Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
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Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
eccomi in compagnia
Eccomi in compagnia
In una splendida giornata di primavera, il 26
marzo abbiamo festeggiato, a S:Antonio Abate, presso il Santuario Gesù
Bambino, la Festa dell’Eccomi, una
giornata davvero ricca e bella. Per la prima volta, oltre alle missionarie, i
familiares e gli amici della Cm, hanno accolto il nostro invito anche gli Oblati della Famiglia
Dehoniana e questa è stata
un’occasione preziosa per conoscerci
meglio, meditare insieme la Parola, condividere, approfondire insieme la
bellezza e la fecondità di una
spiritualità comune, vivere e testimoniare il sentirsi famiglia, anche nella prospettiva di aprire nuovi cammini di collaborazione. La
giornata si è svolta secondo un’organizzazione già sperimentata: alle 9 le
Lodi, poi la meditazione del relatore padre Ciro Moschetta, una pausa di
silenzio per non perdere quanto la Parola ha suscitato in ciascuno di noi, e condivisione del nostro sentire e vivere l’Ecce Venio di Gesù e l’Ecce Ancilla
di Maria. Alle 13 la condivisione del pranzo, alle 15 l’Adorazione; alle 16 la Santa Messa.
Padre
Ciro ci ha aiutato a fare memoria di come p. Dehon ha colto nelle Parole dell’Ecce Venio e dell’Ecce
Ancilla, la strada per configurarsi a
Cristo e come l’abbia vissuto e insegnato tenendo sempre lo sguardo rivolto a
Gesù. Nell’Eccomi di Gesù si esprime tutto l’amore del Figlio per il Padre, la
scelta che lo renderà fedele alla
volontà del Padre fino in fondo. Nella condivisione che è seguita tra noi, sono stati molti gli aspetti emersi secondo
le esperienze e le sensibilità personali e, nell’ascolto reciproco, molte le
provocazioni che abbiamo ricevuto e
portiamo nel cuore: importanza della preghiera e di una preghiera che nasca dal
cuore; necessità di rispolverare le
nostre scelte iniziali, perché i nostri
Eccomi non siano emozionali, ma maturino
nella riflessione, in un discernimento serio, nello Spirito che illumina; essere
vigilanti ed attenti, non frettolosi, non legati all’apparenza, allenati a cogliere ciò che è essenziale oggi; fare esercizio di
umanità per non ridursi ad essere spettatori ma costruttori di una vita nuova.
Sono le scelte concrete che diventano semi di vita, di
vitalità; i gesti di amore, l’ offerta libera ha sempre un costo, ma porta
frutto, non è mai inutile. Soprattutto superare quel senso di impotenza così diffuso oggi; Dio conosce il
nostro cuore e sa che possiamo seguire la via dell’Eccomi; non c’è da
scoraggiarci, anche quando ci sono rinunce da fare e molta umiltà. Lavorare per
trasformare, per innovare richiede fatica, umiltà e capacità di lavorare insieme. Come famiglia dehoniana siamo
chiamate a vivere i nostri “sì” in comunione, “in compagnia”, se vogliamo che
siano fecondi di vita.
Con gratitudine per tanta ricchezza che portiamo nel cuore e con tanta amicizia, ci siamo salutati riconoscendo l’importanza
di camminare assieme e di dare continuità a questa festa dell’Eccomi che ci
vede riuniti per approfondire il carisma così delineato da p. Dehon:” Nelle
parole di Gesù: Ecco io vengo o Dio per fare la tua volontà e in queste:
Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto, è
compendiata tutta la nostra vocazione e il nostro fine, il nostro dovere e le
nostre promesse”. (p .Leone Dehon).
Marinella
Martucci
sorridi alla vita che è in te e attorno a te
Intervista a Rita Bertuletti
Ciao
Rita! Raccontaci un po’ di te: potresti presentarti...fare memoria di alcuni
momenti importanti della tua vita? Quali ricordi positivi, momenti di fatica…?
Ciao a tutte e a tutti. Sono Rita
Bertuletti, una bergamasca residente in Bonate Sotto (BG) nella Regione
Lombardia. Sono l’ottava di nove fratelli, ma divenuta la prima in un arco di
tempo veloce poichè i miei sette fratelli/sorelle sono “volati alla casa del
Padre”. A dieci anni, circa, ho perso papà, già da tempo malato, e mi sono
trovata a “fare la grande” ancora troppo piccola, accanto alla mamma e Giovanni
mio fratello minore. Le mie giornate scorrevano su un filo rosso cadenzato come
segue: ore 6.00, del primo mattino, al pascolo con la mucca, ore 8.30 presente
nella scuola sino alle 12.30. Nel pomeriggio piccola operaia alle prese con una
macchina da maglieria. Alla sera condivisione di tempo e di giochi con i
ragazzi e ragazze del vicinato.
A quattordici anni sono stata assunta
nell’azienda “arti-grafiche” e vi sono rimasta sino a venti anni. Sempre sul
luogo di lavoro ricavavo tempo per studiare, aiutata dalle mie compagne, che si
improvvisavano “professoresse”, poichè nelle ore serali frequentavo la scuola
media. Avevo un sogno che mi inseguiva sin da piccola “fare l’insegnante”. In
me albergava il sentire di Don Milani, priore di Barbiana, “la cultura” come
l’arma più potente da passare ad ogni persona grande o piccola perchè potesse
esprimere, sempre e comunque, il suo pensiero coronato dai sentimenti propri.
Questo sogno prese “carne” verso gli anni ottanta.
La mia prima esperienza di insegnante avvenne
nella colonia di Selvino in un territorio montano bergamasco. In quella sede
stavo con ragazzi di dieci anni condividendo con loro giorno e notte: erano
persone esportate dal territorio milanese perchè figli e figlie della “nuda
strada” fatta e incarnata da bande di microcriminalità e di prostituzione. In
quel tessuto esistenziale mi sentivo e ci stavo benissimo… con loro e, grazie a
loro, sono “cresciuta” come donna in tutti gli aspetti… erano i miei maestri di
vita. In seguito ritornai a valle, poichè la colonia selvinese chiuse i
battenti, arricchendomi di svariate esperienze, tutte “generative di vita”.
Da quanto tempo conosci la Compagnia
Missionaria? La tua esperienza politico – sociale vissuta per alcuni anni nel
“comune” del tuo paese cosa ti ha insegnato?
Negli anni 80 conobbi la Compagnia Missionaria
e nell´ 84 feci il mio primo ingresso in essa. Negli anni 90 mi sentivo
inquieta vedendo gli approcci territoriali sociali e politici poco propensi a
realizzare il “bene comune”. Decisa sulla necessità di una cultura politica
frequentai la “scuola politica”, conobbi il pensiero politico di Giorgio La
Pira, feci mio il suo manifesto che recitava cosi “costruire la città dell’uomo
a misura d’uomo”. Mi candidai nelle amministrative del mio paese e venni
eletta: in quegli anni era impensabile trovare una donna nel consiglio
comunale, infatti fui l’unica beata e stimata tra una miriade di maschi. Nella
mia vita prendeva “carne” un sogno-utopico che da tempo mi abitava e che
Papa Paolo VI definiva la forma più alta di carità. La “ricerca del bene
comune” metteva in gioco una forte carica ideale, ossia il coraggio di porsi e
porre l’interrogativo: “quale città dell’uomo in questo contesto storico e
geopolitico?”, accompagnato da una pacata disposizione al dialogo, che sempre
si approccia alla pluralità come ad una chance per accogliere le differenze
come risorse da abitare egenerare alla vita. Questa esperienza durò per venti anni tra fatiche, gioie, successi e insuccessi, portando vicendevolmente “i pesi gli uni degli altri” con dignità e umanità. In sintesi posso narrare che mi ha forgiato di umanizzazione scolpendo in me questa triade semplice e profonda che così recita: 1° - ascoltare per parlare, 2° - vedere per mostrare, 3° - stare per andare. Nel 2000 la morte di mia mamma Rosa… evento dolorosissimo… una nuova tessera-puzzle da lasciare incastonare nella mia vita da Dio-Trinità.
Rita prima a destra(FOTO)
Che rapporto hai con le persone del
territorio, con le varie realtà che ti circondano…quali sogni porti ancora nel
cuore?
Le esperienze socio-politiche-culturali
sperimentate mi hanno introdotto in un vasto “mondo relazionale” costituito da
etnie-culture-tradizioni-fedi-vissuti-esistenziali-sociologici diversificati e
variopinti. Vivere del mondo non solo nel mondo, lasciarmi formare
dalla vita è la mia “nuova missione”. Il pensiero sociologico, filosofico e
non di Madeleine Delbrel, grande donna francese del nostro tempo, e del
sociologo Zygmunt Bauman mi aiutano ad abbracciare la novità dei tempi nuovi, a
stare dentro bene nelle situazioni, sentendo di condividere lo stesso destino
delle persone e della società contemporanea. Da loro imparo a lasciarmi
“provocare”, a sentire una istintiva simpatia verso i miei simili con la convinzione
che non c’è condizione umana che,
insieme alle insidie, non presenti delle opportunità.
La missione che mi attende quotidianamente è
quella di recuperare dalla “società liquida” nuove potenzialità umane
allargando, così, il regno della libertà umana. L’amore è affidato alle mie e
nostre cure, ha bisogno di un impegno costante, di essere ri-generato,
ri-creato e resuscitato ogni giorno. La costante e sempre nuova
scoperta-consapevolezza che Dio in Gesù cerca l’umano da umano e crede nella
nostra libertà, anche quando le nostre idealità si affievoliscono, innesca una
formidabile disposizione generatrice, che ha come direzione obbligata il
“volere-l’altro-come-altro”. Il mio futuro si gioca in questa nuova chiamata: “farmi donna della strada” per
annunciare, con creatività, passione e gioia che Gesù di Nazareth è risorto, è
vivo e… cammina con noi sulle strade della quotidianità.
Concludo con una stupenda
riflessione di Madeleine Delbrel, di come lei si lasciasse incontrare e abitare
da ogni sua giornata nel modo seguente: “ogni
mattina, è questa nostra giornata intera che riceviamo dalle mani di Dio. Dio ci dà una giornata da Lui stesso
preparata per noi. Non vi è nulla di troppo e nulla di “non abbastanza”, nulla
di indifferente e nulla di inutile. È un capolavoro di giornata che viene a
chiederci di essere vissuto. Noi la guardiamo come una pagina d’agenda, segnata
d’una cifra e di un mese. La trattiamo alla leggera, come un foglio di carta…
Se potessimo frugare il mondo e vedere questo giorno elaborarsi e nascere dal
fondo dei secoli, comprenderemmo il valore di un solo giorno umano. E se
avessimo un po’ di fede, sentiremmo il desiderio di inginocchiarci dinanzi alla
nostra giornata cristiana. Noi siamo “caricati” di energia senza proporzioni
con le misure del mondo: la fede che solleva le montagne, la speranza che nega
l’impossibile, la carità che fa bruciare la terra. Ogni minuto della giornata
permette al Cristo di vivere in noi in mezzo agli uomini e donne del nostro
tempo..”.
A cura di
Santina Pirovano
il viaggio della vita
Il viaggio della vita
Il 23 aprile 2017, durante il ritiro mensile ad Albino, Bergamo, nella
casa dei dehoniani, Anna Pati (Rosy), dopo un cammino nel periodo
dell’orientamento nella CM, inserita nel gruppo Liguria – Lombardia ed
accompagnata nella formazione da Orielda Tomasi, è stata ammessa al Biennio di
Formazione. Accogliamo con speranza Rosy, come un bocciolo di fecondità nella
nostra famiglia e gli auguriamo che, come e con Gesù continui il suo cammino.
Rosy comunica la sua esperienza del viaggio con Colui che si mette in cammino
con noi così come ha fatto con i discepoli di Emmaus.
Rosy prima a sinistra
Il viaggio della vita è qualcosa di
veramente straordinario, meraviglioso. È un continuare a camminare insieme a
Gesù, insieme a Colui che si è fatto dono per me, per te per ogni uomo capace
di vedere con gli occhi del cuore. Ogni volta che vengo da Te è un viaggio e
ogni volta tu mi sei accanto. Ogni viaggio ha un suo perché, un suo se, un suo
ma, e ogni viaggio genera domande e produce risposte non sempre immediate e
indolore .Ogni viaggio fa fiorire certezze e dubbi, gioie e difficoltà. Ma
passo dopo passo ci da elementi per non fermarci, per andare avanti con Te e
verso di Te. Spesso la strada è in salita e non sai oltre cosa ci sarà. Lungo
la discesa non sai cosa ti aspetta ma
sai di non essere sola, di essere guidato e sorretto nei momenti più difficili.
È bello per me sentire e vivere la Tua presenza, mi piace
come mi parli attraverso chi mi circonda e incontro nella quotidianità che tu
mi dai da vivere, come mi guidi attraverso il Tuo amore di Padre, un Padre che
non fa mai mancare un suo abbraccio. Quando si parte ci si organizza cercando
di non scordare niente. Dobbiamo decidere cosa si deve portare e cosa non è
necessario portare. Preparando il tutto cerchiamo di riempire gli spazi vuoti
con ciò che per noi nonostante tutto è importante. A volte dimentichiamo
qualcosa per la fretta, altre volte si porta troppo ma in ogni caso si parte,
sempre e comunque perché l'obiettivo è la metà, il viaggio è il mezzo per
raggiungerla. Non importa quanti treni dovrò cambiare, quante valige dovrò
fare, arrivare da Te è e sarà la cosa più importante per me. Ti vedo in ogni
cosa che porto nel mio viaggio (affetti, sguardi, gioia e sofferenza), so che
mi aspetti a casa nelle cose che non ho portato con me e so che ci sei quando
giungo alla metà. In questi giorni ho vissuto un altra tappa del mio viaggio
circondata dalle persone che Tu hai messo sulla mia strada è che con me
condividono la gioia di una vita bella vissuta con Te. È una gioia grande che
mi fa essere felice. Quella felicità che nulla ti può dare, quella felicità che
accompagna ogni mio gesto, ogni mio dire.
Anna Pati (Rosy)
tutto è germogliato, è cresciuto e ha dato i suoi frutti
Eccomi a voi, sono
Argèlia, ho 21 anni, sono originaria di Namarroi, provincia della Zambezia e
sono la primogenita della mia famiglia.
Ho iniziato a studiare
nel 2003 a Ragone. Ho frequentato la scuola dalla 1° alla 3° classe, senza
uniforme, vestita con quello che avevo in casa e questo non andava bene. Ho
capito però che la mancanza dell’uniforme scolastica non doveva essere un
motivo per abbandonare gli studi. I miei genitori si impegnarono a coltivare un
campo grande e a seminare grano e fagioli… Tutto germogliava, cresceva e loro
hanno potuto raccogliere con abbondanza grano e fagioli, poi hanno organizzato
anche la confezione del raccolto in sacchi, li hanno venduti e, con il
ricavato, mi hanno comprato tutto quello che mi serviva per la scuola:
l’uniforme, le scarpe e la cartella per i miei quaderni.
Nel 2011 sono stata promossa
all’8° classe e, in quel periodo, Padre Francesco è venuto nella comunità dove
mi trovavo, per dirmi che proprio lì vicino c’erano delle suore “che facevano
incontri vocazionali per i giovani che avevano già frequentato o che stavano
per frequentare la 10° classe”.
Quando
sono tornata a casa, ho parlato con i miei del mio desiderio di iscrivermi al
gruppo dei “vocacionados”, volevo farne parte. I mei hanno acconsentito: “Dov’è
il problema? Sei tu quella che deve fare la sua scelta di vita”. Cosí mi sono
iscritta ed ho cominciato la mia formazione vocazionale con P. Francisco
Matias, nella comunità dove già stavo per lo studio. Eravamo diverse giovani
che frequentavano questa formazione al sabato. Un giorno il Padre ci ha parlato
della vita consacrata e ci ha dato anche dei pieghevoli di diverse
congregazioni religiose e anche dell’Istituto Secolare Compagnia Missionaria
del Cuore di Gesù. Io scelsi la Compagnia Missionaria, così P. Francisco mi
diede un libretto da leggere e approfondire. Di quanto lessi mi colpì in modo
speciale dove diceva: “Siamo laiche missionarie…la nostra missione è annunciare
la Parola di Dio a tutto il mondo e la nostra spiritualità sgorga dalla
contemplazione del Cuore trafitto di
Cristo…”.
Dopo un periodo di
accompagnamento e di discernimento, il 13 gennaio 2013 sono stata accolta ad
Invinha, dove vivono le giovani che desiderano approfondire la loro vocazione
nella Compagnia Missionaria. Contemporaneamente ho frequentato la 10° classe
nella scuola secondaria Madre Maria Clara. Al mio arrivo le missionarie mi
hanno accolto con gioia. Si sono sedute vicino a me e mi hanno insegnato molte
cose: come si usa la Bibbia (saper trovare capitoli e versetti…) e il
Breviario. In seguito mi hanno insegnato a cantare i Salmi, a leggere la Parola
di Dio in modo chiaro e comprensibile ed anche quanto poteva essere utile alla
vita del gruppo.
Nel 2014 sono stata
trasferita a Nampula e lì ho frequentato la 11° e 12° classe. Nel 2016 ho fatto
un’esperienza molto positiva di volontariato nella segreteria dei Padri
Dehoniani. Facevo il lavoro di trascrizione dei dati dei battesimi, cresime e
prime comunioni dalle schede ai registri. Padre Ciscato, responsabile della
segreteria, era molto soddisfatto del nostro lavoro.
Ringrazio Dio ogni nuovo giorno che nasce per il
dono della vita. E ringrazio pure tutte le missionarie.
Argelia João