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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
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Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
  • 09 / 08 / 2024
    Agosto 2024
    Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico.... Continua
  • 09 / 08 / 2024
    Agosto de 2024
    Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique.... Continua
  • 09 / 08 / 2024
    Agosto de 2024
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  • 09 / 08 / 2024
    19 ottobre 2024
    Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online... Continua
ancora più famiglia
 
60° CM  – Genova  Per continuare con gioia Domenica 11 marzo, a Genova siamo riusciti a festeggiare il 60° della C.M. presso la Casa del Missionario, dove ci ritroviamo abitualmente per le riunioni mensili. E’ stata un’occasione per fare “memoriale” degli inizi della C.M., non un semplice ricordo, come ci ha fatto presente il Celebrante all'inizio della S. Messa.Hanno condiviso con noi la giornata Franca di Genova, Lucia e Orielda da Brugherio, Martina e Serafina da Bologna e Rosy (in formazione)dal Veneto. Dopo la recita di Lodi e l'Adorazione, fatta pregando e riflettendo su alcune frasi scritte da p. Albino sulla necessità del ringraziamento per i doni ricevuti, abbiamo fatto un giro di presentazione della nostra storia personale come Familiares e Missionarie, per far conoscere le diverse realtà della C.M. anche ad un'amica in ricerca. Dopo il pranzo, condiviso con i Padri, in compagnia di amici che si sono aggiunti per la nostra festa, Dolores ha guidato una bellissima sequenza di momenti di preghiera intervallati da video musicali e riflessioni: il tutto con riferimento al nostro essere “luce e sale” nel mondo. Questo momento di riflessione è terminato con una piccola ma intensa celebrazione, durante la quale sette persone tra i partecipanti hanno acceso e posto in un braciere sette candele, a rappresentare i sette Paesi dove è presente la C.M. Questo è avvenuto nel silenzio totale: ma si sentiva nell'aria che era un silenzio fatto di partecipazione, di emozione, di preghiera, di amicizia... A sua volta Martina ci ha ricordato le origini, il cammino e la spiritualità della C.M.E’ seguita la S. Messa celebrata da Mons. Paolo Rigon, Sacerdote diocesano, che ci ha seguiti e formati per molti anni. E’ stata una grande gioia averlo di nuovo tra noi: le sue parole, durante l'omelia, ci hanno dato la “carica” per continuare con gioia il cammino; ci ha spronati ad essere “luce e sale” per gli altri “conoscendo e guardando a Gesù” nella vita di ogni giorno, con fede, attraverso la Sua Parola e con l'esperienza della vita.Durante la celebrazione, i Familiares hanno rinnovato la promessa, e anche le Missionarie presenti hanno rinnovato la loro consacrazione. Questo ci ha fatto sentire ancora più “Famiglia”!Dopo un piccolo rinfresco, ci siamo lasciati con tanti baci, abbracci, ringraziamenti e arrivederci… Un particolare ringraziamento ai Padri Dehoniani e in particolare a P. Ambrogio che si è molto impegnato per accoglierci. Piera Rissotto Una profezia, un sogno, una promessa di crescita Avevo accolto con gioia l’invito di andare a Genova per partecipare alle celebrazioni del 60° anniversario della C.M. Un incontro organizzato dai familiares.             Siamo partiti il 10/03/2018 da Bologna, in due: Martina ed io. Pioggia, neve, nebbia e un cielo grigio mi invitavano a scoprire comunque la bellezza di un paesaggio, nonostante il sole non brillasse e le montagne si confondessero con le nubi.             Franco Cardinale ci venne incontro all’entrata di Genova e lo seguimmo fino a casa sua: lì ci ha ospitati. Una piccola Betania quella di Dolores e Franco, tutta colori e simpatia. Li ci siamo riposati, conversando amabilmente. La sera ci ritrovammo in un ristorante con altri amici: Lucia Maistro, Orielda Tomasi, Anna Pati (Rosy), Franca Campanella e Piera Rissotto.             L’incontro del giorno dopo, 11/03/18 è stato nella casa dei padri Dehoniani. Accoglienza, riflessione, semplicità, condivisione, creatività, gioia sono stati i sentimenti che hanno condotto le varie attività della giornata. Incontrare nuovamente i padri della Casa del Missionario, riabbracciare Maria Pia, l’incontro con Rossana (una amica che veniva per la prima volta) l’entusiasmo di Piera (responsabile del gruppo familiares); e poi l’organizzazione, la collaborazione di tutti, la presenza dei missionari, tutto questo mi ha dato la forte percezione che, nonostante il numero (appena 11 persone) questo di Genova era un “grande gruppo” e ciò che celebravamo era un momento importante. I lavori sono incominciati con le condivisioni: ciascuno si presentava dicendo chi era, perché era lì, quale cammino aveva percorso, cosa sognava. Ovviamente questa condivisione ha contribuito non poco alla reciproca conoscenza. Ho sentito come ognuno, a livello esistenziale, avesse vissuto il percorso nella C.M. e mi colpiva come tutti ascoltassero con attenzione e silenzio, l’esperienza presentata. È stato un momento unico: non lo dimenticherò più. Ho capito anche come la condivisione dell’esperienza fa capire che i punti di partenza di ogni cammino spirituale sono diversi ma il punto di arrivo è identico. Nel nostro caso: il vivere la spiritualità, il carisma, la missione C.M. e fare comunione.             Durante l’intervallo arrivò don Paolo Rigon, un amico di lunga data: entrò subito nelle dinamiche del gruppo come l’avesse fatto da sempre.             Dopo una adorazione vissuta tra silenzio, canto e qualche testo di riflessione, ci siamo trovati in sala da pranzo. Grande organizzazione e collaborazione! Tutti si davano da fare, chi nel preparare la tavole e chi cucinando: in un batter d’occhio tutto era pronto. Ho notato una grande armonia. Anche i cinque padri dehoniani della comunità hanno pranzato con noi. Ho notato condivisione, gioia, fraternità.             Verso le 14.30 cominciarono ad arrivare altre persone amiche o conoscenti, desiderosi di condividere con noi questo avvenimento: più o meno una quindicina di persone. In una sala piuttosto ampia, si è vissuto il secondo momento della giornata.             Il tema pensato e orientato dalla responsabile generale dei Familiares, Dolores Biggio era sulla “LUCE”. Mentre su un piccolo schermo venivano proiettati dei quadri molto belli, Dolores leggeva dei testi appropriati di riflessioni e preghiere. Dopo il quarto testo e la preghiera, c’è stato un momento di alta simbologia: nel buio più completo, sono state accese ad una ad una, sette candele e poste tutte insieme davanti ad un quadro su cui erano disegnati i sette punti del mondo in cui la C.M. è presente. Sottofondo: una canzone di Giuni Russo ispirata a uno scritto di Giovanni della Croce. Dolores spiegò come:  «Sette sono i paesi in cui la C.M. porta la sua luce. Sette, nella Bibbia, è il numero simbolo della pienezza. Nessuno è escluso, tutti siamo chiamati a “sporcarci” le mani per fare il bene e cancellare il male. E tutti siamo chiamati ad accendere questa piccola fiamma in modo da dissipare le tenebre». È stato un momento semplice e bello insieme. ricco di parole, silenzi, musica e preghiera. Anche il volto dei presenti era luminoso!              Martina, la presidente della C.M. ha poi letto un suo messaggio: «Grati a Dio, grati a coloro (vivi o defunti) che hanno fatto vivere e nascere questa opera e che lungo questi 60 anni hanno sperimentato come “la gioia del Signore rinnova e dà vita” e che “vivere la comunione e la missione con cuore accogliente e misericordioso”  (è il logo del 60°) è la sintesi della nostra testimonianza che abbraccia il passato e ci proietta nel futuro».             Durante l’Eucarestia, presieduta da don Paolo Rigon, i Familiares hanno rinnovato la loro promessa. Tutto molto semplice e bello. Ho sentito in quel momento la presenza di p. Albino Elegante e tutta la sua attenzione per i Familiares. Nella omelia il celebrate ci invitò a guardare ma soprattutto a conoscere Gesù: una conoscenza interiore da esprimere nella voglia di conoscere la sua Parola, e di condividerla. Guardare a Gesù come una madre guarda suo figlio, lo ama e cerca di capirlo in ciò che pensa e vuole. Un vivere come questo, ci aiuta a essere luce del mondo e sale della terra.             A conclusione di tutto, prima di lasciarci, ho espresso a Emo e Piera la speranza che cresca l’adesione di nuovi amici e soprattutto cresca il coraggio di investire nella animazione vocazionale. Questa era una delle preoccupazioni di p. Albino: «Sono molto preoccupato con la mancanza di crescita, di espansione e della lentezza con cui essa si realizza» (Atti della IV Assemblea Generale Ordinaria dei familiare 2005. pag. 15). Ho vissuto questa giornata come una profezia, un sogno, una promessa di crescita; come un dono di Dio per intercessione di p. Albino, in questo 60° anno di fondazione della C.M. Serafina Ribeiro
il modello della spiritualità familiare
 
Festa dell’Eccomi nel Sud-Italia Il 18 marzo la Compagnia Missionaria del Sud insieme a molti amici  si è ritrovata per celebrare la festa dell’Eccomi e riflettere sul nostro eccomi, sulla nostra adesione alla chiamata che Dio Padre ha suscitato nei nostri cuori sull’esempio di Gesù e Maria. È stata una giornata vissuta all’insegna della fraternità, della comunione e della gioia, nella parrocchia Gesù Buon Pastore di Castellammare di Stabia: hanno partecipato alla nostra festa anche laici impegnati nelle attività della parrocchia. Ogni partecipante ha condiviso ciò che possedeva con la propria presenza attenta e partecipata e con quanto ha offerto per realizzare comunione nella concordia, nella serenità e nella gioia. La giornata è stata allietata dalla presenza del nostro carissimo Vescovo Don Franco Alfano che ci ha aiutati con una stupenda riflessione e la celebrazione della Eucarestia oltre che con la presenza per tutta la giornata. L’incontro ha avuto inizio con la preghiera delle lodi e subito dopo con il momento di riflessione sul capitolo nono dell’Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia” di Papa Francesco, sulla Spiritualità coniugale e familiare. La riflessione ha riacceso in me, ma penso anche in tutti i presenti, il desiderio di continuare a testimoniare l’Amore di Dio nel mondo. Ogni battezzato, ogni consacrato, come ogni coppia deve essere, nel mondo, sacramento di Dio Amore in tutte le circostanze e situazioni della vita. Il progetto di Dio deve trovare, con la nostra partecipazione, la sua realizzazione per il bene di tutti. In ciascuno deve sgorgare il desiderio e la convinzione che si può contribuire alla realizzazione del progetto di Amore di Dio Padre unicamente abbandonandoci a Lui e seguendo l’esempio del figlio Suo, Gesù Cristo e lasciando prendere per mano dalla vergine Maria, Madre di Gesù e nostra, nel cammino angusto e pieno di difficoltà della vita. Una cosa stupenda è stata la partecipazione alla Santa Messa, presieduta dal Vescovo e concelebrata dal Parroco don Antonio Santarpia. Un sacerdote umile e accogliente, che lavora nel nascondimento, nel silenzio, dietro le quinte ma mantiene la comunità viva con numerose attività portate avanti dai laici. Pieni dello Spirito Santo “Spirito d’Amore” e con il cuore colmo di gioia, pace e serenità ci siamo ritrovati per l’agape fraterna alla quale tutti hanno contribuito con le proprie specialità gastronomiche. Anche il momento del pranzo è stato un corroborare la nostra amicizia e la nostra comunione in uno stile di fraternità e di condivisione. Momento significativo e bello, che ci ha visti tutti riuniti: noi appartenenti alla CM (missionarie e familiares) ma anche tantissimi amici che ogni volta arricchiscono, con la loro presenza e le loro esperienze di vita, le nostre riunioni e i nostri ritiri. Dopo il pranzo vi è stato un altro significativo momento: la condivisione con domande o testimonianze su quanto il Vescovo aveva proposto nella riflessione. Don Franco nel rispondere ha aiutato nella comprensione offrendo ulteriori chiarimenti. Il confronto è stato costruttivo, affascinante, coinvolgente e spronante. Hanno fatto seguito alcune testimonianze tra cui anche quella di mio marito Clemente, familiaris della CM. Clemente ha tracciato il suo percorso di vita evidenziando come abbia cercato di mettere in pratica la sua adesione a Cristo attraverso la spiritualità CM dando prosieguo al suo appartenere a Cristo e alla Chiesa a partire dal giorno del suo battesimo e di come abbia continuato a cercare di corrispondere al progetto d’amore di Cristo come coniuge e padre, nel matrimonio, e come diacono permanente nella Chiesa e nella società di oggi. La sua testimonianza è stata scandita da un filo conduttore che fin dall’inizio lo ha guidato: l’esperienza con Gesù, il fidarsi di Gesù, e sceglierlo come compagno di viaggio. Questa sua esperienza cerca di testimoniarla con la sua vita sforzandosi di essere sempre più coerente al Vangelo di Gesù. Al termine la nostra cara Lucia Capriotti ci ha deliziato con un video in cui ci ha proposto un escursus sull’at- tività e storia della CM a partire dalla intuizione che, nel lontano 1957, ebbe il nostro caro p. Albino Elegante, sacerdote del Sacro Cuore (Dehoniano) fondatore della CM. Quest’anno ricorre il quarto anniversario della sua nascita al cielo avvenuta il 21 aprile del 2014 e noi lo ricordiamo con tanto affetto pregando per lui e affidandoci alla sua preghiera perché interceda presso Dio per il bene della CM.
memoria e fedeltà nella gioia
 
S. Antonio Abate – 60° CM  e ricordo di P. Albino Sul comando di Gesù: “Fate questo in memoria di me” (Lc 22,19), “perché anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Gv 13,15) e anche “Dovunque sarà annunciato questo Vangelo, nel mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche ciò che ha fatto” (Mt 26,13 e Mc 14,9), la Chiesa, per l’azione dello Spirito, vive la memoria del suo Signore risorto, rendendo presente il suo mistero di salvezza nella celebrazione eucaristica e nella fragile vita quotidiana dei suoi discepoli. Nella vita dei credenti in Gesù risorto, memoria, gratitudine gioiosa e fedeltà sono indissolubilmente unite, anche se la nostra fedeltà è sempre ferita dal peccato, ma rinvigorita dalla misericordia di Colui che è eternamente fedele. Anche per la Compagnia Missionaria, fare memoria significa gioire e ringraziare, ma soprattutto riaffermare la propria fedeltà nel continuare il cammino sul quale è stata chiamata a servire la chiesa e il mondo, guardando avanti… lontano. A S. Antonio Abate, nel Santuario di Gesù Bambino, la sera di sabato 7 aprile, p. Ciro Moschetta, superiore provinciale dei Sacerdoti del Sacro Cuore del Sud Italia, ha presieduto la celebrazione eucaristica, concelebrata anche da p. Gianni Dimiccoli scj, per ringraziare Dio Amore dei 60 anni di vita della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore. Una celebrazione solenne, animata dal Coro del Santuario, a cui hanno partecipato, oltre alle missionarie e ai familiares, tanti amici. Toccanti le parole di p. Ciro che ha ricordato p. Albino, invitando a ringraziare il Signore per lui, e ha ringraziato la CM per l’amicizia e la collaborazione di sempre con i Dehoniani e per il servizio che svolge nel mondo. Al termine della celebrazione, nello stesso Santuario, si è tenuto un concerto in cui si sono esibiti la Banda della Scuola Media Mosè Mascolo, il Coro Gesù Bambino, il Maestro del Coro con il sassofono, il Coro Girasoli dei bambini della Parrocchia di S. Maria delle Grazie di Angri, il coro Cuori Uniti di giovanissimi della Parrocchia di S. Antonio Abate, due giovanissime alla tastiera e una al flauto traverso. A tutti loro il nostro grazie caloroso e commosso. Con la musica e il canto di tanti amici giovanissimi e adulti abbiamo voluto comunicare la nostra gioia a tutti i presenti ed esprimere il nostro grazie per tutto quanto il Signore ha voluto donarci in 60 anni di storia. Sono stati offerti i libri pubblicati per l’occasione: “60 anni di storia sulle strade del mondo” e “Gettare tutto nelle fondamenta – Lettere di P. Albino dal 1948 al 1957”. Naturalmente la serata si è conclusa con un ricco buffet e con il taglio della torta, il tutto realizzato anche grazie al contributo di amici generosi. Una serata indimenticabile che è per NOI CM un incoraggiamento e un forte stimolo a continuare con fedeltà e entusiasmo la missione di amore e di servizio perché ogni persona ritrovi se stessa in Cristo e la speranza fiorisca ogni giorno nella nostra società. Nel mese di aprile, però, abbiamo un’altra occasione per fare memoria: il 21 aprile è l’anniversario del passaggio di P. Albino dalla terra al cielo, avvenuto nel 2014. Fin dal primo anno, qui a S. Antonio Abate, abbiamo voluto ricordarlo con una celebrazione eucaristica a cui hanno partecipato tanti amici, che lo ricordano con affetto. P. Albino, fin dall’inizio degli anni ’70 ha cominciato a frequentare questa città, nella parrocchia del Buon Consiglio e nel Santuario di Gesù Bambino, per le missioni popolari e poi per accompagnare gruppi di giovani e adulti. Da questo suo impegno missionario è nato il gruppo dei familiares. Ha continuato fino a tarda età a partecipare ad alcuni incontri di comunione tra missionarie e familiares. Fu presente alla festa dei 50 anni della CM nel 2007. Aveva già 88 anni. Fu il suo ultimo viaggio in questa terra del Sud che da giovane aveva percorso in lungo e largo con la sua moto. Lo scorso anno avemmo l’idea di andare a celebrare il ricordo di p. Albino a Praiano, sulla meravigliosa Costiera Amalfitana. Il parroco d. Luigi Amendola era seminarista quando conobbe p. Albino, negli anni ’60, e tra loro nacque una grande amicizia che coinvolse tutta la CM. L’accoglienza che d. Luigi e la sua comunità ci riservarono e la bellezza del panorama allietato dal sole ci fecero sognare di tornare. E infatti, domenica 22 aprile scorso, festa del Buon Pastore e giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, siamo tornati a Praiano – eravamo più di sessanta persone – per fare memoria di p. Albino. Chi conosce la Costiera sa che è un incanto, ma è un problema parcheggiare l’auto. Come già l’anno scorso, anche quest’anno, d. Luigi ha chiesto al Comune la possibilità di riservarci la piazza del belvedere per le nostre auto. Addirittura questa volta c’era il vigile ad accoglierci, per indicarci lo spazio riservato. Contemplazione delle meraviglie della natura e poi celebrazione eucaristica animata dal coro Cuori Uniti, i nostri amici giovanissimi. E poi… il pranzo offerto dalla comunità parrocchiale e preparato dal bravissimo cuoco Antonio. Noi abbiamo contribuito con bibite e dolci… e tanta gioia e festa… canti napoletani… e anche un momento di preghiera davanti al mare. E d. Luigi che raccontava di alcune visite di p. Albino a Praiano… su e giù per le scale che si arrampicano di fronte al mare. E tutti lo abbiamo sentito in festa con noi. E siamo certi che anche p. Albino, con noi, ringrazia d. Luigi e la comunità di Praiano.
rimanendo al mio posto
 
Intervista a Giuseppina Orlando Presentati: di dove sei, la tua famiglia, la tua professione… Eccomi a voi, dopo un lungo silenzio che tuttavia non ha mai interrotto la comunione che ho sempre sentita viva con tutta la Compagnia Missionaria, perché tutte e tutti siete presenti in ogni mia giornata e nella mia preghiera. Sono Giuseppina Orlando di Angri, in provincia di Salerno e faccio parte del gruppo CM di S. Antonio Abate. Sono la nona di dieci figli (nel Sud prima le famiglie erano molto numerose!) e di questo sono grata al Signore ed anche un po’ orgogliosa. Ringrazio il Signore di avermi donato genitori che non solo mi hanno donato la vita, ma l’hanno arricchita di affetto, mi hanno fatto dono del Battesimo e fatta crescere nella fede con il loro esempio di vita cristiana. Con semplicità mi hanno trasmesso grandi valori come quello della preghiera che alimenta la fede, della comunione in famiglia e con gli altri, del senso di responsabilità al proprio compito e al dovere quotidiano, dell’apertura agli altri. Fin da bambina, quando immaginavo il mio futuro, la mia aspirazione era di fare un lavoro che fosse di aiuto agli altri e così la mia mente andava spontaneamente al lavoro sanitario, nel quale avrei potuto curare, salvare vite. Più avanti negli anni ho iniziato a sentire il desiderio di consacrarmi al Signore, ma volevo farlo rimanendo al mio posto. E intanto mi inserivo in parrocchia assumendo diversi impegni. Sono diventata infermiera nel 1975 e posso dire che ho svolto sempre il mio lavoro con grande amore e passione e ne ho ricevuta tanta gioia. Sono stata per tanti anni nel reparto di ostetricia e ginecologia e - vedere nascere i bambini mi allargava sempre il cuore. Tante volte mi sono ritrovata a contrastare medici abortisti . Il Signore si è servito di me come di un suo piccolo strumento a servizio della vita nascente. Dopo un dialogo fatto con delicatezza, comprensione e amore con donne che volevano abortire, la mia gioia era vedere che rinunziavano a quella scelta di morte e portavano avanti la vita dei loro bimbi. Mi sentivo così partecipe della loro maternità, una maternità diversa!.. E così sono nati nuovi pargoli! La gioia di questo lavoro mi dava tanta serenità che quasi non avvertivo la stanchezza dei ritmi logoranti. Come hai conosciuto la CM…la tua vocazione vera e propria quando cominciò? Quale fatto o aspetto determinante ti ha fatto decidere per la CM? La mia scelta di consacrarmi al Signore: come dicevo prima – insieme a Giuseppina La Mura, amica carissima e quasi una sorella per me, (che il Signore ha chiamato a sé in età ancora giovane!)- ero in ricerca di una consacrazione totale a Dio e ai fratelli, rimanendo al mio posto. Sentivo che questa era la mia vocazione. Una consacrazione nella secolarità. Avevo maturato questa consapevolezza dopo aver partecipato ad una missione tenuta da francescani nella mia parrocchia. Al termine della missione mi è arrivato per posta un foglio della CM dal titolo “Gioventù in cammino” dove vi era la testimonianza di una missionaria, Cesarina Assi (allora si definiva: “una signorina”) che mi colpì. Per Cesarina conservo gratitudine e un affetto particolare. Iniziai allora a prendere i primi contatti con una delle missionarie, Annalisa Calore che si trovava al sud. Fu un dialogo amichevole, ma ancora con qualche mia perplessità e un po’ di paura. A quel tempo padre Albino Elegante,nostro fondatore e alcune missionarie venivano al sud per un incontro mensile sul Vangelo. Decisivo fu per me e per Giuseppina La Mura il primo incontro organizzato a S.Antonio Abate con Giuseppina Martucci. Ne conservo ancora un bellissimo ricordo. Noi, le tre Giuseppine, dialogammo con piena semplicità, con serenità e libertà di spirito. Alla fine desideravamo anche noi, come i tre discepoli di Gesù, piantare “tre tende” in quel luogo che ci sembrava il nostro Tabor. Con Giuseppina Martucci nonostante la distanza kilometrica che ora ci divide, continuo a sentirmi in piena comunione e amicizia. Questo l’inizio del mio cammino nella CM, nella quale mi sono consacrata nel 1980. Guardando al cammino fatto, sento una grande gratitudine verso questa amata famiglia, per il cammino formativo e gli aiuti che mi ha dato nel corso degli anni, soprattutto per avermi educata ad alimentare la mia interiorità, entrando in quella cella interiore dove possiamo dare il “Tu” al Signore e dialogare con Lui aprendo il cuore. La preghiera, soprattutto nei momenti segnati dalla sofferenza, è la mia forza e il respiro della fede. Due i salmi che amo in modo particolare : il salmo 138/139: “Signore, tu mi scruti e mi conosci” e il salmo 62 : “O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco…”. La realtà della tua vita oggi. Che rapporto hai con il territorio, con le varie realtà che ti circondano? La sofferenza nella mia vita è arrivata come una sorpresa. “Le mie vie non sono le vostre vie, i miei pensieri non sono i vostri pensieri….”. Dopo alcuni disturbi, è arrivata la diagnosi di cancro all’intestino che ha richiesto un primo intervento chirurgico, seguito da cicli di chemio; dopo un anno si scoprono metastasi al fegato con secondo intervento e nuove chemio, successivamente al polmone con un nuovo intervento e nuove terapie di chemio. Attualmente i medici hanno consigliato di non intervenire più chirurgicamente e di continuare a tempo indeterminato un iter di chemio, iter non facile da gestire per gli effetti collaterali che comporta in un fisico debilitato che si ribella. In questo cammino di sofferenza porto nel cuore le tante persone che lo hanno condiviso con me, tante ormai già accolte nel cielo. In questa fase della mia vita, ringrazio il Signore per quanto mi ha donato e continua a donarmi: la vita, la fede, la vicinanza anche con la preghiera delle mie sorelle della Compagnia Missionaria , le tante persone che il Signore ha messo sulla mia strada, amici, parenti, colleghi e medici, ma soprattutto mia sorella Filomena che segue con premura e affetto i miei passi, mi accompagna e mi supporta in silenzio provvedendo a tutti i miei bisogni e…mi sopporta nei tanti momenti difficili e delicati. Oggi la mia vita ha una dimensione diversa dal passato. Nel mio piccolo do ancora un piccolo contributo di servizio alla parrocchia nel Centro di ascolto e nell’Azione cattolica. Ma il più importante contributo che il Signore mi sta chiedendo è l’ offerta della mia vita e delle mie sofferenze in unione all’Ecce Venio di Cristo e all’Ecce Ancilla di Maria.
un pellegrinaggio con tre obiettivi
 
Domenica 8 aprile, data scelta tra Missionarie ed Amici, era il giorno tanto atteso e desiderato per rafforzare la nostra comunione con tutta la CM. Gli obiettivi sono noti a tutti:             Vivere insieme, Missionarie ed Amici, un tempo per fraternizzare, colmare il vuoto di relazioni e notizie reciproche dei mesi estivi (dicembre – marzo), ma anche per sentire dentro di noi correre il filo del NOI CM e poterlo comunicare anche a voi che siete lontani da Maputo; quindi un tempo di  preghiera, di ascolto della Parola, a cui è seguito il frugale lanch con il nostro farnel e le ultime notizie dall’Istituto, in particolare sulle celebazioni del 60° nelle varie nazioni dove siamo presenti, sulla salute delle sorelle malate e altro. La meta: il Santuario in periferia di Maputo dedicato a Nostra Signora delle Candele, conosciuta anche come Nostra Signora della Luce, in località Marracuene, a poco meno di un’ora di auto dalla città. Questo era importante per andare incontro alle varie difficoltà di spostamento di alcune di noi. Per Alice abbiamo trepidato. Non c’era modo di farla salire su quel mini-bus. Per fortuna sua figlia Julia si è offerta di venire anche lei in pellegrinaggio con il suo fuoristrada e mamma Alice ce l’ha fatta bene. Perfino gli spostamenti dalla chiesa alla sala erano un problema per l’impossibilità di far scorrere la sua sedia a rotelle in mezzo a quella bella sabbia, morbida e asciutta, ottima per affondarvici. Il pellegrinaggio è stato ben organizzato dagli Amici; in viaggio abbiamo pregato e cantato. All’arrivo eravamo attesi, e siamo stati accolti con gioia dalla comunità parrocchiale per la partecipazione all’Eucaristia. Erano presenti i giovani venuti al loro ritiro ed erano molti. Siamo state invitate da Pe Joaquim a farci conoscere dai presenti, a parlare di noi. Abbiamo offerto la nostra bella CM in quindici minuti, con la gioia di condividere ciò che ci abita e che desideriamo si veda, si senta, esploda.  Il CC ha invitato tutte le realtà CM a dedicare un tempo speciale alla richiesta della benedizione di Dio, attraverso Maria, sulla prossima IX Assemblea Ordinaria, che si terra a Bologna nel 2019, e per l’occasione abbiamo distribuito la preghiera fatta dal Centro CM dedicata “ALLA VERGINE DI NAZARÈ”. È seguita una rilettura del Vangelo di Luca e il nostro percorso storico dell’ “Eccomi”, che appartiene a tutti noi, Missionarie, Amici e a quanti apprezzano la fragilità umana della Vergine, che nasconde una forza divina. Una riflessione sul senso della benedizione di Dio a noi creature, ma anche tra di noi, si è concretizzata in una benedizione reciproca, gli uni per gli altri: un quarto d’ora intimo, di commoventi auguri tutt’altro che stereotipati.  Ci sembra giusto e doveroso ora ringraziare e benedire chi ci ha stimolati a riscoprire quello che abbiamo in noi CM, quello che speriamo di diventare per la Chiesa e per l’umanità, i nostri desideri e gli obiettivi quasi nascosti che lo Spirito ci rivelerà nella prossima Assemblea Ordinaria, alla presenza dell’immagine di Maria delle origini. Da tutti noi di Maputo un abbraccio in comunione.  Missionarie e Amici
fedeltà
 
Nampula - 60° CM e 50 anni di vita CM in Mozambico Il giorno 13 maggio nella nostra parrocchia di S. Pedro – Napipine a Nampula abbiamo celebrato i 60 anni di fondazione CM, i 50 anni della nostra presenza in Mozambico e 20 anni della presenza del gruppo di amici qui a Nampula. In questa data è stata significativa la presenza di Lisetta, una delle tre missionarie che arrivarono per prime qui in Mozambico. A proposito dell’arrivo delle missionarie trascrivo ciò che P. Tarcisio Finazzi SCJ (allora Regionale) ha scritto in occasione del ventesimo della nostra presenza: “Ilda Candelária, Teresa Castro e Lisetta Licheri hanno messo piede in terra mozambicana l’agosto del 1968 e andarano a Milevane nella scuola Apostolica dei Padri del Sacro Cuore. Era il nostro primo contatto con le laiche consacrate che venivano per collaborare al nostro fianco. Avevano una carica di umanità, di simpatia e serenità coinvolgente che trascinava… un anno dopo altre missionarie furono ad affiancare i padri della Missione di Namarroi…” e dopo 50 anni la presenza di Lisetta è stata significativa per la sua fedeltà alla missione. Ha presieduto la Celebrazione Eucaristica P. Sandro Capoferri scj, attuale provinciale, con lui altri padri Dehoniani e Diocesani, da sottolineare la presenza di P. EzioToller (53 anni di missione) uno dei padri che accolsero le prime missionarie. La Messa è stata animata da tutte noi missionarie con le nostre ragazze in formazione con la collaborazione di molti amici e amiche che hanno voluto, con noi, vivere questo momento. Canti danze tipiche, non sono mancati per allietare e accompagnare tutta la liturgia. E’ difficile descrivere il clima che si è vissuto, ma posso dire che è stato veramente un momento di grazia. Tra i molti segni che hanno accompagnato la liturgia ne sottolineo uno: la processione del Vangelo al momento dell’alleluia. Qui in Mozambico come in molti altri paesi, le donne hanno sempre dei cesti sulla testa e trasportano ciò che serve per la vita familiare… Tre donne hanno accompagnato questo momento, una delle tre aveva un cesto con dentro i Vangeli. Vita per tutti noi credenti e solennemente accompagnate da una danza sono arrivate all’altare. Abbiamo lavorato tanto ma ne è valsa la pena per la preghiera fatta insieme. Certamente non è mancato un buon pranzetto e molta gioia espressa con danze e canti nel pomeriggio. Il momento celebrativo richiede una preparazione impegnativa e coinvolgente. Certo che il te mpo della preparazione è un tempo lungo che richiede disponibilità, elasticità e saper far fronte agli immancabili imprevisti. Una preparazione che ci obbliga anche a una rivisitazione di ciò che si è vissuto lungo questi 50 anni. Molte persone ci hanno sottolineato il coraggio della CM che solo dopo 10 anni dalla fondazione aveva già spiccato il volo verso la missione “ad gentes”. Il motto “Guardare lontano” che ci accompagna dalla fondazione, è stato realizzato in tutta la CM nelle varie realtà e sono convinta che sempre ci ha accompagnato anche una certa audacia che ha fatto si che il “Guardare Lontano” avesse un sapore anche profetico. Celebrare significa rileggere la storia con occhi sapienziali per poter riconoscere il bene fatto e anche ciò che ha frenato in alcuni momenti il cammino. La CM qui in Mozambico ha accompagnato il cammino dal colonialismo all’indipendenza (1975), ha vissuto i 16 anni di guerra civile, la ricostruzione del dopo guerra… che è ancora in atto dopo oltre 25 anni dagli accordi di pace (1992). La CM ha camminato con la chiesa sostenendo il cammino di una chiesa ministeriale. Un servizio sempre fatto con discrezione e vicino al popolo. Ha avuto la gioia di avere nel 1993 le prime consacrate mozambicane Alice Silva e Gina Santana e dopo di loro… Julieta, Gabriela, Helena, Dalaina e Isabel… e ora un buon gruppo in formazione. Oggi stiamo raccogliendo frutti seminati da altri ma come dice S. Giovanni “Chi semina e chi raccoglie gioiranno insieme” E’ ciò che abbiamo vissuto in questa occasione. Per tutto questo diciamo GRAZIE! * Ringraziare il Cuore di Gesù che ci ha accompagnato e non ha fatto mancare la sua presenza di grazia e diciamo con le Parole di Paolo VI. “Tu o Cristo ci sei necessario”; * Ringraziare per tutto il bene che abbiamo potuto elargire; * Ringraziare per tutti coloro che hanno perdonato le nostre mancanze; * Ringraziare per tutte le missionarie che in prima persona hanno vissuto questo cammino in Mozambico; * Ringraziare per tutta la Compagnia Missionaria che in molti modi hanno reso possibile e sostenuto tutto i lavoro svolto; * Ringraziare P. Albino che molte volte ha visitato questa terra; * Ringraziare per la collaborazione e il sostegno dei sacerdoti del Sacro Cuore; * Ringraziare questo popolo amato e benedetto, per l’accoglienza e per il bene che ci ha sempre manifestato; * Ringraziare la Chiesa che vive qui in Mozambico, per il cammino di crescita fatto nella fede all’unico Signore Gesù. Concludo con ciò che P. Albino ha scritto per il suo 60° di Messa e penso che valga anche per questa ricorrenza; A te, o Cristo,che mi hai consacrato perché divenissi tramite della tua salvezza, rinnovo il mio “Grazie”e ridico il mio“Sì”. (P. Albino 60° di ordinazione)
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