Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
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Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
ancora più famiglia
60° CM – Genova
Per continuare con gioia
Domenica 11 marzo, a Genova siamo
riusciti a festeggiare il 60° della C.M. presso la Casa del Missionario, dove
ci ritroviamo abitualmente per le riunioni mensili. E’ stata un’occasione per
fare “memoriale” degli inizi della C.M., non un semplice ricordo, come ci ha
fatto presente il Celebrante all'inizio della S. Messa.Hanno condiviso con noi la
giornata Franca di Genova, Lucia e Orielda da Brugherio, Martina e Serafina da
Bologna e Rosy (in formazione)dal Veneto.
Dopo la recita di Lodi e
l'Adorazione, fatta pregando e riflettendo su alcune frasi scritte da p. Albino
sulla necessità del ringraziamento per i doni ricevuti, abbiamo fatto un giro
di presentazione della nostra storia personale come Familiares e Missionarie,
per far conoscere le diverse realtà della C.M. anche ad un'amica in ricerca. Dopo il
pranzo, condiviso con i Padri, in compagnia di amici che si sono aggiunti per
la nostra festa, Dolores ha guidato una bellissima sequenza di momenti di
preghiera intervallati da video musicali e riflessioni: il tutto con
riferimento al nostro essere “luce e sale” nel mondo. Questo momento di
riflessione è terminato con una piccola ma intensa celebrazione, durante la
quale sette persone tra i partecipanti hanno acceso e posto in un braciere
sette candele, a rappresentare i sette Paesi dove è presente la C.M. Questo è
avvenuto nel silenzio totale: ma si sentiva nell'aria che era un silenzio fatto
di partecipazione, di emozione, di preghiera, di amicizia... A sua volta Martina ci ha
ricordato le origini, il cammino e la spiritualità della C.M.E’ seguita la S. Messa celebrata
da Mons. Paolo Rigon, Sacerdote diocesano, che ci ha seguiti e formati per
molti anni. E’ stata una grande gioia averlo di nuovo tra noi: le sue parole,
durante l'omelia, ci hanno dato la “carica” per continuare con gioia il cammino;
ci ha spronati ad essere “luce e sale” per gli altri “conoscendo e guardando a
Gesù” nella vita di ogni giorno, con fede, attraverso la Sua Parola e con
l'esperienza della vita.Durante la celebrazione, i
Familiares hanno rinnovato la promessa, e anche le Missionarie presenti hanno
rinnovato la loro consacrazione. Questo ci ha fatto sentire ancora più
“Famiglia”!Dopo un piccolo rinfresco, ci
siamo lasciati con tanti baci, abbracci, ringraziamenti e arrivederci… Un particolare ringraziamento ai
Padri Dehoniani e in particolare a P. Ambrogio che si è molto impegnato per
accoglierci.
Piera Rissotto
Una profezia, un sogno, una promessa di crescita
Avevo accolto con
gioia l’invito di andare a Genova per partecipare alle celebrazioni del 60°
anniversario della C.M. Un incontro organizzato dai familiares.
Siamo partiti il 10/03/2018 da
Bologna, in due: Martina ed io. Pioggia, neve, nebbia e un cielo grigio mi
invitavano a scoprire comunque la bellezza di un paesaggio, nonostante il sole
non brillasse e le montagne si confondessero con le nubi.
Franco Cardinale ci venne incontro
all’entrata di Genova e lo seguimmo fino a casa sua: lì ci ha ospitati. Una
piccola Betania quella di Dolores e Franco, tutta colori e simpatia. Li ci
siamo riposati, conversando amabilmente. La sera ci ritrovammo in un ristorante
con altri amici: Lucia Maistro, Orielda Tomasi, Anna Pati (Rosy), Franca
Campanella e Piera Rissotto.
L’incontro
del giorno dopo, 11/03/18 è stato nella casa dei padri Dehoniani. Accoglienza,
riflessione, semplicità, condivisione, creatività, gioia sono stati i
sentimenti che hanno condotto le varie attività della giornata. Incontrare
nuovamente i padri della Casa del Missionario, riabbracciare Maria Pia,
l’incontro con Rossana (una amica che veniva per la prima volta) l’entusiasmo
di Piera (responsabile del gruppo familiares); e poi l’organizzazione, la
collaborazione di tutti, la presenza dei missionari, tutto questo mi ha dato la
forte percezione che, nonostante il numero (appena 11 persone) questo di Genova
era un “grande gruppo” e ciò che celebravamo era un momento importante. I lavori sono incominciati con le condivisioni: ciascuno si
presentava dicendo chi era, perché era lì, quale cammino aveva percorso, cosa
sognava. Ovviamente questa condivisione ha contribuito non poco alla reciproca
conoscenza. Ho sentito come ognuno, a livello esistenziale, avesse vissuto il
percorso nella C.M. e mi colpiva come tutti ascoltassero con attenzione e
silenzio, l’esperienza presentata. È stato un momento unico: non lo
dimenticherò più. Ho capito anche come la condivisione dell’esperienza fa
capire che i punti di partenza di ogni cammino spirituale sono diversi ma il
punto di arrivo è identico. Nel nostro caso: il vivere la spiritualità, il
carisma, la missione C.M. e fare comunione.
Durante l’intervallo arrivò don
Paolo Rigon, un amico di lunga data: entrò subito nelle dinamiche del gruppo
come l’avesse fatto da sempre.
Dopo una adorazione vissuta tra
silenzio, canto e qualche testo di riflessione, ci siamo trovati in sala da
pranzo. Grande organizzazione e collaborazione! Tutti si davano da fare, chi
nel preparare la tavole e chi cucinando: in un batter d’occhio tutto era
pronto. Ho notato una grande armonia. Anche i cinque padri dehoniani della
comunità hanno pranzato con noi. Ho notato condivisione, gioia, fraternità.
Verso le
14.30 cominciarono ad arrivare altre persone amiche o conoscenti, desiderosi di
condividere con noi questo avvenimento: più o meno una quindicina di persone.
In una sala piuttosto ampia, si è vissuto il secondo momento della giornata.
Il tema pensato e orientato dalla
responsabile generale dei Familiares, Dolores Biggio era sulla “LUCE”. Mentre
su un piccolo schermo venivano proiettati dei quadri molto belli, Dolores
leggeva dei testi appropriati di riflessioni e preghiere. Dopo il quarto testo
e la preghiera, c’è stato un momento di alta simbologia: nel buio più completo,
sono state accese ad una ad una, sette candele e poste tutte insieme davanti ad
un quadro su cui erano disegnati i sette punti del mondo in cui la C.M. è
presente. Sottofondo: una canzone di Giuni Russo ispirata a uno scritto di
Giovanni della Croce. Dolores spiegò come:
«Sette sono i paesi in cui la C.M. porta la sua luce. Sette, nella
Bibbia, è il numero simbolo della pienezza. Nessuno è escluso, tutti siamo
chiamati a “sporcarci” le mani per fare il bene e cancellare il male. E tutti
siamo chiamati ad accendere questa piccola fiamma in modo da dissipare le
tenebre». È stato un momento semplice e bello insieme. ricco di parole,
silenzi, musica e preghiera. Anche il volto dei presenti era luminoso!
Martina, la presidente della C.M. ha
poi letto un suo messaggio: «Grati a Dio, grati a coloro (vivi o defunti) che
hanno fatto vivere e nascere questa opera e che lungo questi 60 anni hanno
sperimentato come “la gioia del Signore rinnova e dà vita” e che “vivere la
comunione e la missione con cuore accogliente e misericordioso” (è il logo del 60°) è la sintesi della nostra
testimonianza che abbraccia il passato e ci proietta nel futuro».
Durante l’Eucarestia, presieduta da
don Paolo Rigon, i Familiares hanno rinnovato la loro promessa. Tutto molto
semplice e bello. Ho sentito in quel momento la presenza di p. Albino Elegante
e tutta la sua attenzione per i Familiares. Nella omelia il celebrate ci invitò
a guardare ma soprattutto a conoscere Gesù: una conoscenza interiore da
esprimere nella voglia di conoscere la sua Parola, e di condividerla. Guardare
a Gesù come una madre guarda suo figlio, lo ama e cerca di capirlo in ciò che
pensa e vuole. Un vivere come questo, ci aiuta a essere luce del mondo e sale
della terra.
A conclusione di tutto, prima di
lasciarci, ho espresso a Emo e Piera la speranza che cresca l’adesione di nuovi
amici e soprattutto cresca il coraggio di investire nella animazione
vocazionale. Questa era una delle preoccupazioni di p. Albino: «Sono molto
preoccupato con la mancanza di crescita, di espansione e della lentezza con cui
essa si realizza» (Atti della IV Assemblea Generale Ordinaria dei familiare
2005. pag. 15). Ho vissuto questa giornata come una profezia, un sogno, una
promessa di crescita; come un dono di Dio per intercessione di p. Albino, in questo
60° anno di fondazione della C.M.
Serafina Ribeiro
il modello della spiritualità familiare
Festa
dell’Eccomi nel Sud-Italia
Il 18 marzo la
Compagnia Missionaria del Sud insieme a molti amici si è ritrovata per celebrare la festa dell’Eccomi e riflettere
sul nostro eccomi, sulla nostra adesione alla chiamata che Dio Padre ha suscitato nei nostri cuori
sull’esempio di Gesù e Maria.
È stata
una giornata vissuta all’insegna della fraternità, della comunione e della
gioia, nella parrocchia Gesù Buon Pastore di Castellammare di Stabia: hanno
partecipato alla nostra festa anche laici impegnati nelle attività della
parrocchia. Ogni partecipante ha condiviso ciò che possedeva con la propria
presenza attenta e partecipata e con quanto ha offerto per realizzare comunione
nella concordia, nella serenità e nella
gioia.
La giornata è stata
allietata dalla presenza del nostro carissimo Vescovo Don Franco Alfano che ci
ha aiutati con una stupenda riflessione e la celebrazione della Eucarestia
oltre che con la presenza per tutta la giornata.
L’incontro ha avuto
inizio con la preghiera delle lodi e subito dopo con il momento di riflessione
sul capitolo nono dell’Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia” di Papa
Francesco, sulla Spiritualità coniugale e
familiare.
La riflessione ha
riacceso in me, ma penso anche in tutti
i presenti, il desiderio di continuare a testimoniare l’Amore di Dio nel mondo.
Ogni battezzato, ogni consacrato, come
ogni coppia deve essere, nel mondo, sacramento di Dio Amore in tutte le circostanze e situazioni della
vita. Il progetto di Dio deve trovare, con la nostra partecipazione, la sua
realizzazione per il bene di tutti. In ciascuno deve sgorgare il desiderio e la
convinzione che si può contribuire alla realizzazione del progetto di Amore di
Dio Padre unicamente abbandonandoci a Lui e seguendo l’esempio del figlio Suo,
Gesù Cristo e lasciando prendere per mano dalla vergine Maria, Madre di Gesù e
nostra, nel cammino angusto e pieno di difficoltà della vita.
Una cosa stupenda è stata la partecipazione alla Santa Messa,
presieduta dal Vescovo e concelebrata dal Parroco don Antonio Santarpia. Un sacerdote umile e accogliente, che lavora
nel nascondimento, nel silenzio, dietro le quinte ma mantiene la comunità viva
con numerose attività portate avanti dai
laici.
Pieni dello Spirito
Santo “Spirito d’Amore” e con il cuore colmo di gioia, pace e serenità ci siamo
ritrovati per l’agape fraterna alla quale tutti hanno contribuito con le proprie specialità
gastronomiche. Anche il momento del pranzo è stato un corroborare la
nostra amicizia e la nostra comunione in uno stile di fraternità e di condivisione.
Momento significativo e bello, che ci ha visti tutti riuniti: noi appartenenti alla CM (missionarie e familiares)
ma anche tantissimi amici che ogni volta arricchiscono, con la loro presenza e
le loro esperienze di vita, le nostre riunioni e i nostri ritiri.
Dopo il pranzo vi è
stato un altro significativo momento: la condivisione con domande o
testimonianze su quanto il Vescovo aveva proposto nella riflessione. Don Franco
nel rispondere ha aiutato nella comprensione offrendo ulteriori chiarimenti.
Il confronto è stato
costruttivo, affascinante,
coinvolgente e spronante. Hanno fatto
seguito alcune testimonianze tra cui anche quella di mio marito Clemente,
familiaris della CM.
Clemente ha tracciato il suo percorso di vita
evidenziando come abbia cercato di mettere in pratica la sua adesione a Cristo
attraverso la spiritualità CM dando prosieguo al suo appartenere a Cristo e
alla Chiesa a partire dal giorno del suo battesimo e di come abbia continuato a
cercare di corrispondere al progetto d’amore di Cristo come coniuge e padre,
nel matrimonio, e come diacono permanente
nella Chiesa e nella società di oggi.
La sua testimonianza è stata scandita da un filo
conduttore che fin dall’inizio lo ha guidato: l’esperienza con Gesù, il fidarsi di Gesù, e sceglierlo come
compagno di viaggio. Questa sua
esperienza cerca di testimoniarla con la sua vita sforzandosi di essere sempre
più coerente al Vangelo di Gesù.
Al
termine la nostra cara Lucia Capriotti ci ha deliziato con un video in cui ci
ha proposto un escursus sull’at-
tività e storia della CM a partire dalla
intuizione che, nel lontano 1957, ebbe il nostro caro p. Albino Elegante,
sacerdote del Sacro Cuore (Dehoniano) fondatore della CM.
Quest’anno ricorre il
quarto anniversario della sua nascita al cielo avvenuta il 21 aprile del 2014 e
noi lo ricordiamo con tanto affetto
pregando per lui e affidandoci alla sua preghiera perché interceda presso Dio per il bene della CM.
memoria e fedeltà nella gioia
S. Antonio Abate – 60° CM e ricordo di P. Albino
Sul
comando di Gesù: “Fate questo in memoria
di me” (Lc 22,19), “perché anche voi facciate come io ho fatto
a voi” (Gv 13,15) e anche “Dovunque
sarà annunciato questo Vangelo, nel mondo intero, in ricordo di lei si dirà
anche ciò che ha fatto” (Mt 26,13 e Mc 14,9), la Chiesa, per l’azione dello
Spirito, vive la memoria del suo Signore risorto, rendendo presente il suo
mistero di salvezza nella celebrazione eucaristica e nella fragile vita
quotidiana dei suoi discepoli. Nella vita dei credenti in Gesù risorto,
memoria, gratitudine gioiosa e fedeltà sono indissolubilmente unite, anche se
la nostra fedeltà è sempre ferita dal peccato, ma rinvigorita dalla
misericordia di Colui che è eternamente fedele.
Anche
per la Compagnia Missionaria, fare memoria significa gioire e ringraziare, ma
soprattutto riaffermare la propria fedeltà nel continuare il cammino sul quale
è stata chiamata a servire la chiesa e il mondo, guardando avanti… lontano.
A
S. Antonio Abate, nel Santuario di Gesù Bambino, la sera di sabato 7 aprile, p.
Ciro Moschetta, superiore provinciale dei Sacerdoti del Sacro Cuore del Sud
Italia, ha presieduto la celebrazione eucaristica, concelebrata anche da p.
Gianni Dimiccoli scj, per ringraziare Dio Amore dei 60 anni di vita della
Compagnia Missionaria del Sacro Cuore. Una celebrazione solenne, animata dal Coro del Santuario, a cui hanno
partecipato, oltre alle missionarie e ai familiares, tanti amici. Toccanti le
parole di p. Ciro che ha ricordato p. Albino, invitando a ringraziare il
Signore per lui, e ha ringraziato la CM per l’amicizia e la collaborazione di sempre
con i Dehoniani e per il servizio che svolge nel mondo.
Al termine della celebrazione, nello stesso Santuario, si è
tenuto un concerto in cui si sono esibiti la Banda della Scuola Media Mosè
Mascolo, il Coro Gesù Bambino, il Maestro del Coro con il sassofono, il Coro
Girasoli dei bambini della Parrocchia di S. Maria delle Grazie di Angri, il
coro Cuori Uniti di giovanissimi della Parrocchia di S. Antonio Abate, due
giovanissime alla tastiera e una al flauto traverso. A tutti loro il nostro
grazie caloroso e commosso. Con la musica e il canto di tanti amici
giovanissimi e adulti abbiamo voluto comunicare la nostra gioia a tutti i
presenti ed esprimere il nostro grazie per tutto quanto il Signore ha voluto
donarci in 60 anni di storia. Sono stati offerti i libri pubblicati per
l’occasione: “60 anni di storia sulle strade del mondo” e “Gettare tutto nelle
fondamenta – Lettere di P. Albino dal 1948 al 1957”.
Naturalmente la serata
si è conclusa con un ricco buffet e con il taglio della torta, il tutto realizzato
anche grazie al contributo di amici generosi. Una serata indimenticabile che è
per NOI CM un incoraggiamento e un forte stimolo a continuare con fedeltà e
entusiasmo la missione di amore e di servizio perché ogni persona ritrovi se
stessa in Cristo e la speranza fiorisca ogni giorno nella nostra società.
Nel
mese di aprile, però, abbiamo un’altra occasione per fare memoria: il 21 aprile
è l’anniversario del passaggio di P. Albino dalla terra al cielo, avvenuto nel
2014. Fin dal primo anno, qui a S. Antonio Abate, abbiamo voluto ricordarlo con
una celebrazione eucaristica a cui hanno partecipato tanti amici, che lo
ricordano con affetto. P. Albino, fin dall’inizio degli anni ’70 ha cominciato
a frequentare questa città, nella parrocchia del Buon Consiglio e nel Santuario
di Gesù Bambino, per le missioni popolari e poi per accompagnare gruppi di giovani e adulti. Da questo suo impegno
missionario è nato il gruppo dei familiares. Ha continuato fino a tarda età a partecipare
ad alcuni incontri di comunione tra missionarie e familiares. Fu presente alla
festa dei 50 anni della CM nel 2007. Aveva già 88 anni. Fu il suo ultimo
viaggio in questa terra del Sud che da giovane aveva percorso in lungo e largo
con la sua moto.
Lo
scorso anno avemmo l’idea di andare a celebrare il ricordo di p. Albino a
Praiano, sulla meravigliosa Costiera Amalfitana. Il parroco d. Luigi Amendola
era seminarista quando conobbe p. Albino, negli anni ’60, e tra loro nacque una
grande amicizia che coinvolse tutta la CM. L’accoglienza che d. Luigi e la sua
comunità ci riservarono e la bellezza del panorama allietato dal sole ci fecero
sognare di tornare. E infatti, domenica 22 aprile scorso, festa del Buon
Pastore e giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, siamo tornati a Praiano
– eravamo più di sessanta persone – per fare memoria di p. Albino. Chi conosce
la Costiera sa che è un incanto, ma è un problema parcheggiare l’auto. Come già
l’anno scorso, anche quest’anno, d. Luigi ha chiesto al Comune la possibilità
di riservarci la piazza del belvedere per le nostre auto. Addirittura questa
volta c’era il vigile ad accoglierci, per indicarci lo spazio riservato.
Contemplazione delle meraviglie della natura e poi celebrazione eucaristica
animata dal coro Cuori Uniti, i nostri amici giovanissimi. E poi… il pranzo
offerto dalla comunità parrocchiale e preparato dal bravissimo cuoco Antonio.
Noi abbiamo contribuito con bibite e dolci… e tanta gioia e festa… canti
napoletani… e anche un momento di preghiera davanti al mare. E d. Luigi che raccontava
di alcune visite di p. Albino a Praiano… su e giù per le scale che si
arrampicano di fronte al mare. E tutti lo abbiamo sentito in festa con noi. E
siamo certi che anche p. Albino, con noi, ringrazia d. Luigi e la comunità di
Praiano.
rimanendo al mio posto
Intervista a
Giuseppina Orlando
Presentati: di dove sei, la tua
famiglia, la tua professione…
Eccomi a voi, dopo un lungo silenzio che tuttavia non ha
mai interrotto la comunione che ho sempre sentita viva con tutta la Compagnia Missionaria, perché
tutte e tutti siete presenti in ogni mia
giornata e nella mia preghiera. Sono Giuseppina Orlando di Angri, in provincia
di Salerno e faccio parte del gruppo CM di S. Antonio Abate. Sono la nona di
dieci figli (nel Sud prima le famiglie erano molto numerose!) e di questo sono
grata al Signore ed anche un po’ orgogliosa. Ringrazio il Signore di avermi donato
genitori che non solo mi hanno donato la vita, ma l’hanno arricchita di affetto, mi hanno fatto dono del Battesimo
e fatta crescere nella fede con il loro
esempio di vita cristiana. Con semplicità mi hanno trasmesso grandi valori come
quello della preghiera che alimenta la fede, della comunione in famiglia e con gli altri, del senso di
responsabilità al proprio compito e al dovere quotidiano, dell’apertura agli
altri. Fin da bambina, quando immaginavo
il mio futuro, la mia aspirazione era di fare un lavoro che fosse di aiuto agli
altri e così la mia mente andava spontaneamente al lavoro sanitario, nel quale
avrei potuto curare, salvare vite. Più avanti negli anni ho iniziato a sentire
il desiderio di consacrarmi al Signore, ma volevo farlo rimanendo al mio posto.
E intanto mi inserivo in parrocchia
assumendo diversi impegni.
Sono diventata infermiera nel
1975 e posso dire che ho svolto sempre il mio lavoro con grande amore e passione e ne ho ricevuta
tanta gioia. Sono stata per tanti anni nel reparto di ostetricia e ginecologia
e - vedere nascere i bambini mi
allargava sempre il cuore. Tante volte mi sono ritrovata a contrastare medici
abortisti . Il Signore si è servito di me come di un suo piccolo strumento a
servizio della vita nascente. Dopo un dialogo fatto con delicatezza,
comprensione e amore con donne che volevano abortire, la mia gioia era vedere
che rinunziavano a quella scelta di morte e portavano avanti la vita dei loro
bimbi. Mi sentivo così partecipe della loro maternità, una maternità diversa!..
E così sono nati nuovi pargoli! La gioia di questo lavoro mi dava tanta
serenità che quasi non avvertivo la stanchezza dei ritmi logoranti.
Come hai conosciuto la CM…la tua
vocazione vera e propria quando cominciò? Quale fatto o aspetto determinante ti ha fatto decidere per la CM?
La mia scelta di consacrarmi al
Signore: come dicevo prima – insieme a
Giuseppina La Mura, amica carissima e quasi una sorella per me, (che il Signore
ha chiamato a sé in età ancora giovane!)- ero in ricerca di una consacrazione totale a Dio e ai fratelli,
rimanendo al mio posto. Sentivo che questa era la mia vocazione. Una
consacrazione nella secolarità. Avevo maturato questa consapevolezza dopo aver
partecipato ad una missione tenuta da francescani nella mia parrocchia.
Al termine della missione mi è
arrivato per posta un foglio della CM
dal titolo “Gioventù in cammino” dove vi era la testimonianza di una
missionaria, Cesarina Assi (allora si
definiva: “una signorina”) che mi colpì.
Per Cesarina conservo gratitudine e un
affetto particolare. Iniziai allora a prendere i primi contatti con una delle missionarie, Annalisa Calore
che si trovava al sud. Fu un dialogo amichevole, ma ancora con qualche mia
perplessità e un po’ di paura. A quel tempo padre Albino Elegante,nostro
fondatore e alcune missionarie venivano al sud per un incontro mensile sul Vangelo.
Decisivo fu
per me e per Giuseppina La Mura il primo incontro organizzato a S.Antonio Abate
con Giuseppina Martucci. Ne conservo ancora un bellissimo ricordo. Noi, le tre
Giuseppine, dialogammo con piena semplicità, con serenità e libertà di spirito.
Alla fine desideravamo anche noi, come i tre discepoli di Gesù, piantare “tre tende” in quel luogo che ci
sembrava il nostro Tabor. Con Giuseppina
Martucci nonostante la distanza kilometrica che ora ci divide, continuo a
sentirmi in piena comunione e amicizia. Questo l’inizio del mio cammino nella CM, nella quale mi sono consacrata nel 1980. Guardando al cammino fatto, sento una grande gratitudine verso questa amata famiglia, per il cammino formativo e gli aiuti che mi
ha dato nel corso degli anni, soprattutto per avermi educata ad alimentare la
mia interiorità, entrando in quella cella interiore dove possiamo dare il “Tu”
al Signore e dialogare con Lui aprendo il cuore. La preghiera, soprattutto nei
momenti segnati dalla sofferenza, è la
mia forza e il respiro della fede. Due i
salmi che amo in modo particolare : il salmo 138/139: “Signore, tu mi scruti e
mi conosci” e il salmo 62 : “O Dio, tu
sei il mio Dio, all’aurora ti cerco…”.
La realtà della tua vita oggi.
Che rapporto hai con il territorio, con le varie realtà che ti circondano?
La sofferenza nella mia vita è
arrivata come una sorpresa. “Le mie vie non sono le vostre vie, i miei pensieri
non sono i vostri pensieri….”. Dopo
alcuni disturbi, è arrivata la diagnosi di cancro all’intestino che ha
richiesto un primo intervento chirurgico, seguito da cicli di chemio; dopo un anno si scoprono metastasi al fegato
con secondo intervento e nuove chemio, successivamente al polmone con un nuovo
intervento e nuove terapie di chemio. Attualmente i medici hanno consigliato di
non intervenire più chirurgicamente e di continuare a tempo indeterminato un
iter di chemio, iter non facile da
gestire per gli effetti collaterali che comporta in un fisico debilitato che si
ribella. In questo cammino di sofferenza porto nel cuore le tante persone che
lo hanno condiviso con me, tante ormai già accolte nel cielo.
In questa fase della mia vita,
ringrazio il Signore per quanto mi ha donato e continua a donarmi: la vita, la
fede, la vicinanza anche con la preghiera delle mie sorelle della Compagnia
Missionaria , le tante persone che il Signore ha messo sulla mia strada, amici,
parenti, colleghi e medici, ma soprattutto mia sorella Filomena che segue con
premura e affetto i miei passi, mi accompagna e mi supporta in silenzio
provvedendo a tutti i miei bisogni e…mi
sopporta nei tanti momenti difficili e delicati.
Oggi la mia vita ha una
dimensione diversa dal passato. Nel mio piccolo do ancora un piccolo contributo
di servizio alla parrocchia nel Centro di ascolto e nell’Azione cattolica. Ma
il più importante contributo che il Signore mi sta chiedendo è l’ offerta della
mia vita e delle mie sofferenze in unione all’Ecce Venio di Cristo e all’Ecce
Ancilla di Maria.
un pellegrinaggio con tre obiettivi
Domenica 8
aprile, data
scelta tra Missionarie ed Amici, era il giorno tanto atteso e desiderato per
rafforzare la nostra comunione con tutta la CM. Gli obiettivi sono noti a
tutti:
Vivere insieme, Missionarie ed
Amici, un tempo per fraternizzare, colmare il vuoto di relazioni e notizie
reciproche dei mesi estivi (dicembre – marzo), ma anche per sentire dentro di
noi correre il filo del NOI CM e
poterlo comunicare anche a voi che siete lontani da Maputo; quindi un tempo
di preghiera, di ascolto della Parola, a
cui è seguito il frugale lanch con il nostro farnel e le ultime notizie
dall’Istituto, in particolare sulle celebazioni del 60° nelle varie nazioni
dove siamo presenti, sulla salute delle sorelle malate e altro.
La meta: il Santuario in periferia
di Maputo dedicato a Nostra Signora delle Candele, conosciuta
anche come Nostra Signora della Luce, in
località Marracuene, a poco meno
di un’ora di auto dalla città. Questo era importante per andare
incontro alle varie difficoltà di spostamento di alcune di noi. Per Alice
abbiamo trepidato. Non c’era modo di farla salire su quel mini-bus. Per fortuna
sua figlia Julia si è offerta di venire anche lei in pellegrinaggio con il
suo fuoristrada e mamma Alice ce l’ha fatta bene. Perfino gli spostamenti dalla
chiesa alla sala erano un problema per l’impossibilità di far scorrere la sua
sedia a rotelle in mezzo a quella bella sabbia, morbida e asciutta, ottima per
affondarvici. Il pellegrinaggio è stato ben organizzato dagli Amici; in viaggio
abbiamo pregato e cantato. All’arrivo eravamo attesi, e siamo stati accolti con gioia dalla
comunità parrocchiale per la partecipazione all’Eucaristia. Erano presenti i
giovani venuti al loro ritiro ed erano molti. Siamo state invitate da Pe
Joaquim a farci conoscere dai presenti, a parlare di noi. Abbiamo offerto la
nostra bella CM in quindici minuti, con la gioia di condividere ciò che ci
abita e che desideriamo si veda, si senta, esploda.
Il
CC ha invitato tutte le realtà CM a dedicare un tempo speciale alla richiesta
della benedizione di Dio, attraverso Maria, sulla prossima IX Assemblea
Ordinaria, che si terra a Bologna nel 2019, e per l’occasione abbiamo
distribuito la preghiera fatta dal Centro CM dedicata “ALLA VERGINE DI NAZARÈ”.
È seguita una rilettura del Vangelo di Luca e il nostro percorso storico dell’ “Eccomi”, che appartiene a tutti noi,
Missionarie, Amici e a quanti apprezzano la fragilità umana della Vergine, che
nasconde una forza divina. Una riflessione sul senso della benedizione di Dio a noi
creature, ma anche tra di noi, si è concretizzata in una benedizione reciproca,
gli uni per gli altri: un quarto d’ora intimo, di commoventi auguri tutt’altro
che stereotipati.
Ci
sembra giusto e doveroso ora ringraziare e benedire chi ci ha stimolati a
riscoprire quello che abbiamo in noi CM, quello che speriamo di diventare per
la Chiesa e per l’umanità, i nostri desideri e gli obiettivi quasi nascosti che
lo Spirito ci rivelerà nella prossima Assemblea Ordinaria, alla presenza
dell’immagine di Maria delle origini.
Da tutti noi di Maputo un abbraccio in
comunione. Missionarie e Amici
fedeltà
Nampula - 60° CM e 50 anni di vita CM in Mozambico
Il giorno 13 maggio nella
nostra parrocchia di S. Pedro – Napipine a Nampula abbiamo celebrato i 60 anni
di fondazione CM, i 50 anni della nostra presenza in Mozambico e 20 anni della
presenza del gruppo di amici qui a Nampula. In questa data è stata
significativa la presenza di Lisetta, una delle tre missionarie che arrivarono per
prime qui in Mozambico.
A
proposito dell’arrivo delle missionarie trascrivo ciò che P. Tarcisio Finazzi
SCJ (allora Regionale) ha scritto in occasione del ventesimo della nostra
presenza: “Ilda Candelária, Teresa Castro e Lisetta Licheri hanno messo piede
in terra mozambicana l’agosto del 1968 e andarano a Milevane nella scuola
Apostolica dei Padri del Sacro Cuore. Era il nostro primo contatto con le
laiche consacrate che venivano per collaborare al nostro fianco. Avevano una
carica di umanità, di simpatia e serenità coinvolgente che trascinava… un anno
dopo altre missionarie furono ad affiancare i padri della Missione di
Namarroi…” e dopo 50 anni la presenza di Lisetta è stata significativa per la
sua fedeltà alla missione.
Ha presieduto la Celebrazione
Eucaristica P. Sandro Capoferri scj, attuale provinciale, con lui altri padri
Dehoniani e Diocesani, da sottolineare la presenza di P. EzioToller (53 anni di
missione) uno dei padri che accolsero le prime missionarie.
La Messa è stata animata da
tutte noi missionarie con le nostre ragazze in formazione con la collaborazione
di molti amici e amiche che hanno voluto, con noi, vivere questo momento. Canti
danze tipiche, non sono mancati per allietare e accompagnare tutta la liturgia.
E’ difficile descrivere il clima che si è vissuto, ma posso dire che è stato
veramente un momento di grazia. Tra i molti segni che hanno accompagnato la
liturgia ne sottolineo uno: la processione del Vangelo al momento dell’alleluia.
Qui in Mozambico come in molti altri paesi, le donne hanno sempre dei cesti
sulla testa e trasportano ciò che serve per la vita familiare… Tre donne hanno
accompagnato questo momento, una delle tre aveva un cesto con dentro i Vangeli.
Vita per tutti noi credenti e solennemente accompagnate da una danza sono
arrivate all’altare.
Abbiamo lavorato tanto ma ne è
valsa la pena per la preghiera fatta insieme. Certamente non è mancato un buon
pranzetto e molta gioia espressa con danze e canti nel pomeriggio.
Il
momento celebrativo richiede una preparazione impegnativa e coinvolgente. Certo
che il te mpo
della preparazione è un tempo lungo che richiede disponibilità, elasticità e
saper far fronte agli immancabili imprevisti. Una preparazione che ci obbliga
anche a una rivisitazione di ciò che si è vissuto lungo questi 50 anni. Molte
persone ci hanno sottolineato il coraggio della CM che solo dopo 10 anni dalla
fondazione aveva già spiccato il volo verso la missione “ad gentes”.
Il motto “Guardare lontano” che
ci accompagna dalla fondazione, è stato realizzato in tutta la CM nelle varie
realtà e sono convinta che sempre ci ha accompagnato anche una certa audacia
che ha fatto si che il “Guardare Lontano” avesse un sapore anche profetico.
Celebrare significa rileggere la storia con occhi
sapienziali per poter riconoscere il bene fatto e anche ciò che ha frenato in
alcuni momenti il cammino. La CM qui in Mozambico ha accompagnato il cammino
dal colonialismo all’indipendenza (1975), ha vissuto i 16 anni di guerra civile,
la ricostruzione del dopo guerra… che è ancora in atto dopo oltre 25 anni dagli
accordi di pace (1992). La CM ha camminato con la chiesa sostenendo il cammino
di una chiesa ministeriale. Un servizio sempre fatto con discrezione e vicino
al popolo. Ha avuto la gioia di avere nel 1993 le prime consacrate mozambicane
Alice Silva e Gina Santana e dopo di loro… Julieta, Gabriela, Helena, Dalaina e
Isabel… e ora un buon gruppo in formazione.
Oggi stiamo raccogliendo frutti seminati da altri ma come
dice S. Giovanni “Chi semina e chi
raccoglie gioiranno insieme” E’ ciò che
abbiamo vissuto in questa occasione.
Per tutto questo diciamo
GRAZIE!
* Ringraziare il Cuore di Gesù
che ci ha accompagnato e non ha fatto mancare la sua presenza di grazia e
diciamo con le Parole di Paolo VI. “Tu o Cristo ci sei necessario”;
* Ringraziare per tutto il bene
che abbiamo potuto elargire;
* Ringraziare per tutti coloro
che hanno perdonato le nostre mancanze;
* Ringraziare per tutte le
missionarie che in prima persona hanno vissuto questo cammino in Mozambico;
* Ringraziare per tutta la
Compagnia Missionaria che in molti modi hanno reso possibile e sostenuto tutto
i lavoro svolto;
* Ringraziare P. Albino che molte
volte ha visitato questa terra;
* Ringraziare per la
collaborazione e il sostegno dei sacerdoti del Sacro Cuore;
* Ringraziare questo popolo amato e benedetto, per
l’accoglienza e per il bene che ci ha sempre manifestato;
* Ringraziare la Chiesa che vive qui in Mozambico, per il
cammino di crescita fatto nella fede all’unico Signore Gesù.
Concludo con ciò che P. Albino
ha scritto per il suo 60° di Messa e penso che valga anche per questa
ricorrenza;
A te, o Cristo,che mi hai consacrato perché divenissi tramite della tua salvezza, rinnovo il mio “Grazie”e ridico il mio“Sì”.
(P. Albino 60° di ordinazione)