Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
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09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
a braccia aperte
De braços abertos…. (
a braccia aperte) è il ritornello
musicale pubblicitario della TAP che mi accompagna sull’aereo nel viaggio
Bologna/ Porto il 17 marzo.
Allo
stesso tempo, con questo sottofondo, penso a come definire questo viaggio che
verte più sul gratuito che sul necessario, più sul condividere che sul fare, ed
è con questo atteggiamento che mi preparo a vivere questa settimana che mi aspetta in
Portogallo.
All’arrivo
a Porto, Lucia Correia e Teresa Castro (già scattando foto) sono pronte a
ricevermi all’aeroporto. Mi ritrovo cosi con una sensazione piacevole di
ritorno a casa in rua Miguel Bombarda.
Al
mattino dopo aprendo la finestra dal lato della veranda che da sul giardino, mi
appare davanti agli occhi la spettacolare fioritura dell’albero di magnolia.
Anche questo de “braços abertos”.
La
settimana è costellata da tanti momenti di incontri fraterni di convivio e di fraternità. Al centro della settimana
il 21 marzo l’incontro con gli amici per celebrare la festa dell’ “eccomi”.
L’invito fatto agli amici prevedeva la mia testimonianza e mi presentava come
una missionaria con un “curriculum molto diversificato.
Il condividere la mia esperienza mi ha fatto ripercorrere un po’il mio ormai
lungo cammino nella CM, ed è stato anche
un momento di verifica su come vivo concretamente quello che dico a livello
teorico.
Nella
mia vita c’è stato un “eccomi” detto una prima volta come risposta ad una
chiamata, che mi ha portato a scegliere la CM senza sapere bene dove mi avrebbe portato. Poi
via via è divenuto un “eccomi” ripetuto cercando di accogliere “la sua volontà
in qualunque forma si manifesti”(Statuto n.7) nel piccolo della vita quotidiana
e in progetti e decisioni più importanti. Questa Sua volontà che passa
attraverso l’accettazione di un progetto CM. verificato, non solo a livello
personale, ma comunitario e anche attraverso gli appelli più urgenti della
realtà in cui ci troviamo. Tener presente questo a volte significa non dare per
scontato quello che facciamo, ma la ricerca a volte faticosa di come porci e di
come rispondere in maniera coerente alla realtà che ci interpella.
Ci
sono stati “eccomi” gioiosi accettati
con le ali ai piedi. E altri dolorosi, come strappi violenti,che mettevano in
dubbio se quello era veramente il cammino giusto.
I
giorni passano condivido il quotidiano semplice e fraterno con Lucia e Teresa e
altri momenti arricchenti come l’incontro con le varie sorelle che vivono in famiglia,
Justina, Carmen, Rosa, Gloria, Amelia Lidia, per telefono sento Margarida,
Odette e Conceiçao. Con ciascuna ci sono ricordi, avvenimenti, esperienze
vissute insieme, ed è bello aggiornarsi , ricevere e dare notizie dei nostri
gruppi.
C’e
spazio anche per una cena con Padre Giulio Carrara di vecchia data, e i giovani
postulanti della comunità dehoniana di Boavista, e un pranzo della domenica con
Milu sorella di Lucia e la sua bella
famiglia.
Con
Teresa Castro ci ritagliamo anche un pomeriggio turistico; la nostra meta
sempre attraente è la “Foz”, dove il
fiume Douro entra nell’Atlantico, ma quando arriviamo il vento è fortissimo, mi
aspetto quasi di volare, e quindi ci
rifugiamo in una struttura che a detta di Teresa dovrebbe essere un ristorante,
e invece ci ritroviamo nell’oceanario, lo visitiamo, davvero interessante il
mondo acquatico e marino che vediamo. Ci rilassiamo e divertiamo, correndo poi,
un po’ in ritardo per la cena che ci aspetta con padre Arnaldo, anche lui di
vecchia data.
Arriva
il 25 marzo Solennità dell’Annunciazione del Signore, con Lucia e Teresa
partecipiamo all’eucarestia e ci sentiamo in comunione con tutta la CM.
Nel
pomeriggio accompagnata ancora da Lucia e Teresa riparto da Porto con destino a Lisbona.
Oltre
alle valigie porto con me alcune
magnolie e fiori del nostro giardino,
anche loro devono passare diversi controlli, penso chissà se resisteranno fino
a Bologna!
Arrivo
a Lisbona e qui mi fermo da Teresa Gonçalves, lei non è ancora andata a messa,
e ci tiene ad andarci insieme. Cosi, sono alla seconda eucarestia, di questa
festa, andiamo nella Chiesa di Loreto
per sentirci in comunione anche con i padri Dehoniani.
Seguendo
il passo veloce di Teresa sia all’andata che al ritorno, a piedi, nonostante il
vento freddo mi godo un po’ di Lisbona
illuminata dalla luna.
Naturalmente
con Teresa si fanno le ore piccole, ma il mattino dopo è pronta a
riaccompagnarmi all’aeroporto. E’ il giorno dopo, la notizia della tragedia
dell’aereo precipitato sulle Alpi. Controlli più accurati e un po’ di ansia si
avvertono. Al controllo bagagli però vedo dei sorrisi quando passano i miei
fiori, e sono di nuovo in aereo. La vita non si ferma ed è veramente nelle mani
di Dio. Il cielo è nuvoloso ma squarci di azzurro lasciano intravedere la città
illuminata dai primi raggi di sole.. Valeu! e’ stata un esperienza veramente de
“braços abertos”.
Eccomi
di nuovo in Via Guidotti, anche i fiori arrivano, come segno di comunione e di primavera e anche qui in
casa in questa settimana c’è stata aria di novità: Lucia Maistro è la nuova
responsabile del gruppo e in più c’è Paola che farà parte del nostro gruppo.
Torno anche in tempo per partecipare alla festa “dell’Eccomi” di Bologna
impostata sul ricordo di Padre Albino, a un anno dalla sua morte. A fine
incontro vengono distribuite delle frasi dette da lui.
Quella
che tocca a me dice:
“La
nostra casa dovrebbe essere come una Betania un luogo dove Gesù possa abitare
volentieri e trovare una calorosa accoglienza, carità e spirito di servizio”.
Penso
che a Padre Albino stia ancora molto a cuore che nella nostra casa, nei nostri
gruppi, nella CM, nel nostro quotidiano ci impegniamo a costruire questa
dimensione della nostra spiritualità. E senz’altro ci sostiene e intercede per
noi.
festa dell'eccomi
Il sì di Maria ha fatto in modo che l’Incarnazione avvenisse per il bene della Chiesa
“ECCO
LA SERVA DEL SIGNORE: avvenga per me secondo la tua parola”. Questa è stata la
risposta di Maria, la ragazza di Nazaret. Questa parola ha fatto sì che la
Parola si facesse carne, visto che esisteva prima della creazione del mondo.
Gesù è venuto ad abitare in mezzo a noi, in ciascuno di noi, nella Compagnia
Missionaria.
Come sempre questa festa è molto importante per noi
perché, per il sì di Maria al progetto del Padre anche tutta la Compagnia
Missionaria è un sì alla volontà del Padre. Un tale tesoro non possiamo tenerlo
solo per noi. L’abbiamo perché venga donato. Un dono che cerchiamo di
condividere e diffondere.
I
tesori vanno condivisi
Noi abbiamo condiviso questo bellissimo tesoro il 23
marzo 2014, la domenica precedente all’Annunciazione del Signore. Ci siamo
riuniti: amici e familiares intorno ad un tavolo, sotto lo stesso tetto. In
famiglia non può certo essere diverso. E insieme abbiamo riflettuto sul valore
di questa festa per la Chiesa e per tutta la Compagnia Missionaria. In
particolare abbiamo sottolineato il “peso” di grazia che consiste nell’avere
Maria come GUIDA della Compagnia
Missionaria. E quello che rappresenta.
Come
disse Gesù: “Non di solo pane vive
l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”(Mt 4,4), ci siamo
poi disposti intorno all’altare, per saziarci del pane della Parola e del pane
dell’Eucaristia. Momento alto di festa. La sfida ci ha spinto poi a bere
l’acqua della vita che è Gesù, offerta anzitutto alla Samaritana.
Il Signore vuole che i fratelli vivano in armonia. E
così abbiamo gustato insieme una buona merenda, arricchita da un’armoniosa
conversazione. Ciascuno ha comunicato quanto aveva nel cuore. La gioia di un
incontro come questo così tanto atteso. Lo stare insieme sulla “cima del monte”
ha segnato il nostro pomeriggio tanto che sembrava non terminasse mai.
A
volte pensiamo che tutto è finito e invece è l’inizio di tutto. Siamo ritornati
alle nostre case, alle nostre famiglie, dai nostri vicini, alle nostre
professioni che sono luoghi teologici che Dio ci ha donato. Così, con
semplicità di cuore ci siamo lasciati con il desiderio di incontrarci ancora.
In comunione
Gloria
Neto
visita di dolores ai familiares
Il gruppo di Funchal comunica
La responsabile centrale dei
Familiares, Dolores Biggio, insieme con il marito Franco, ha fatto visita ai
gruppi del Portogallo dal 22 di aprile all’8 di maggio.Il gruppo dei Familiares di
Funchal (Madeira) si è riunito con Dolores e con Franco il giorno 23 di aprile,
nella sede della C.M.
Dopo
i saluti abbiamo pregato la liturgia dei vespri; conclusa, Dolores ha esposto
il cammino di preparazione alla prossima assemblea nell’aprile del 2015:
“Familiares della C.M., luce del mondo – sale della terra nella reciprocità”.
Questo cammino di preparazione è
un’occasione per riflettere sul nostro essere Familiares della C.M. nel mondo
in cui viviamo. Siamo stati chiamati a essere luce del mondo e sale della terra
e abbiamo colto questo invito. E allora: stiamo portando questa luce di Cristo
nel mondo che vive nelle tenebre o conserviamo questa luce solamente per noi?
Nel giorno 25 di aprile si sono
riunite a noi, Dolores e Franco anche le missionarie. E’ stato un incontro
molto bello, con i suoi momenti di preghiera, di condivisione delle esperienze
e di riflessioni sulla C.M. Abbiamo vissuto un momento di ricordo per il nostro
fondatore padre Albino Elegante. Non starà più fisicamente fra noi ma
continuerà a orientarci comunque ed a intercedere in cielo per questa sua opera
sulla terra. L’incontro si è concluso con una “merendina”.
La visita della responsabile
centrale è stata importante per dare forza alla nostra appartenenza alla C.M.
ma soprattutto ci ha aiutato a sentirci ancora più uniti come gruppo Familiares
alla C.M. nel mondo. Dolores, grazie per la tua visita e un abbraccio a tutta
la C.M.
Amicizia e comunione
Funchal La visita ai gruppi
portoghesi, organizzata con gioia e curiosità, è, invece, iniziata con una nota
di tristezza. Il giorno prima della partenza Martina mi comunica per telefono
che padre Albino ci ha lasciato. La notizia mi addolora e frastorna; cosa
faccio? Parto? Vado a Bologna? Il desiderio di salutare un'ultima volta il
padre è forte; però ci sono gli impegni presi, altre persone sono coinvolte in
questo viaggio. La voce pacata di Martina al telefono che mi fa notare che
padre Albino mi avrebbe detto di andare, mi aiuta e dopo essermi confrontata
con mio marito ed altre persone amiche, decido di partire. Il fatto che con me
ci sia Franco mi aiuta moltissimo. Arriviamo a Madeira all'imbrunire. L'isola
ci accoglie con le sue luci che dalla cima dei monti scendono verso il mare.
Dopo alcuni minuti di attesa arriva Joao Carlos. E' subito una festa vederlo!
Ci accompagna a cena poi... a casa! La casa della CM a Funchal. Appena si apre
la porta, la prima cosa che vedo sono le immagini del Cuore trafitto e della
Madonnina delle origini; erano lì a darci il benvenuto, a farci sentire a casa!
Il giorno dopo, mercoledì, ci siamo riuniti con tutto il gruppo. L'incontro è
stato molto bello, festoso e… serio! Padre Albino era presente nel cuore e
nella mente di ognuno senza tristezza ma con la gioia della consapevolezza che
sarà sempre con noi. Dopo un primo
momento in cui ci siamo presentate, abbiamo “preso in mano” le schede di
preparazione all'assemblea. Le abbiamo riviste insieme, ne abbiamo commentato
le domande, abbiamo visto che il lavoro da fare è molto impegnativo ma è quello
che da senso al nostro essere cristiani e familiares. Conoscere le familiares
di Funchal è stato come aprire una finestra su ognuna di loro. Ho conosciuto un
po' della loro vita e spero di aver lasciato conoscere un po' della mia. Il
venerdì successivo ci siamo riunite familiares e missionarie. E' Stato molto
importante vederci insieme e riflettere come CM sul da farsi per far conoscere
il nostro Istituto. Si è battuto soprattutto su l'impegno di ognuno per il bene
di tutti. I due incontri sono stati molto utili e la cosa importante è stata
che io non mi sentivo tra sconosciuti , tra estranei, ma con persone con le
quali ero in sintonia. Franco mi ha
accompagnata non solo come mio marito ma come familiaris. Così eravamo due
familiares italiani che hanno incontrato la CM di Funchal, in un clima di
amicizia e comunione.
Fili
invisibiliFili
che dita sapientisanno intrecciare,scelti,accostati con cura.
Con i versi di questa poesia di Francesca Righi che io
amo tanto, ho voluto salutare le persone che con semplicità e gioia ci hanno
fatto sentire parte di uno stesso tessuto.
PortoArrivati a Porto ci ha accolto il sorriso buono di
Serafina. A casa abbiamo rivisto con piacere Lúcia e Teresa. Dopo diversi anni,
la casa ha ripreso a vivere con loro. Anche a Porto c'è stato un incontro molto bello con le missionarie e un gruppo
di amici. Ci siamo presentati, abbiamo
presentato le due realtà: missionarie e
familares, poi ho spiegato il tema che avevamo scelto per la nostra assemblea: “Luce
del mondo, sale della terra”. Dopo l'incontro abbiamo vissuto un gioioso
momento conviviale dove ho potuto parlare con alcune missionarie e amici
presenti. C'è stato uno scambio personale di idee, di desideri, di sogni.... Il
Signore saprà cosa fare di tutto ciò. L'affetto e la disponibilità delle
missionarie hanno reso la nostra “tre giorni” di Porto una esperienza molto
bella.
Lisbona
Alla stazione di Lisbona siamo stati accolti dalla
missionaria Maria Teresa Goncalves. Il
giorno dopo, domenica, abbiamo incontrato le familiares. L'incontro è iniziato
con la celebrazione dell'Eucaristia. Dopo la messa siamo saliti in casa e abbiamo
continuato, prima presentandoci e poi entrando direttamente nel tema della
giornata. Mancava una familiaris che si occupa della mamma anziana. Abbiamo
visto insieme le difficoltà del gruppo. Abbiamo parlato dell'importanza di
sentirci “famiglia” e del mantenere vivo
il “Noi CM”. I problemi economici che derivano dal momento di crisi che sta
attraversando il Paese, limitano molto le attività del gruppo. A Funchal, con
João si era parlato dell'opportunità di un incontro di tutti i familiares
portoghesi. Riprendendo il discorso a Lisbona, si è visto come questo è
praticamente impossibile per la situazione economica e lavorativa delle
familiares. Credo, però, che si debba riflettere insieme sulla possibilità di
realizzare un evento del genere che potrebbe infondere un po' di entusiasmo nei
gruppi. Dopo tutta una giornata insieme abbiamo concluso con una deliziosa merenda
in allegria. E' stato un bell'incontro: abbiamo pregato, abbiamo mangiato, discusso,
riflettuto; abbiamo fatto famiglia.
Siamo tornati a Genova molto contenti. Tutti si sono
preoccupati di farci star bene. Hanno dedicato parte del loro tempo per farci visitare le cose belle del Paese.
Abbiamo respirato il profumo del sacro con ogni gruppo con cui ci siamo
incontrati; vorrei allora concludere con questo bel pensiero: “Rendere sacri
i piccoli luoghi che abitiamo non significa costruirci intorno altari o
cappelle: renderli sacri vuol dire semplicemente scaldarli con una scintilla di
amore e questo è sempre possibile. Sempre” (Maria Teresa Abignente).
Dolores Biggio,
responsabile centrale dei
familiares
sono molto felice!
“Canterò al Signore per tutto quello che Egli ha fatto per me,canterò al Signore per tutto quello che Egli ha fatto per me”
Con
queste parole desidero esprimere la mia gratitudine al Signore della Messe per
la mia vita, per i miei familiari, amici, per la Compagnia Missionaria del
Sacro Cuore e per le persone che Dio ha posto
sul mio cammino e che mi hanno aiutata a crescere nella fede.
Mi sono consacrata al Signore con la prima
emissione dei voti il 5 agosto 1989 nella C.M. e quest’anno celebro il mio 25°
di consacrazione in secolarità.
Ricordo perfettamente quel giorno! Poiché condividevo la mia vita con
Qualcuno … ed ero la “fidanzata” più
felice del mondo. Ero! E continuo ad esserlo! Davvero mi sento realizzata e
sento che sono al mio posto. Se potessi ritornare indietro, oggi farei la
stessa cosa.
Come
mi sento oggi? Ripeto le stesse parole: Sono la sposa più felice del mondo !
Nonostante le difficoltà che ci sono state e ci sono: le gioie e le tristezze,
le certezze e le incertezze, le lotte e le sconfitte, comprensioni e
incomprensioni … poiché fanno parte della vita! Ma, tutto posso in COLUI che mi conforta:
Gesù Cristo. Sono stati soprattutto questi momenti di “prova” che mi hanno
fatto crescere in tanti aspetti. Sono molto felice per il fatto che Dio mi ha
chiamata ed una vita di consacrazione secolare e nella Compagnia Missionaria.
Mi
sento serena e felice, molto amata dal mio Amato e desidero chiedere la
protezione di Maria perché Lei mi aiuti a fare la volontà di Suo Figlio. Lui vuole la mia e la nostra felicità e nella
misura che sono e siamo fedeli al Suo progetto dipende la mia e la nostra
felicità.
Concludo con le parole del Cantico dei
Cantici:
“… Lungo la notte, ho cercato l’amore dell’anima mia;
l’ho cercato, ma non l’ho trovato. Mi alzerò e farò il giro della città per le strade e
per le piazze; voglio cercare l’amoredell’anima mia. L’ho cercato, ma non l’ho trovato. Mi hanno incontrata le guardie che fanno la ronda in
città: “Avete visto l’amore dell’anima mia?”. Da poco le avevo oltrepassate, quando trovai l’amore
dell’anima mia. Lo strinsi forte e non lo lascerò …”
“Così spero!”. Con queste parole esprimo la mia gratitudine a Dio Amore
per tutto quello che Egli ha fatto per me ed attraverso di me.
Maria Justina Gomes Carneiro
le campane della mia terra
Sono stata educata fin da piccola all’ascolto delle campane, quelle del mio paese. Esse chiamavano, ricordavano, convocavano e invitavano a lasciare tutto per recarsi in chiesa, la casa di Dio. Non era un imperativo, ma come amiche che richiamano all’essenziale: dare il primato a Dio, festeggiare la vita, riconoscere che “non solo di pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”.
Ho imparato ad ascoltare il suono delle campane e a rispondere affermativamente al loro appello, con i genitori, i vicini e con la gente semplice e credente del mio paese. Si usa dire che “è quando la pianticella è piccola che la si può raddrizzare”, ma io dico che è da piccoli che si impara a considerarsi creature davanti al Creatore e, come afferma D. Antonio Ferreira Gomes: “a rimanere in piedi davanti agli uomini e in ginocchio davanti a Dio”. Era, è e sarà per inginocchiarsi davanti a Dio e per alimentare la comunione fraterna a cui le campane ci chiamano e ci sfidano.
Tante volte ho ripensato, con una gratitudine immensa come l’oceano, alle persone con cui ho imparato ad ascoltare il suono delle campane e andare all’incontro con Colui che mi chiama e ama e con tutti coloro che, in seguito allo stesso suono, hanno lasciato tutto per recarsi in chiesa. Rivedendo il film della mia vita e ricordando i volti di coloro che mi hanno trasmesso la fede – alcuni di loro, comprese le figure più unite a me da stretti vincoli, già sono ritornate alla casa del Padre – mi invadono sentimenti di affetto, di riconoscenza… e sento la responsabilità di continuare a comunicare, con fedeltà, alle nuove generazioni l’eredità ricevuta.
I genitori del mondo attuale si sforzano di dare tutto ai figli e certamente in questo senso fanno tutto il possibile. Temo, però, che i veri valori rimangano offuscati, sottovalutati, ignorati e, di conseguenza, venga interrotta quella trasmissione di valori che noi abbiamo ricevuto. C’è bisogno di recuperare la nostra scala di valori e di discernere, alla luce di Dio, quali sono quelli che umanizzano la vita, accrescono la dignità della persona, aiutano a trovare il senso della vita, a costruire un progetto di felicità in sintonia con l’opzione fondamentale, a vivere nella fedeltà a noi stessi, a Dio e agli altri.
Mi dà gioia guardare indietro e vedere che, pure in altre parti dove non si sentiva il suono delle campane, ho continuato a fare l’esperienza che ogni uomo è mio fratello, che la mensa della condivisione del pane, della fede, della Parola e dell’Eucaristia è sempre preparata e c’è sempre un posto per tutti. Riconosco e ringrazio per la dedizione di tante persone – alcune di queste non so che volto abbiano – nel curare la chiesa con tutto ciò che comporta: pulizie, fiori, tovaglie…liturgia, canti perché hanno contribuito a rendere bello il luogo di culto e a creare uno spazio accogliente e festoso.
La vita non è mai sufficiente per lodare e benedire Dio e i suoi mediatori per gli innumerevoli beni ricevuti. Beato chi ascolta la chiamata di Dio e mette i suoi talenti a servizio della comunità. Mi chiedo spesso che cosa ne sarebbe della mia vita se non avessi imparato a sentire il suono delle campane, a lasciare tutto e dare tempo al Signore del tempo… Certamente la vita sarebbe molto diversa!
allarga la tua tenda
Nella sua visita ufficiale al nostro gruppo di Funchal, la presidente Anna Maria Berta, ha tracciato con noi un programma di riflessione/revisione utilizzando e consigliandoci due strumenti essenziali: lo Statuto e la Lettera programmatica per il sessennio 2008 – 2013.
Durante questo percorso di formazione, ognuna di noi ha scritto un racconto, partendo dalla frase “Io sono”... una pietra preziosa, un aspiratore, una violetta, un capriolo, una cucina, un fiore… Narrando la sua storia ognuna ha fatto riferimento a parole chiave o a sue convinzioni a proposito di Dio - Uomo/donna - Mondo- Chiesa -Missione -Istituto. Ha poi fatto seguito l’interpretazione del racconto da parte delle altre partecipanti, sottolineando gli aspetti osservati.
In un altro momento siamo passate alla lettura dello Statuto, e poi al confronto per scoprire il senso delle parole chiavi riferite.
Ecco in sintesi come sono sottolineate nel nostro Statuto:
Dio: è amore, comunione, gratuità, misericordia.
Uomo /donna: dignità, rispetto, mistero.
Chiesa:collaboratrice nel piano di salvezza, fonte di grazia, piena comunione
Società: luogo dove incarnare la nostra spiritualità, servizio continuo, competenza, solidarietà, speranza.
Missione: annuncio e testimonianza del vangelo. promozione umana, partecipazione nelle strutture temporali, laboratorio sperimentale.
Istituto: carità, perdono mutuo, formazione continua, preghiera, appartenenza, obbedienza nelle condizioni ordinarie.
Abbiamo costatato che nella vita di ciascuna di noi emergono alcune lacune che hanno poi le loro conseguenze. Allora coscienti delle nostre fragilità e confidando nella fedeltà del Signore, andiamo avanti “Tenendo sempre presente che la pelle diventa rugosa, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni.. però quello che è importante non cambia, la nostra forza e la nostra convinzione non hanno età” (Madre Teresa di Calcutta)
La lettera programmatica ci traccia un progetto: “ Un nuovo stile di vita per essere ,oggi, segno e profezia”
Ci accompagnano due idee chiave: Allarga la tua tenda (Isaia 54,2) La sapienza di Rute e di Noemi. Valorizzare l’antico e il nuovo, l’esperienza e la gioventù, per costruire insieme la C.M.
Padre Dehon ha scritto molto (otto volumi solo per l’aspetto sociale) Pero il brano più citato è: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne io la vivo nella fede del Fig