Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
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09 / 08 / 2024
Agosto 2024
Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico....
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09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique....
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09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
nella "casa del pane"
La liturgia ogni anno ci invita ad un cammino fatto a tappe (avvento, quaresima, pasqua feria…) con un unico obbiettivo: accogliere, celebrare, incontrare Dio nel mistero della sua incarnazione, morte e resurrezione.
E così che anche quest’anno, instancabilmente, la Chiesa ci invita di nuovo ad alzarci per andare verso Betlemme. Sì nella piccola città di Efrata (Michea 5,1). Siamo chiamati alla piccola Betlemme il cui nome significa “Casa del pane” . Nella casa del pane incontreremo Colui che si farà pane per noi.
Ma cosa comporta questo cammino verso Betlemme?
Il partire ci obbliga a lasciare… terra, amici, volti noti, cose… possiamo portare con noi solo ciò che uno zaino può contenere.
E’ un cammino dove non si corre, non ci sono premi per chi arriva primo. Chi arriva primo arriva solo! Insieme il cammino sembra meno faticoso, ci si consulta per capire quale strada prendere. Insieme, in un continuo discernimento nel dialogo e nel confronto. In questo cammino è necessario essere pronti ad accogliere il “nuovo” che ci viene offerto, senza paura… Camminando insieme, ci si aiuta a leggere i segni che ci vengono lanciati lungo la via. Facendo questo percorso c’è il tempo per raccontarci come Dio si è reso presente nella nostra vita, e con cuore orante, contempliamo i segni del Verbo incarnato in ogni persona.
E’ necessario esserci in questo cammino, lasciarci coinvolgere con coraggio e con passione. Il cammino ci educa all’accoglienza al dialogo, chiamati sempre a trasmettere speranza e letizia… Lungo il cammino c’è sempre anche il momento di crisi, stanchezza, delusione, è un camminare nelle tenebre ma con la certezza che chi ci ha invitato a Betlemme sa far splendere la grande luce che rifulge.
Questo avvento mi piacerebbe percorrerlo con questo spirito del viandante che costruisce il cammino camminando.
Ci incontreremo nella “casa del pane” e insieme contempleremo il Dio che si è fatto Bambino, e da Betlemme ripartiremo per rituffarci nel nostro quotidiano e dire in nostro sì in comunione con tutta l’umanità.
preghiera per l'assemblea dei familiares
Cuore di Gesù, fonte di speranza,
accompagnaci nel cammino verso la
V Assemblea Familiares.
Apri il nostro cuore e la nostra mente, per cogliere la bellezza, la profondità della nostra spiritualità.
Donaci:
- coraggio di testimoniare attraverso la nostra vita quotidiana, il tuo amore per l’umanità intera;
- zelo apostolico per condividere con Te la passione per il Regno.
Formaci alla scuola del tuo Cuore per incarnare ogni giorno, la comunione con te con i fratelli e sorelle che la provvidenza mette sul nostro cammino. Amen!
indizione v assemblea ordinaria dei familiares
“Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo” (Rm 15, 13)
Carissimi Familiares,
in virtù di quanto stabilito dallo Statuto, all’art.55,
CONVOCO LA:
V ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA
che si terrà a Roma
dal 02.01.2010 al 05.01.2010
Uniamoci tutti in una corale preghiera perché il Signore inondi della sua grazia la nostra Famiglia CM. Affidiamoci alla protezione della Vergine Maria, confidiamo in Gesù, e disponiamoci con docilità all’azione dello Spirito Santo, per giungere pronti a questo importante appuntamento.
In particolare invito tutti ad essere disponibili:
ad offrire il proprio contributo attraverso le schede che il CCF sta inviando;
a riflettere bene come singoli e come gruppo sul ruolo di quanti parteciperanno all’Assemblea, prima di designarli. Essi saranno chiamati in prima persona:
ad una verifica autentica del nostro essere Familiaris CM;
ad offrire idee, strategie per un futuro secondo il cuore di Gesù, per la crescita qualitativa e quantitativa dei Familiares CM;
e saranno chiamati ad eleggere il Responsabile Centrale e il Suo Consiglio.
In questo periodo di preparazione invochiamo costantemente lo Spirito Santo perché ci illumini e tutto avvenga secondo la Sua volontà. La nostra partecipazione alla S. Messa, i nostri momenti di adorazione Eucaristica, la meditazione della Scrittura e ogni preghiera, in modo particolare la nostra preghiera di offerta, siano vissuti intensamente per chiedere le grazie necessarie per celebrare bene l’Assemblea e perché essa porti frutti di comunione e di amore.
Chiediamoci costantemente cosa vuole il Signore da noi e disponiamoci con umiltà a ricercare modalità nuove perché il nostro appartenere alla CM sia sempre più autentico. La nostra appartenenza alla CM sia sempre più vissuta con atteggiamenti di umiltà, di donazione, di ascolto, di gratuità, pronti ad imparare ogni giorno di più a “perderci in Cristo” e vivere meglio i nostri rapporti con i fratelli.
Maria, nostra madre, guida e custode, accompagni il nostro lavoro, le nostre ansie, gioie, dolori, e invochi per noi e con noi il dono dello Spirito Santo, per essere ovunque autentici testimoni di speranza.
In comunione e fraternamente vi saluto.
un sogno realizzato
Albina è una missionaria portoghese, del gruppo di Porto. Ha 53 anni. Da sempre vive nella sua famiglia. Sarta di professione, in parrocchia fa la catechista, partecipa al coro e al gruppo biblico. Si interessa e dà il suo appoggio, con altre persone, ai senzatetto. Da molto tempo aveva un sogno: andare in Africa…
La decisione
Era l’agosto 2008. Stavo faccendo, con tutto il gruppo del Portogallo, gli esercizi spirituali annuali, quando in cappella, nel momento dell’adorazione, mi è venuta al pensiero una domanda: perché non andare il prossimo anno a fare un’esperienza in Africa? Perché non realizzare questo vecchio e accarezzato sogno, sempre rimandato? Infatti, questo desiderio era cresciuto con me da quando ero piccola.
Quest'idea non mi ha mai lasciata e andava prendendo sempre più consistenza, sentivo crescere in me una grande determinazione interiore che mi aiutava a portare avanti questo progetto; infatti, tutte le volte che sembrava sorgere un’ostacolo, immediatamente si presentava la soluzione. Questo era per me come un segno di Dio, mi diceva che il progetto era Suo e non soltanto mio. E' quindi arrivato il momento di comunicare al gruppo quanto andavo maturando e di sentire il parere delle mie sorelle. Tutto il gruppo mi ha dato il suo appoggio.
Il più difficille era comunicarlo alla mia famiglia…ma Dio mi ha dato la sapienza e la fortezza e io ho sentito che questa volta niente mi avrebbe fatto deviare dalla mia decisione.
Il desiderio più antico era quello di andare in Mozambico…era anche il primo spazio missionario della Compagnia Missionaria…ma a un certo punto ho preso coscienza che dovevo essere aperta alle necessità dell’Istituto. Questa apertura è stata molto importante, giacché nel frattempo mi è arrivata del Consiglio Centrale la proposta di cambiare il Mozambico con la Guinea Bissau. Qui sembrava esserci più bisogno perché Cecilia era venuta in Europa per partecipare alla Consulta delle responsalili di gruppo e per passare un periodo di vacanze e io ho accettato volontieri questo cambiamento; l’importante era potere servire ed essere utile.
Ho fatto di tutto
L’11 luglio sono arrivata in Guinea. Teresa, Antonieta e Ivone erano in aeroporto ad aspettarmi…e vi lascio immaginare i saluti e gli abbracci, la gioia dell’incontro. Era più di mezzanotte. In aeroporto c’era abbastanza luce…ma uscendo fuori ci trovammo immerse in grande oscurità che si trasformò in buio fitto nella misura in cui ci avviavamo verso casa. Mancanza di luce pubblica e mancanza di luce nelle case…il primo colpo che mi ha fatto prendere coscienza che eravamo già in Africa.
Mi sono sentita subito a casa, le missionarie mi hanno accolto veramente bene, e mi hanno fatto vedere il lavoro quotidiano di ognuna. Ho cercato di fare il mio meglio collaborando qua e là, secondo le necessità. Ma il mio principale impegno è stato la collaborazione con Ivone che gestice un “atelier” di cucito. Questo lavoro mi è molto piaciuto e l’ho trovato molto importante perché oltre al cucito c’è tutta una dimensione di promozione della donna veramente utile e importante.
Insieme a Teresa ho aiutato nel lavoro relativo alla scuola, tipo amministrazione e segreteria…veramente ho fatto di tutto un poco, perché le cose da fare erano tante e non si poteva stare soltanto a guardare.
Devo ringraziare veramente Dio che mi ha dato una buona salute…devo dire che non ho sentito particolari difficoltà con l’adattamento.
Il contatto con le persone era buono, con i bambini era ancora meglio…io non avevo un contatto diretto con loro, che erano affidati particolarmente ai giovani che in quel perdiodo facevano volontariato…ma i bambini sono sempre tanti in quella casa!
Ho trovato una Chiesa molto giovane…molti giovani già con delle responsabilità nei gruppi a cui appartengono. L’Eucaristia è sempre una festa con le danze e le offerte tipiche del popolo africano.
L’ora della partenza
Il giorno della mia partenza, il 31 agosto, è arrivato e devo dire che avevo già non poche “saudades” (= nostalgia)! Non parto sola: porto con me tante cose! In una realtà dove le carenze sono a tutti i livelli, emerge il valore della solidarietà. Presso quel popolo c’è sempre posto per chi ha bisogno, che sia uno della famiglia o no.
Ringrazio il gruppo che mi ha accolta con tanto affetto. Ringrazio il Cuore di Cristo che ha fatto di me uno strumento nelle sue mani. Adesso posso dire parafrasando il vecchio Simeone: “Già posso morire perché i miei occhi hanno visto l’Africa”.
“signore, tu mi scruti e mi conosci”
Aspetto ... aspetto ... aspetto ... nella preghiera, riflessione, verifica, questo momento di grazia.
Ho chiesto a Gesù un fiore, una rosa, mi ha dato un cactus pieno di spine.
Ho chiesto a Gesù un animale piccolino, bello, mi ha dato un bruco. Adesso sono triste, delusa, protesto ... questa è ingiustizia
Con il passare del tempo questo cactus è fiorito bello , troppo bello, il bruco è cresciuto è diventato una farfalla variopinta, con le ali colorate come l’arcobaleno.
Questa è la strada del Signore, bella e ritmata secondo il suo tempo.
Il Signore non mi ha concesso quello che volevo ma, mi ha donato quello di cui avevo bisogno.
La sua mano sta ricamando cose belle per la mia vita.
Grazie, Signore Gesù.
Dio mi chiama e mi ama
Questa frase piena di significato mi ha accompagnato in questo tempo e mi ha fatto arrivare ad una risposta generosa. Dal profondo del mio cuore ho detto il mio “Sì” per offrirmi a Dio. Un lungo processo vissuto giorno dopo giorno nella fede, nella speranza e nell’amore, e con la convinzione che la grazia della Sua chiamata era per me.
Questa chiamata mi ha reso forte nello spirito, mi ha dato zelo ardente per vivere questa vocazione. Per raggiungere questa meta ho superato diverse difficoltà e preoccupazioni. Un problema grosso l’ho sperimentato quasi alla vigilia della mia consacrazione, quando mio fratello che tanto amavo è morto. E’ stato un momento di grande sofferenza che ha portato dentro di me un cambiamento profondo. Ero nel buio totale e non potevo fare nulla. Questo fatto mi ha condizionato non solo per alcuni giorni ma per più di un mese. Tutto intorno a me era buio.. Ho protestato, ero delusa, quanta ingiustizia pensavo!
Dio però, si è servito di questa situazione per farmi risorgere, è venuto ancora a toccare il mio cuore , mi ha chiesto di abbandonarmi solo a Lui perché solo a Lui appartiene la vita. Ecco che Dio mi ha dato la forza per tornare al mio paese a vedere la tomba di mio fratello, sostare lì a pregare per lui. Ho espresso tutti i miei sentimenti, tutto quanto sentivo dentro di me . Nel dolore profondo ho avuto la forza di chiedere a mio fratello già in cielo di pregare per me e di benedirmi, perchè nonostante tutto potessi andare avanti e consacrarmi tutta al cuore di Dio. Tutta la mia famiglia mi ha appoggiato e hanno pregato perché avessi il coraggio di offrirmi a Dio. Una settimana dopo, ormai rientrata dal mio paese, mi sono ritrovata più tranquilla, ed entusiasta per continuare il mio cammino. Mi sentivo risorta. Ho continuato così la mia preparazione, ogni giorno, nella verifica, preghiera, meditazione personale, eucaristia e adorazione. Sostegni spirituali in cui credevo fortemente e che hanno sempre accompagnato il mio cammino e sostengono anche la mia vita e salute fisica. Dio dà sempre la cosa più bella a tutti coloro che sperano a Lui.
Egli sa tutto
“Signore tu mi scruti e mi conosci…”Questa è la disposizione del mio cuore davanti a Dio che sa tutto. Sa chi sono io con tutto quanto ho dentro di me: la mia lotta per arrivare a Lui, sa la mia debolezza, le mie mancanze, i miei peccati ed errori. Egli conosce il mio cammino spirituale , la mia gioia e la mia tristezza. Egli sa tutto..., quindi, non mi dà quello che desidero, ma, quello di cui ho bisogno. Mi rafforza secondo il suo volere, mi dà la capacità di dire “Sì”. Così, con questo stato d’animo ho fatto la mia consacrazione, e mi sono preparata ad accogliere il giorno più bello. Rendo grazie a Dio perché mi ha dato sempre l’ energia, la forza, e il coraggio. E soprattutto ha mantenuto in me uno sguardo ottimista e positivo su tutto quanto accadeva nella mia vita.
Prima della cerimonia c’è stata anche la preparazione intensiva del triduo ( tre giorni di ritiro) con p. Titus s.c.j. che ci ha aiutato a riflettere sulla chiamata e consapevolezza a vivere i tre voti: obbedienza, povertà, castità.
Dio chiama all’opera di salvezza. La chiamata è sempre iniziativa di Dio. La base della chiamata di Dio è la grazia gratuita, non perché siamo bravi, belle,ecc.,ma perchè Dio mi ama.
Il voto di castità per il Regno di Dio. La motivazione per viverlo è prima di tutto l’amore di Dio. In questo modo allora sarò pronta e disponibile. Devo sperimentare l’amore di Dio non solo per me stessa ma anche per gli altri. Fare il voto di castità significa che l’orientamento della mia vita dev’essere solo per il Regno di Dio.
Solo l'amore
Fare il voto di povertà significa che Dio deve essere l’ unica speranza e il mio sostegno. Egli stesso ha iniziato a vivere povero. Solo la persona che è capace di amare ha il coraggio di scegliere la strada della solitudine. Quello che ho lo offro di nuovo a Dio. Perché quando ho offerto tutto a Dio allora, ricevo ancora più di quello che avevo.
Fare il voto d’obbedienza significa affidarsi totalmente a Dio. Significa anche accogliere l’eredità del Fondatore p. Albino che ci dice: “Perdere tutto piuttosto che perdere la carità”. Un altro aspetto importante è obbedire a Dio e obbedire alla Responsabile dell’Istituto.
Con questi pensieri spirituali siamo così arrivate al giorno più bello e pieno di grazie: 22 agosto 2009. Non ho altre parole per esprimere i miei sentimenti. Ringrazio... ringrazio... e ringrazio Dio che mi ha chiamato e ha fatto tutto. Rendo grazie solo a te, mio Dio. Il 22 agosto ho pregato così: “Il Signore, mi fa essere benedizione per altri e per la Compagnia Missionaria. Fa’che io possa essere sempre fedele a te che mi hai chiamato e mi hai amato. ”
Terima kasih = Grazie a tutti quanti per le vostre preghiere e il vostro sostegno.
verso la v assemblea
Siate forti, rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore (Sl 30, 25).
È a partire da questa espressione del salmo 30 che intendo presentare in questo breve scritto il cammino che i Familiares della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore stanno percorrendo in preparazione della propria V Assemblea Ordinaria che si terrà nel prossimo Gennaio 2010, dal 2 al 5.
Lo slogan scelto come filo conduttore del nostro percorso e della celebrazione dell’Assemblea è “Noi Familiares testimoni di speranza”.
In un mondo come il nostro, dove tutto sembra ormai legato al vivere ogni evento come occasione unica e ultima di “godimento” delle realtà terrene, dove sembra difficile cogliere il senso del vero, del bello, del giusto, della fedeltà, del rispetto, del vero amore, dove “tutto” ha perso il senso del suo “esistere” per acquistarne uno diverso, quello dell’“usa e getta”, anche trattandosi delle stesse persone umane, in questo mondo siamo chiamati ad essere “testimoni di speranza”.
Ed allora noi cristiani e più ancora noi che abbiamo abbracciato uno stile di vita, contraddistinto dalla Spiritualità del “Cuore Trafitto”, la Spiritualità che attinge la sua forza in Colui che è stato “il Dono totale, gratuito, e per Amore”, non possiamo assolutamente restare inermi e lasciare che le cose vadano al contrario rispetto al progetto per cui sono state create. Essere “testimoni di speranza” significa far risplendere nel mondo che ci circonda la “verità, il bello, il giusto, il rispetto, il senso dell’amore”.
Interrogarci, soffermarci a riflettere, prendere coscienza è un atto dovuto, ma che non deve rimanere assolutamente sulla carta.
È necessario che anche oggi sorgano come ieri i “martiri” dell’Amore, coloro cioè che non hanno paura di dare tutto se stessi per far emergere non il desiderio di essere “prime donne” conformi alla mentalità di questo mondo, ma di essere persone che sanno mettersi in discussione per annunciare con la vita Cristo Gesù che è l’unica “Verità”, l’unica via di salvezza, l’unico che da senso alla nostra vita, perché Lui è la vera Vita.
Le parole del salmo 30, “Siate forti, rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore” sono un caloroso invito a non lasciarci travolgere dal vortice distruttivo del mondo e a confidare unicamente nel Signore.
Sia questo lo sforzo di ciascuno di noi per giungere ben preparati alla nostra Assemblea e trovare forti stimoli per “essere” gioiosi testimoni di speranza, per “essere” nel mondo piccole lampade che indicano la vera Luce, per “essere” il “sale” che da sapore, per “essere”, in tutta umiltà, costruttori di amore, di pace e di unità, secondo il Cuore di Cristo.
Chiedo a tutti di accompagnarci, in questo cammino di preparazione per l’Assemblea, con la preghiera, perché il Signore illumini la nostra vita, ci sorregga e infonda in tutti noi il desiderio di essere ovunque all’altezza del compito affidatoci e che scaturisce dalla contemplazione del suo Cuore trafitto per realizzare il dono di noi stessi nell'impegno quotidiano a vivere la sua totale disponibilità al Padre e agli uomini (statuto n. 7).