Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
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09 / 08 / 2024
Agosto 2024
Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico....
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09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique....
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09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
quaresima
QUARESIMA
Tempo di grazia, di
purificazione, di ascolto della parola di Dio; un incontro che può trasformare
la nostra vita: quaresima tempo di conversione, che ci chiama
ogni anno, a rinnovarci nella nostra fede. Lo scritto ci presenta una traccia spirituale
per ritrovarci nel silenzio con Dio e con noi stessi. Solo se sapremo trovare
un po’ tempo, momenti di sosta, per… fermarci.
La
Quaresima è tempo di riflessione intensa sulla Parola di Dio per promuovere una
fioritura in noi dello spirito cristiano che ha un termine di paragone
- in
natura: nel ritorno della Primavera;
- nella
fede: nell’incontro con la Pasqua del Signore.
Ci proponiamo di operarlo questo rinnovamento in un punto
fondamentale, costitutivo del nostro essere cristiano: la fede.
La Sacra Scrittura tesse
l’elogio più alto della fede.
· In
Genesi., cap. 15, è narrato un momento critico della vita di Abramo. Dio gli
dice: “Non temere Abram. Io sono il tuo
scudo. La tua ricompensa sarà molto grande”. Rispose Abram: bella promessa!
Ma la realtà sembra vanificarla. Infatti “io
sto per andarmene senza discendenza e un mio domestico sarà l’erede”. “Non costui
sarà tuo erede – rispose il Signore – ma
uno nato da te”. Poi, con uno squarcio fantastico di inventiva, Dio
condusse Abram fuori dalla tende e “Guarda
il cielo – gli disse – e provati a
contare le stelle! Così numerosa sarà la tua discendenza”. Abram credette al Signore – commenta la Bibbia – che
glielo accreditò come giustizia. Cioè come disposizione di spirito
infinitamente gradita a Dio e gratificante per Abram.
· In
Luca, cap. 1, è riferito l’episodio della visita di Maria alla cugina
Elisabetta. Il grido festoso e ispirato di questa donna si conclude con
l’ammirazione e l’esaltazione della fede di Maria: “Beata te che hai creduto!”(Luca 1, 35).
· Nel
Vangelo di Giovanni non è escluso che il cammino di fede possa essere
profondamente travagliato. Dice infatti Gesù a Tommaso: “Perché mi hai veduto, hai creduto. Beati quelli che, pur non avendo visto crederanno” (Gv. 20,29).
Comunque, a parte le difficoltà
che a volte ci possono accompagnare nella nostra adesione a Dio il Vangelo stesso pone ripetutamente sulle
labbra di Gesù la dichiarazione che sarà la fede ad immetterci nella certezza
della vita eterna.
Vogliamo dunque in
questa quaresima che ci aspetta, ravvivare la fiamma e lo splendore della
nostra fede.
Lo facciamo nei confronti di
quella realtà che è la più grande, dopo la realtà delle tre persone divine: noi
stessi raccolti dalla sapienza e dall’amore di Dio nella creatura più bella,
più radiosa, più cara al cuore di Dio: la Chiesa.
Lo facciamo sotto la guida
della “Lumen Gentium”, esattamente il Cap. 1° che ha per titolo “il mistero
della Chiesa” e ne traccia le dimensioni divine.
Una prima esposizione ci pone di fronte all’azione specifica
del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Potremmo definirla una concorrenza
di preoccupazione amorosa.
“L’Eterno Padre, dice il testo del Concilio, decise di elevare gli uomini alla
partecipazione della sua vita….Per questo li ha chiamati e raccolti nella
Chiesa del suo Cristo”.
Il Figlio,
per adempiere la volontà del Padre ne ha inaugurato sulla terra le origini. Le
ha dato una norma di vita e di comportamento con la sua parola e il suo
esempio. L’ha purificata, ricreata, resa degna della santità del Padre con
l’offerta integrale di se stesso. Ogni volta che il sacrificio della croce
viene celebrato sui nostri altari, viene rinnovata la nostra redenzione, mentre
il pane consacrato rappresenta ed effettua l’unità di tutti i credenti.
Il giorno di Pentecoste fu inviato lo
Spirito santo a santificare la Chiesa. La sua azione di guida e di aiuto è
stata significata da Gesù stesso nella figura della sorgente d’acqua
zampillante il cui getto, perenne e inarrestabile raggiunge la soglia della
vita eterna”.
Questo è il testo, riassunto, dei nn. 2 e 3 della
Costituzione dogmatica sulla Chiesa del Concilio Vaticano II°. Quali riflessioni ci suggerisce, ai fini
di rendere sempre più integrale e luminoso lo sguardo della nostra fede?
Anzitutto vogliamo fare un
riscontro tra l’insegnamento del Concilio e i testi della Sacra Scrittura per
rilevare l’unità dell’insegnamento della fede.
· Ripetutamente
nella Scrittura la Chiesa è presentata come proprietà originale di Dio,
radunata per iniziativa della sua elezione. Cfr. ad esempio, 1a Cor. 1,2; 1, 9:
6, 9-11; 1aTess.1,1; 1,4; Ef. 1,4-5; ecc.
· La
lettera agli Efesini, in particolare sottolinea le preoccupazioni straordinarie
dell’amore di Cristo per la sua Chiesa (amore di Cristo proposto come modello
dell’amore che lo sposo cristiano deve avere per la sua sposa); cfr. Ef.
5,25-27.
· L’azione
dello Spirito Santo è descritto ripetutamente come componente essenziale del
nostro vivere cristiano, della nostra crescita spirituale e della nostra
salvezza. Così con lo Spirito siamo stati segnati per il giorno della
redenzione (Ef. 4,30); lo Spirito di Dio abita in noi e da lui siamo guidati
sui passi del nostro cammino di fede (Rom. 8,9) e all’incontro con la tenerezza
paterna di Dio (Rom. 8,15). Però, dice l’Apostolo “Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito” (Gal. 5,25) Allora veramente noi diverremo
gloria della Chiesa di Dio, e l’esempio del nostro vivere quotidiano si farà
rivelazione piena del fascino e della potenza dell’amore di Dio che vuole salvi
tutti gli uomini.
La preoccupazione amorosa della
Trinità ha donato agli uomini la Chiesa e l’ha arricchita d’ogni bene di
sapienza soprannaturale e di grazia perché essa sia strumento efficace della
loro elevazione e della loro salvezza.
Ma gli
uomini non devono cercare la Chiesa… nella stratosfera. Dio l’ha posta al
loro fianco, l’ha inserita nelle
vicende della loro vita terrena. Fatti membri della Chiesa con il Battesimo, essi la esperimentano
vicina, con la sua guida e il suo aiuto, sulle strade stesse della loro città secolare, e, a passo per
passo, essa dice loro come devono vivere gli avvenimenti, gli interessi, le preoccupazioni, le
stesse sofferenze, sopraffazioni, ingiustizie di quaggiù perché divengano
capaci della conquista del cielo.
Sorprendiamoci qualche volta ad ammirare,
benedire, lodare …. l’attenzione, la preoccupazione, la provvidenza dell’amore
di Dio che ci ha donato la Chiesa per fasciarci della sua volontà di salvezza
fin dai primi vagiti della nostra vita terrena. Questo potrebbe essere un
ottimo momento di fede, da collocare, ad esempio, nel tempo della nostra
preghiera quaresimale.
Così tutto nella nostra vita si
sentirebbe a servizio della filialità e dell’amore. E mentre gli uomini si
agitano e le vicende del mondo che ci circonda si accavallano con l’aspetto
minaccioso dei marosi in tempesta… Il nostro cuore non teme: “Molti saranno i dolori
dell’empio – cantava il salmista -, ma
la grazia circonda chi confida nel
Signore” (Salmo 31,10).
Noi ci sentiamo come figli
nelle braccia del Padre, il cui passato è stato purificato dalla sua
misericordia, il cui presente si aggrappa alla certezza della sua provvidenza
onnipotente, mentre l’avvenire non ci fa paura perché viviamo nella forte speranza
che il suo amore sostenga la nostra debolezza e nulla ci possa separare
gravemente dalla sua carità.
La vita di Gesù è allora il nostro
modello nell’essere figli e nell’essere persone che amano gli altri.
Domandiamo al Signore la Grazia
che una nuova ondata di amore verso il prossimo pervada non solamente noi, ma
anche questo povero mondo.
(dagli scritti di p. Albino, Bologna 15.03.1991)
comunione e missione
Comunione
e missione
Carissime/i,
riprendiamo la
comunicazione in questo nuovo anno 2017 dopo un tempo in cui ho avuto il dono
di sostare per due mesi in Mozambico – dono e sfida. Una realtà che ci
interpella per la vitalità CM ma anche per le fragilità di alcune che,
nonostante l’età e la salute continuano ad offrire un servizio generoso al
popolo ed alla formazione delle giovani. “Nella
vecchiaia daranno ancora frutti, saranno vegeti e rigogliosi, per annunziare
quanto è retto il Signore …” (cfr Salmo 91). Una realtà che non tocca solo
il Mozambico ma un buon numero di noi chiamate a continuare con gioia e
speranza il proprio servizio, nella prova e nella fragilità, ovunque il Signore
ci ha chiamate per servire il Suo Regno.
La comunione e la missione sono come due realtà che si intrec-
ciano. Sono sta-te al centro delle nostre ri-flessioni e della nostra forma-zione
perma- nente in Mozambico. Riprendendo in mano le riflessioni sullo Statuto
che P. Albino aveva proposto negli anni ’70 e che sono risultate molto attuali
per ciascuna di noi, propongo alla vostra riflessione quanto segue. “Ricordiamo la nostra vocazione missionaria.
Essa importa una particolare investitura della missione profetica di Cristo. Ma
la credibilità della verità e dell’amore del padre egli non l’ha affidata
all’intelligenza della nostra parola o alla capacità della nostra
organizzazione. L’ha affidata solo ed integralmente alla nostra disponibilità a
“fare comunione”. “ Che essi siano una cosa sola come noi siamo uno … affinché
il mondo riconosca che tu mi hai mandato e hai amato loro come hai amato me”. Mi
piace proporre questo tema per tutti i membri della CM perché sono essenziali
per noi oggi e per la nostra testimonianza evangelica.
Riprendo
qui il discorso di Papa Francesco ai consacrati (28.1.17): “Se la vita consacrata vuole mantenere la sua
missione profetica e il suo fascino, continuando ad essere scuola di fedeltà per i vicini e per i lontani (cfr Ef 2,17), deve mantenere la
freschezza e la novità della centralità di Gesù, l’attrattiva della
spiritualità e la forza della missione, mostrare la bellezza della sequela di
Cristo e irradiare speranza e gioia. Speranza e gioia. Questo ci fa vedere come
va una comunità, cosa c’è dentro. C’è speranza, c’è gioia?
Un aspetto che si dovrà curare in modo
particolare è la vita fraterna in
comunità. Essa va alimentata dalla preghiera comunitaria, dalla lettura
orante della Parola, dalla partecipazione attiva ai sacramenti dell’Eucaristia
e della Riconciliazione, dal dialogo fraterno e dalla comunicazione sincera tra
i suoi membri, dalla correzione fraterna, dalla misericordia verso il fratello
o la sorella che pecca, dalla condivisione delle responsabilità. Tutto questo
accompagnato da una eloquente e gioiosa testimonianza di vita semplice accanto
ai poveri e da una missione che privilegi le periferie esistenziali. Dal
rinnovamento della vita fraterna in comunità dipende molto il risultato della
pastorale vocazionale, il poter dire «venite e vedrete» (cfr Gv 1,39) e la perseveranza dei
fratelli e delle sorelle giovani e meno giovani”.
Un nuovo tempo liturgico si
avvicina, la Quaresima e la Pasqua del Signore. Tempo da vivere con uno sguardo
di fede dove si intrecciano giorni faticosi con tempi più gioiosi e dove
continuiamo a seminare nella nostra vita di ogni giorno tanti gesti di accoglienza,
di attenzione le une per le altre, di verifica delle scelte che operiamo: sono
scelte ti vita, di resurrezione? La lotta interiore che ciascuna di noi vive ci
chiede di discernere in ogni momento se accogliamo la voce dello Spirito che ci
guida alla verità tutta intera, alla vita, oppure ci siamo fermate davanti ad ostacoli che ci parevano e ci
sembrano insormontabili. La grazia di Dio, la sua continua benevolenza e
misericordia ci chiamano a rinnovarci ed a percorrere cammini di vita nuova sia
personalmente che come famiglia CM. La Parola di Dio di ogni giorno ci aiuti a
scegliere il bene e la vita sempre. E’ l’augurio che rivolgo a ciascuno/a di
voi ed a me stessa perché il Signore ci doni di camminare nei suoi sentieri e
di compiere la sua volontà.
In comunione
Martina
la divina misericordia
Quest’anno mi pare di
essere cresciuta abbastanza a livello umano e spirituale, grazie soprattutto
alla lettura attenta della Parola di Dio e all’impegno per approfondirla nella
mia vita.
Il
ritiro mensile del nostro gruppo e i temi trattati nella formazione con
Antonieta mi hanno aiutato a crescere nel mio cammino. Nel ritiro annuale,
realizzato in casa nostra, abbiamo fatto una profonda riflessione sulla
misericordia di Dio nel Nuovo e nell’Antico Testamento. Il Salmo 136 mi ha
toccato particolarmente, perché cantare la misericordia di Dio è sempre
meraviglioso. L’amore di Dio è eterno! La storia della salvezza scaturisce
dall’amore di Dio. La misericordia di Dio supera la giustizia degli umani.
Nell’ultimo
giorno di ritiro ho rinnovato i voti. Sono contenta perché mi sento aperta
all’amore di Dio. Con queste parole, desidero esprimere la mia gioia per
l’incontro con il Signore, ringraziarlo per tutto quello che ha fatto nella mia
vita, compreso il mio servizio alla CM.
A
tutte le missionarie sia del mio gruppo della Guinea Bissao che degli altri
gruppi va il mio grazie per le preghiere. Il nostro Statuto ci mostra che Maria
è per noi modello, lei che ha realizzato la sua missione nel silenzio di
Nazaret. Spero che sia così la mia vita: abbandonarmi alla provvidenza divina,
con una donazione di me stessa per la crescita della fede dei miei fratelli.
Nhamo
Francisco Abna
messaggio della presidente
per il 50° anniversario delle missioni popolari
Grazie a tutti e tutte per la
vostra presenza che ci rallegra e ci stimola a camminare insieme lavorando per
il Regno di Dio.
In questi cinquant’anni abbiamo
ascoltato e riconosciuto la presenza del Signore e soprattutto abbiamo accolto
l’eredità di P. Albino Elegante che ci voleva davvero missionarie nella
vivacità della donazione.
La nostra missionarietà si
esprime in vari modi, per molte di noi in modo nascosto vivendo la nostra vita
come molte persone semplici, in mezzo alle contraddizioni ed alla bellezza di
questo tempo, attraverso una professione in famiglia o da sole.
P. Albino ha voluto anche
un’espressione di missionarietà con la presenza cristiana nel tempo libero ed è
per questo che abbiamo avuto una agenzia di viaggi e attualmente gestiamo una
casa per ferie con questo scopo.
Un aspetto importante vissuto
da vari membri CM è anche la missionarietà ad gentes ed è per questo che siamo
presenti in Mozambico, Guinea Bissau, Argentina, Cile ed Indonesia. Si realizza
concretamente attraverso l’impegno
educativo e la solidarietà con le persone nel bisogno. In tempi più recenti è
stata fondata la Onlus Guardare Lontano che appoggia i progetti educativi in
particolare in Africa ed in Italia.
Si esprime inoltre nell’impegno
dell’annuncio e soprattutto nel sentirci laiche tra laici che crescono nella
consapevolezza della responsabilità di collaborare alla vita della chiesa e ad
una cittadinanza attiva.
Le missioni popolari sono state
importanti per molte di noi che vi hanno
partecipato fin dalla loro adesione iniziale alla CM. P. Albino ci voleva donne preparate e
competenti anche per la predicazione e ci chiedeva di essere lampada sopra il
moggio – come dice il Vangelo. Siamo grate a Dio che ci dona la gioia di
celebrare questi 50 anni di impegno nella evangelizzazione itinerante e che ci
stimola a cercare cammini nuovi ascoltando ciò che lo Spirito ci suggerisce
attraverso le nuove sfide della storia. Vogliamo cogliere da questo momento
celebrativo e dalla riflessione che ne scaturirà possibili espressioni più
capaci di entrare nella vita della gente di oggi e di coglierne il desiderio di
bene e di autenticità per un incontro davvero gioioso con Gesù nostro maestro e
guida.
Che lo Spirito sostenga i
nostri propositi e ci doni nuove energie per realizzare quanto papa Francesco
ci chiede attraverso l’Evangeli Gaudium che dobbiamo fare nostra e rendere
realtà viva anche per noi.
E che la gioia del Vangelo sia
presente in noi e nei nostri volti è questo l’augurio che faccio alla piccola
equipe di missionarie e familiares che con vari collaboratori porta avanti
questa attività CM.
Il Cuore di Cristo ci doni un
cuore materno e sensibile e Maria, stella dell’evangelizzazione ci sostenga
quale madre e guida della nostra famiglia.
In
comunione.
La presidente
Martina Cecini
luogo di origine, culla di affetti
Il 19 novembre 2016 sono
partita per Funchal (Madeira). Avevo con me solo l’indispensabile: un bagaglio
a mano e la gioia per l’opportunità di trascorrere alcuni giorni con il gruppo
della Compagnia Missionaria di questa città. Andavo spoglia e disponibile ad
accogliere, ascoltare, stare con, contemplare… La bellezza di questa perla
dell’oceano Atlantico, la semplicità e la gioia delle persone mi hanno aiutata
a vivere in un costante atteggiamento di lode al Creatore.
Avevo
preparato alcuni sussidi formativi e soprattutto portavo in me la
determinazione di guardare negli occhi, di ascoltare e di lasciarmi orientare
dallo Spirito perché fosse Lui a condurre i nostri lavori.
Ho
trascorso alcuni giorni nella sede della CM di Funchal, un’autentica Betania,
dove tutti si sentono bene, in casa. La presenza discreta, attenta, disponibile
e accogliente di Teresa Freitas, in questo luogo della CM è stata molto
positiva per me. Negli incontri personali e di gruppo ho trovato molta
disponibilità, apertura, ricettività, senso di appartenenza e partecipazione.
Sono rimasta contenta di aver conosciuto Teresa Ornelas, aspirante nel periodo
di Orientamento e per gli incontri che ho avuto con lei.
Ho
partecipato ad un incontro con i familiares e sono rimasta stupita per il loro
dinamismo e impegno a livello CM, ecclesiale, sociale, professionale e
familiare. Ho privilegiato la visita alle famiglie delle missionarie, sempre in
compagnia di Teresa Freitas.
Abbiamo
iniziato il nostro itinerario con la visita ad Ana Castro. Sua sorella, Teresa
Castro, dopo un lungo periodo a Funchal, stava per rientrare a Porto
(Portogallo). Ana mi ha chiesto di ringraziare il Consiglio Centrale e il
gruppo di Porto per aver avuto la possibilità di beneficiare della preziosa
presenza di sua sorella Teresa, che l’ha aiutata molto durante la sua malattia.
Il nostro incontro con queste due sorelle e la nipote Barbara è stato molto
vitalizzante. Una condivisione semplice, aperta e serena, un dialogo
esistenziale. La vita può essere una canzone, un poema, un salmo di lode, una brezza soave…ma è
necessario uscire, stare, parlare e ascoltare, essere, dare il tempo, l’affetto
e credere che ”ciò che è bello non è in vendita”.
Abbiamo incontrato Alexandra e Leonel (sorella e
cognato di Teresa Carvalho) nella loro casa, ultima dimora di Teresa Carvalho
(missionaria). Mi è piaciuto molto questo incontro perché mi ha fatto sentire
che la famiglia delle nostre missionarie è anche la nostra famiglia.
Successivamente
siamo andate a S. Vicente a casa di Paixão. Abbiamo pranzato insieme con le sue sorelle Ismalia e
Virginia. Nel pomeriggio ho offerto alcune nozioni di informatica a Paixăo. E’
stata una giornata indimenticabile! Ho compreso meglio quanto la purezza
dell’aria, che si respira in cima ad una montagna da dove si vedono altre
montagne e il mare, imprime nelle persone una grande semplicità e le unisce in
un’armonia cosmica.
Dopo l’ultimo
incontro con il gruppo, abbiamo accompagnato a casa Conceição per conoscere le
sue sorelle: Maria da Luz e Maria de Lurdes. Da questo luogo si ha la
sensazione di toccare il cielo con le mani e bagnare i piedi nell’acqua del
mare. Che bello! Bella anche la veste battesimale che è servita per le tre
sorelle e che la custodiscono come una reliquia preziosa. Sono trascorsi più di
80 anni, ma la veste sembra ancora nuova ed è un simbolo che evoca la fede
trasmessa e accolta mediante l’azione dello Spirito Santo e con l’adesione personale
di queste tre sorelle.
Celestina e
venuta a prendermi due volte per trascorrere una giornata con lei. La prima
volta abbiamo pranzato insieme nella sua casa e poi siamo andate al Curral das
Freiras, un piccolo villaggio di Câmara de Lobos, circondata da enormi
montagne. Era con noi anche Iveta, sua collaboratrice domestica, dal sorriso
più splendente del sole. Abbiamo visitato la chiesa parrocchiale e la casa dei
genitori di Celestina, ora ristrutturata. L’itinerario è molto bello: montagne,
castagneti, ciliegi…La sosta nello spiazzo do Serrado ci ha dato la possibilità
di riposare un poco e di assaporare il liquore di ginja e il pane di castagne.
La seconda volta abbiamo partecipato all’Eucaristia domenicale nella chiesa di
S. Martinho. Celestina mi ha presentato p. Marcos e dopo aver pranzato al
ristorante, siamo andate al cimitero e abbiamo avuto anche un spazio di
condivisione.
Sono stata poi
con Teresa Freitas a Caniçal: a Santana,
città famosa per le tradizionali case triangolari e alla sua casa situata a
Porto da Cruz, frazione del comune di Machico. La condivisione di ricordi,
emozioni e preghiere per sua sorella Isabel (scomparsa da un anno e mezzo e mai
ritrovata) sono stati momenti forti di comunione, fraternità e partecipazione.
L’ultima visita è
stata a casa di Madalena. Sono rimasta contenta per aver conosciuto i suoi
fratelli: il canonico Francisco Xavier e Maria Helena, ambedue ammalati. Ho
avuto la sensazione di entrare in un santuario, di toccare il sacro, l’altare
dell’offerta della vita tessuta con fili di dolore e di amore. Mi hanno parlato
della fede dei genitori, della loro infanzia e della vocazione. Mi hanno
mostrato album di foto e tante altre cose che fanno parte della storia di
questa famiglia. Provati dalla sofferenza, ma sostenuti dall’Eucaristia, la
Liturgia delle ore, il rosario e dalla dedizione e amore che li unisce. Sono
sereni e manifestano una tenerezza che riscalda l’anima.
Altro unico
momento è stata la visita al cimitero. Siamo andate alle tombe dei familiari di
Madalena (nonni e sorella, Maria Graça), di Assunção (familiari e sorella di
Celestina) e di Teresa Carvalho. Abbiamo pregato per tutti e, in silenzio, ho
manifestato lamia gratitudine a Teresa Carvalho, chiedendole che interceda per
noi presso Dio e perché ci conceda nuove vocazioni.
Abbiamo visitato
il Collegio Missionario dei Padri Dehoniani. Ci hanno accolto p. Alcindo e il
superiore della comunità, p. Roberto che ci ha fatto vedere il Collegio. Mi ha
dato gioia lo spirito di famiglia che ha manifestato. Abbiamo avuto anche
l’opportunità di salutare p. Fernando Ribeiro e il fratello José Luis.
Il 2 dicembre
2016 sono rientrata in Portogallo. Ho lasciato a Madeira un paio di scarpe che,
nonostante fossero nuove, le ho consumate interamente, ma ho portato con me i
bellissimi arcobaleni, le navi e le case illuminate, i giardini della Piazza
del popolo, le colline e le montagne, le rive…e l’affetto di tutti coloro che
condividono con me la fede, la vita ed hanno intrecciato con me lacci di
comunione e di amicizia durante questi giorni.
Ringrazio per
l’accoglienza, la fiducia, l’affetto, la compagnia e la possibilità di visitare
il luogo d’origine, culla di affetti di ogni missionaria.
un seme che vuole crescere
Carissime missionarie sparse nei quattro angoli
del mondo, in questo breve scritto cerco di presentarmi a tutte voi come un
seme che vuole crescere e dare frutti nel Cuore di Gesù e con la benedizione di
Maria. Desidero anche condividere con voi alcuni momenti importanti della mia
preparazione all’ingresso nella CM e le prime impressioni dell’avvenimento in
se stesso.
Onestamente
devo dire che speravo che questa ammissione avvenisse molto prima perché avevo
detto il mio sì al Signore già da tempo, ma Dio sa bene quello che fa! Ho
riflettuto molto sulla mia decisione, ho avuto paura della “solitudine” che
implica la vita consacrata ed ho temuto di non essere accettata dal gruppo
delle missionarie di Funchal, come pure da parte della mia famiglia, ma ho
deciso di consegnare la documentazione inziale e poi vedere quali risultati
avrei ottenuto.
Trascorso un po’ di tempo, senza sperare né forzare
niente, ho ricevuto la notizia della mia ammissione. Un pomeriggio, dopo una
settimana di lavoro, ero rimasta nella sede della CM di Funchal per partecipare
ad un ritiro e, all’improvviso, Teresa Freitas (missionaria di cui ringrazio
l’appoggio e la comprensione nel mio cammino di discernimento) mi comunicò che
il gruppo aveva già dialogato riguardo alla mia richiesta e anche con Serafina.
Ma io ero talmente stanca per il lavoro in quel momento che mi aspettavo che mi
invitassero ad andare a casa perché, forse, non era quello il mio posto. La
conversazione proseguì e lei mi disse:” Abbiamo già parlato in gruppo e con
Serafina, vice-presidente CM e la risposta alla tua richiesta è positiva.
Quindi, dammi un abbraccio e sii “benvenuta!” Mio Dio! Sono rimasta senza
parole, non riuscivo a crederci… Quella notizia mi sembrava un sogno!
Il
5 novembre 2016 ho fatto il mio ingresso ufficiale nella CM di Funchal. E’
stato un giorno pieno di sorprese e con qualche nervosismo da parte mia, ma
tutto è stato molto bello: dalla riflessione offertaci da p. Roberto Viana che
mi ha fatto ricordare i primi “tocchi di Dio nella mia vita” alla meditazione
personale e all’emozione che ho provato vedendo che quel Dio che da sempre mi
aveva accompagnato ora mi guidava fino al suo Cuore. Infine, nell’atto della
mia ammissione, ascoltando le parole della responsabile, Maria da Paixão Andrade…ricordo che ha detto: “Il Cuore di Gesù
ti accolga e ti custodisca sempre…”. Durante il pranzo ho ricevuto telefonate
di tante missionarie per darmi il benvenuto. In quel momento il gruppo di
Funchal , che mi sembrava tanto piccolo, si era moltiplicato e sono rimasta con
la sensazione che questa nuova Famiglia fosse molto più grande di quanto
pensassi, perché non c’è solo Madeira ma il mondo intero! E, come se non
bastasse, ho ricevuto un messaggio anche dal Consiglio Centrale CM. E’ stato
davvero un giorno indimenticabile e molto emozionante!
Ringrazio
sinceramente per l’affetto che mi hanno dimostrato e mi auguro che tutte le
nostre aspirazioni di portare l’Amore di Gesù al mondo intero continuino a
manifestarsi nelle nostre famiglie, nel nostro lavoro, con i nostri amici e con
tutti coloro che incontriamo sul nostro cammino. Grazie per l’accoglienza. Ora
è il momento di porre mano alla massa, lavorare e lasciarsi plasmare dal
Signore.
Un forte abbraccio.