. Il discepolo del Signore persevera nella gioia quando sta con Lui, quando fa la sua volontà, quando condivide la fede, la speranza e la carità evangelica”. Come Compagnia Missionaria ci è propria questa missione evangelizzatrice che ci richiama continuamente ad “uscire” per condividere con cuore aperto le tante situazioni di sofferenza e di fatica che vediamo intorno a noi, vicino e lontano. Siamo solidali con le tante minoranze dell’Iraq che soffrono indicibilmente in queste settimane, con tuti coloro che subiscono tante sofferenze causate dalle guerre e dalle malattie (es. Ebola), che a volte ci sgomentano … "Se in un'epoca come questa non si crolla per la tristezza, o non ci si indurisce e si diviene cinici, o non si tende alla rassegnazione - e tutto questo per proteggere se stessi - allora si diventa sempre più teneri e dolci, e sciolti, comprensivi e affettuosi" (Etty Hillesum a Julius Spier, luglio 1942) La nostra missionarietà si misura in modo molto immediato anche con le sofferenze e fatiche di “casa nostra”. Sono molte le situazioni che ci chiamano a “portare i pesi le une delle altre” sia singolarmente che come gruppi CM, anche mettendo in atto una generosità creativa e generosa. Le varie partenze – presenze di questi mesi: Edvige in Mozambico con i giovani volontari, Santina e Anna Maria in Indonesia, Serafina in Mozambico, Elvira in Guinea Bissau ci sollecitano ad una preghiera più intensa e ad una offerta che accompagni ognuna con la nostra sollecitudine spirituale. Sappiamo che Samila (una giovane di Brugherio) ha vissuto positivamente la sua presenza in Argentina e che Marlene (di Occhiobello) partirà il 13 settembre per un anno di servizio in Guinea Bissau. Vivono anche loro la missionarietà accompagnate dalla nostra simpatia. Anche le missionarie di Monguelfo, coadiuvate da alcune di noi, hanno vissuto e vivono la loro missionarietà assieme a volontarie/i tutti/e molto impegnate/i perché possiamo sostenere le nostre presenze “ad gentes”. Ognuna nel suo luogo di vita porta avanti questo valore della missionarietà nelle parrocchie o nel suo ambiente di vita, sia con la parola che con la testimonianza. Ed in particolare pensiamo a tante situazioni di malattia e sofferenza che molte missionarie o le loro famiglie stanno vivendo. Un’occasione importante per aiutarci a realizzare insieme questa “missionarietà” con scelte mirate e concrete sono anche le Assemblee annuali (dei coordinamenti nazionali) locali. L’Assemblea italiana, che si terrà dal 31 ottobre al 2 novembre, potrà senz’altro portare una ventata d’aria nuova se sapremo ascoltarci con cuore aperto e fiducioso le une le altre. Invitiamo a leggere integralmente il messaggio del Papa ed a rinverdire davvero il “primo amore”, per coltivare quella gioia che scaturisce da “gesti comprensivi e affettuosi” che lasciano da parte pessimismi e ricordi negativi per ricominciare sempre relazioni nuove anche tra di noi. Il nostro statuto e Rdv al n. 11 ci ricordano che: “Qualificano la nostra missione: la comunione, l’oblazione, la semplicità, la solidarietà-condivisione, la missionarietà”. Ce lo ricordiamo a vicenda perché possiamo concretizzare nelle nostre scelte di ogni giorno quanto ci chiedono i nostri documenti. La preghiera, l’incontro intimo con il Signore è il fondamento di tutto questo. “Guardate a Lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce” . (Salmo 34 (33) 6,7) In comunione. Martina “Francesco (Saverio) non fu mai un missionario in attesa di raggiungere la sua postazione. Se, ad esempio, dovevarestare in nave per un anno, quell'anno e quella nave e quei compagni di viaggio (anche se si trattava di marinai ubriaconi, pervertiti e bestemmiatori) erano la sua missione, notte e giorno. Tutti coloro che lo attorniavano erano o i suoi fedeli o i suoi pagani, di cui si sentiva responsabile davanti a Dio. Si curava della catechesi, del rinnovamento morale, della preghiera; preparava malati e morenti all'incontro con Dio, anche se doveva farlo quand'era lui stesso febbricitante o in pericolo di vita. Lo stesso avveniva durante i lunghi viaggi per terra, nei villaggi dove sostava, con i viandanti che incontrava. Francesco non era mai in viaggio verso la sua missione: era sempre in missione”. (Schegge)
con la nostra povertà
 
Carissime e carissimi, stiamo vivendo il tempo favorevole della Quaresima, tempo prezioso per accogliere con cuore grato una nuova opportunità di conversione. Papa Francesco ci stimola, nel suo messaggio per la Quaresima, con un tema quanto mai attuale: “Si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà”. Sottolineo dal suo messaggio l’appello alla sobrietà, alla condivisione ed allo svuotamento di noi stesse. “La Quaresima è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà.” Il nostro Statuto al n. 52 ci dice “Gesù che “da ricco che era si è fatto povero” (2Cor 8,9) è il modello della nostra povertà. La contemplazione del suo Cuore ci stimola alla ricerca di espressioni concrete di povertà, vissute nel clima gioioso delle beatitudini…” “La vostra povertà dice al mondo che si può vivere tra i beni temporali e si può usare dei mezzi della civiltà e del progresso, senza farsi schiavi di nessuno di essi”. (Paolo VI agli I.S. 1972). Chiedo a me stessa ed a ciascuna di voi di accogliere queste stimolazioni per concretizzare nella nostra vita di ogni giorno una nuova presa di coscienza delle nostre povertà e dei nostri limiti che, se vissuti in un clima di accettazione e di umiltà profonda, possono trasformarsi in ricchezza. Senz’altro può farci bene pregare con il nostro Statuto. Se lo assumiamo in prima persona, questo capitolo sulla povertà, può scolpire in noi un nuovo volto. Non si tratta di chiedere agli altri di viverlo secondo le nostre esigenze ma piuttosto di chiedere a noi stesse di viverlo con fedeltà. Siamo chiamate a coltivare con cura la nostra relazione con Dio cercando di avere presente ciò che gli abbiamo promesso: il dono totale di noi stesse a Lui con un si sempre rinnovato. Cercare di lavorare su noi stesse eviterebbe quel nostro puntare il dito sui difetti altrui, ci farebbe rientrare in noi stesse per cogliere i doni che Dio ci offre, le nostre incoerenze e le possibilità di bene che il Signore mette sul nostro cammino perché lo seguiamo da vicino e fino in fondo. Auguro a me stessa ed a ciascuna di noi che questo tempo di penitenza e di grazia faccia fiorire un nuovo stile di relazioni fatte davvero di comprensione, tenerezza ed accoglienza le une delle altre così come il Signore ci comprende, ci ama, ci accoglie, sapendo realizzare quanto ci dice lo Statuto ai n. 56 e 57: “ci manterremo nella fatica di tutti, evitando l’evasione dagli obblighi comuni, e ogni forma di privilegio”. “Il rimanere al proprio posto, con serenità di spirito e di volto, anche quando è necessario molto sacrificio, il saper vedere ciò che deve essere fatto per prevenire la preoccupazione e la fatica altrui, è un buon esercizio di povertà materiale e spirituale. Accetteremo con serenità la povertà dei nostri limiti personali, familiari, comunitari e sociali, per servire Dio e i fratelli secondo le possibilità ricevute (cfr Mt 25,14-30). Così vivremo aperte alla beatitudine evangelica di coloro che soprattutto in Dio ripongono le risorse del loro coraggio e della loro speranza”. Potremo così giungere alla Pasqua rinnovate dallo Spirito del Risorto che ci chiama a nuova vita e che ci dona il desiderio di ricominciare sempre ogni giorno a seguire i suoi passi. Maria, nostra madre, guida e custode ci sostenga e ci accompagni continuando a infonderci speranza. Buona Quaresima e Buona Pasqua 2014.
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