Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
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09 / 08 / 2024
Agosto 2024
Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico....
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09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique....
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Edvige Terenghi, administradora central, visita los grupos en Mozambique...
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09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
ritiro e incontro dei due gruppi cm di cile e argentina
Con grande gioia abbiamo partecipato al ritiro annuale a Còrdoba (Argentina) sia come missionarie argentine che cilene, insieme ad altre persone amiche della Compagnia Missionaria, che stanno facendo passi avanti per diventare familiares in Argentina. Ci ha accompagnato p. Guillerno Exner s.c.j. ed ha predicato Maria Elena Curuchet, laica e nostra amica. In tutti eravamo 19 persone. Al termine del ritiro, abbiamo fatto un lavoro insieme tra missionarie del Cile e dell’Argentina.
A partire dal materiale di riflessione che avevamo raccolto nel ritiro, che aveva come obiettivo quello della ricerca di come essere “segno e profezia”, ci siamo dati un programma da vivere quest’anno sia come missionarie che come familiares e amici CM, che è il seguente:
“In comunione e oblazione, segno di amore a servizio della Riconciliazione, con coraggio e fiducia”.
Ci siamo ispirate ad una lista di parole che ci avevano toccato in profondità nei giorni del ritiro, incentrati sulla “Lettera Programmatica”, che chiamiamo “L’ABC di un nuovo stile di vita”.
Ci siamo impegnate a preparare per la festa del 25 marzo e del Sacro Cuore di Gesù un materiale semplice per pregare sia in Argentina che in Cile nei giorni precedenti a queste Feste a noi care come CM. Il materiale per il 25 marzo lo preparerà il Cile e quello per il Sacro Cuore di Gesù noi argentine. Quando lo avremo preparato, lo condivideremo con tutti i gruppi.
Nell’incontro tra i nostri due gruppi abbiamo condiviso il nostro cammino e tentato di capire come si può configurare nel presente e nel futuro uno spazio CM in America Latina. E’ stato molto positivo e incoraggiante per tutte.
Gruppo Argentina: nuove vocazioni
Attualmente sono tre le interessate a fare un cammino dentro la CM come missionarie. Hanno già iniziato a fare un serio discernimento e sono decise ad entrare nel nostro Istituto. Silvia 35 anni e Andrea 34 sono di Resistencia. Silvia ha partecipato durante tutto quest’anno agli incontri di gruppo degli amici e durante il ritiro annuale di quest’anno ci ha manifestato la sua inquietudine al riguardo. Ella lavora in una clinica, nel settore amministrativo. Andrea lavora come ausiliare in un laboratorio di analisi biochimiche. La terza è Natalia, insegnante, di Cordoba. E’ rientrata da poco da un’esperienza di lavoro nel sud dell’Argentina. Da vari anni ella partecipa al nostro ritiro annuale. Ha chiesto ad Irma di poter iniziare il cammino dentro la CM.
Siamo molto contente e grate al Signore per queste nuove sorelle che, speriamo, diventino nel futuro parte effettiva del nostro Istituto. Qui a Resistencia, come sapete c’è Rosa che sta facendo il secondo anno del Biennio di formazione, accompagnata da Irma come responsabile della formazione in Argentina,
Come gruppo in Argentina abbiamo fissato le date dei nostri incontri di quest’anno e ve le comunichiamo perché ci possiate accompagnare con la preghiera, certe che in ogni incontro sentiamo che tutta la Compagnia Missionaria si fa presente in una vera comunione di spirito. Le date sono: 13-15 giugno a Resistencia; ottobre 10-12 a Santa Fe. Il ritiro annuale del 2010 sarà dall’8 al 14 febbraio ad Alta Gracia – Còrdoba. Rimaniamo sempre in comunione
amici della cm di nampula
Un gruppo della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore di Gesù composto da uomini e donne, il giorno 27 Novembre 2008, alle 8 del mattino, è partito con destino al distretto di Memba che fa parte della nostra provincia di Nampula, per una nuova missione cristiana. La finalità di questa missione era quella di annunciare la Parola del Signore e mostrare che cosa si propone la CM in questa terra e quali sono i suoi obiettivi con la gente.
Iniziamo con il viaggio: anzitutto è stato un percorso molto lungo con due soste, una nel distretto di Monapo e l’altra nel distretto di Nacala a Velha. E cosi è iniziata la nostra esperienza che io ho tanto desiderato perché volevo condividere qualcosa di molto importante che non avevo mai vissuto anche perché, essendo nuovo nel gruppo, questo era il mio primo viaggio con loro.
Pur facendo parte da poco tempo di questo gruppo, ho appreso molte cose e mi sento più libero e attivo nella C.M. e questo mi è parso un sogno trasformato in realtà durante il viaggio e la permanenza del gruppo nella Chiesa di Memba.
Dico questo perché non avrei mai pensato che le persone fossero cosi aperte e comunicative e capaci di trasmettere insegnamenti di vita. E’ stato questo che ha fatto sì che io mi sentissi con il cuore aperto e con molta pace dentro di me.
Concludo dicendo che, è stato un bel viaggio e che auguro alla Compagnia Missionaria che cresca e continui così per tutta l’eternità, mostrando agli uomini che Essa comunica la Luce di Dio e la vita eterna ed é una buona compagnia di vita.
Gli amici che ancora non hanno compagnia vengano alla C.M.: é una realtà!
il mio terzo viaggio in mozambico
Erano ben otto anni che non facevo un viaggio in aereo e già mi ero dimenticata i riti che lo precedono: prima cosa scegliere la valigia, grande, piccola, non si sa, dipende dai pacchi e pacchettini che ti arrivano da tutte le parti. Poi c’è da fare i conti con la bilancia che sfreccia subito sopra i 20 Kg. A questo punto intervengono più elementi: la testa, il cuore, il buon senso, l’altruismo per selezionare ciò che deve entrare e ciò che deve rimanere. Alla fine ti affidi allo Spirito Santo che illumini la persona che fa il check-in perché chiuda gli occhi, faccia pulsare il cuore. Ma grazie a Dio l’essenziale è partito.
Verso Lisbona... Johannesburg... e finalmente a Maputo!
Saluto calorosamente Anna Maria ed Edvige che mi hanno accompagnata all’aereoporto e mi affido con un segno di croce all’aereo che mi porterà a Lisbona. Il mio posto è F6 vicino al finestrino così posso vedere bene il panorama sia nel decollo che nell’atterraggio. A Lisbona dovevo incontrare Elvira e Teresa Gonçalves, ma all’ultimo minuto alcuni imprevisti non hanno permesso loro di venire all’aereoporto, così sono rientrata nella zona di transito e per nove ore ho osservato l’andirivieni della gente che, a seconda delle nazioni da cui arrivavano o partivano, cambiava colore della pelle e foggia dei vestiti. Devo dire che il tempo è passato veloce. Ho avuto anche la possibilità di ripassare il portoghese, perché ogni tanto qualcuno mi chiedeva qualcosa.
Finalmente è ora del mio volo per Maputo. Anche questa volta il mio posto è vicino al finestrino e dopo qualche minuto si è seduta vicino a me una signora un po’ formosa, mulatta e dagli ampi vestiti che, per star comoda durante la notte, ha alzato il bracciolo che divideva il mio sedile dal suo, costringendomi a rannicchiarmi contro la parete dell’aereo. Trovata la posizione giusta, ci siamo addormentate per risvegliarci il mattino dopo quando
l’aereo ha fatto scalo a Johannesburg. A detta del comandante, avremmo dovuto ripartire dopo 40 minuti, invece il tempo si è diluito fino a quattro ore per un guasto elettrico alle ruote dell’aereo. Con il motore fermo l’aria condizionata non funzionava e i 44°gradi di calor esterno sono penetrati dalle porte aperte e ci hanno costretti ad un spogliarello collettivo. Risolto il guasto, siamo decollati per Maputo per arrivare cinquanta minuti dopo. Lisetta e Giannina mi aspettavano per abbracciarmi e portarmi a casa. Irene Gina e Martina erano andate a messa , ma mi hanno fatto festa al ritorno.
Preparativi per la festa
A Maputo le Missionarie abitano in una villetta a due piani. Al piano terra vivono tre suore domenicane di S. Caterina da Siena e sopra alloggiamo noi. L’appartamento ha tre stanze da letto, cucina, sala da pranzo e due bagni.
Il momento più significativo di questo mio viaggio è stato il giorno della prima emissione dei voti di Helena e Gabriela. Esso è stato preceduto da due momenti importanti: gli esercizi spirituali e la scelta dei vestiti da indossare. Io avevo portato dall’Italia sei vestiti regalatimi da una signora chic, che ha cambiato il suo guardaroba. I vestiti erano belli: maniche corte, scollati, un po’ scuri e lunghi. Naturalmente c’era solo l’imbarazzo della scelta.. Ma ahimè! Quando ho chiesto un parere alle sorelle sulla scelta del vestito da indossare, mi sono sentita dire che nessuno dei miei vestiti chic andava bene. Uno dopo l’altro li ho indossati tra il caldo, il sudore, la fatica e commenti vari. Finalmente un vestito a sfondo nero con dei gran fiori ciclamino, rosa e bianchi poteva andare bene se abbellito da un po’ di bigiotteria. Ed ecco che Irene arriva con un cestino di collane una più bella dell’altra e ne troviamo una che mi dà un tocco di eleganza. Ma il giorno della festa, a detta di Mariolina, la collana non andava bene e, dal suo scrigno di “gioielli, sfila una collana di graffite che pende a forma di triangolo sul collo e copre la cicatrice della tiroide, però pesa tanto da comprimere le mie emozioni, ma… mi rendeva più femminile e adatta ad accogliere le sorelle che si avvicinavano all’altare per chiedere di essere ammesse alla consacrazione. Ah!… mi dimenticavo! Neanche i sandali erano in sintonia con il vestito e, all’ultimo minuto, ho dovuto calzare i sandali di Irene con un po’ di tacco e una striscia argentata davanti.
La consacrazione di Helena e Graciela
Sistemato il problema del vestito a Maputo, il giorno dopo ci siamo trasferite a Matola presso le Suore Vincenziane per gli esercizi spirituali. Il posto era ricco di fiori e di piante gigantesche di mangos e mafura. Le camere erano piccole e dentro si moriva di caldo. Meno male che nella sala degli incontri e nella cappella si respirava per le ampie porte e finestre spalancate. Il sacerdote che ci ha tenuto gli esercizi era mozambicano, magro e sobrio nell’esposizione. Ci ha presentato le beatitudini in maniera stringata, lasciando alla nostra iniziativa l’approfondimento e l’applicazione.
Abbiamo sempre pranzato e celebrato l’eucaristia con le suore Vincenziane, davvero accoglienti. Per la festa di consacrazione delle sorelle ci siamo trasferite al seminario diocesano di Maputo. E’ un Seminario di tipo spartano, disadorno, ma per la circostanza la chiesetta era stata abbellita da capulane e fiori e la sala da pranzo dai manifesti del quarantesimo della C.M.. Ha presieduto la celebrazione il Vescovo di Maputo, Dom Francesco Chimoio, francescano, che nell’insieme della cerimonia ha saputo dare la giusta collocazione alla vita consacrata. Irene faceva da speaker e il gruppo della parrocchia della Vittoria ha animato con i canti e le danze che hanno dato un tono di mistero e di solennità alla celebrazione, soprattutto nell’azione di grazia. Helena e Gabriela sembravano due reginette. Ben vestite, sorridenti e compunte si sono avvicinate all’altare tra i flash delle macchine fotografiche e passando in mezzo a due file di adolescenti che danzavano. Il tutto si è svolto in un clima gioioso, che invitava alla riflessione e alla preghiera.
Alla fine uno scroscio di applausi ha concluso la Messa e ha dato il via al pranzo, dove c’erano più di duecento persone. Nel tavolo principale hanno preso posto il Vescovo, il Rettore del Seminario, le due festeggiate con i loro parenti. Alla fine del pranzo è incominciata la sfilata di amici e parenti con i loro doni. Ogni gruppo o persona singola presentava il proprio regalo, avvicinandosi alle festeggiate cantando e danzando.
Io pensavo di dover solo assistere allo spettacolo, quando Martina mi si è avvicinata con un bel cesto ben confezionato, contenente i vari doni che avevo portato dall’Italia per le festeggiate. Per la circostanza ho dovuto improvvisarmi danzatrice, un po’ goffa e anchilosata, ma sostenuta dal canto del gruppo della parrocchia. Vi devo dire che le danze e l’aria di festa hanno sgranchito le mie articolazioni e mi hanno fatto respirare un clima gioioso e familiare.
Al centro culturale di Nampula
Qualche giorno dopo sono andata a Nampula, città molto più povera di Maputo, ma ricca di bambini che ti salutano per strada e ti chiedono un passaggio in macchina. A Nampula le Missionarie hanno due casette una di qua e l’altra di là della strada, confinanti con l’Università di Pedagogia. Una casa funge da abitazione delle Missionarie, l’altro edificio ospita il “Centro Napipine” dove c’è la biblioteca, la saletta dei computer, tre camerette e una cucina. Questa seconda casa ospita attualmente due ragazze che stanno studiando e, allo stesso tempo, sono alla ricerca del loro futuro. Si avverte in casa la presenza giovanile. Al momento comunitario della preghiera di lodi e vespri, c’è più movimento, vivacità e perfino le piante e i fiori del giardino dimostrano di essere curati e di partecipare al calore di tutta la famiglia.
Che altro devo dire di questo viaggio? Sono contenta che il Consiglio mi abbia offerto questa occasione. Personalmente non mi sentivo preparata a rappresentare la Presidente e il suo Consiglio, ma dentro di me è prevalso l’atteggiamento della semplicità e della fraternità. Mi sono così messa accanto alle sorelle giorno dopo giorno, come una che si sente membro di quel gruppo e in una maniera fluida e spontanea ci siamo comunicate molte cose. Posso dire che le sorelle lavorano molto e con serenità.
Hanno a cuore il problema vocazionale e per questo sono disposte anche a dei faticosi spostamenti per incontrare le giovani segnalate dai vari sacerdoti. Direi che tutte hanno una spiccata sensibilità per il sociale e le persone che hanno bisogno di aiuto sembrano non finire mai. Attualmente la maggior parte dei giovani chiede di studiare e le famiglie vorrebbero avere una casa in muratura, il loro attuale “status-symbol”. Ma oltre a questi due tipi di richieste ci sono tante altre necessità urgenti come quella della sanità, di avere un lavoro, di poter avere accesso ai mezzi di trasporto, di avere un aiuto per le famiglie numerose, ecc.. Vi assicuro che davanti a persone bisognose che implorano il nostro aiuto, mi sento impotente e questo travaglio non ti lascia dormire sonni tranquilli. Ringrazio il Signore e voi tutte per avermi permesso questa bella esperienza. Chiedo con insistenza nelle mie preghiere che il Signore sciolga il mio e il vostro cuore da ciò che ostacola la carità. Il nostro essere Missionarie fa sì che la nostra vita sia spesa per gli altri, senza tenere nulla per sé. Dio vuole attraverso di noi rimanere tra gli uomini e diffondere l suo regno di amore.
viaggio a gisting
Carissima Santina,
ecco, il racconto del nostro viaggio a Gisting di Lampung.
Come avevamo programmato in ottobre insieme a te, durante il corso di formazione a Parung, siamo andate a far visita a padre Sugino a Gisting. Durante il ritiro di gennaio Anet ci aveva proposto, di fare quello di febbraio a Gisting, così si potevano unire due cose: la visita a p. Sugino e il nostro ritiro. Siccome toccava ad Anet organizzarlo, ci siamo accordate e abbiamo così deciso di andare a Gisting.
Dopo una programmazione fatta bene da Anet, venerdì sera verso le ore 20.30 ci siamo incontrate alla stazione di Gambir - Jakarta e con il pullman delle ore 21.00 siamo partite per Lampung. Questa volta abbiamo cercato di prendere un pullman più comodo, ( non come quello che avevamo preso con te l’altra volta! ) perché il viaggio non fosse tanto pesante e avessimo così la possibilità di dormire e riposare un po’, perché all’ indomani ci aspettava un programma da svolgere e non c’era tempo per il riposo.
E’ stato un viaggio buono; verso le 8.30 del mattino siamo arrivate alla Casa del Noviziato S.C.J. Padre Marmidi ci ha accolto e ci ha accompagnate al nostro alloggio. Abbiamo chiacchierato un po’ insieme e fatto la programmazione. Ciascuna di noi poi ha preso la sua camera. Dopo una doccia ristoratrice abbiamo recitato insieme le lodi e fatto una bella colazione a base di “ riso fritto”!!!.
Padre Marmidi è venuto di nuovo per dirci che padre Sugino ci stava aspettando. Ci siamo salutati, abbiamo chiacchierato un po’, poi ci ha fatto visitare la loro casa e la Casa di riposo S.C.J. che hanno appena costruito. È una bella costruzione!
Padre Sugino era appena rientrato da Roma e ci ha dato alcuni regalini. Il Padre ci ha racconto dell’incontro avuto con te e Anna Maria a Roma…Il nostro è stato un incontro molto bello e costruttivo perché il Padre ci ha dato alcune indicazioni concrete su come dobbiamo camminare in futuro. Questi i punti che ci ha indicato:
Impegno per una maggior solidità interna al gruppo; cercare di stabilire una forte unione tra di noi. Ciascuna deve essere convinta della sua chiamata.
Creare un dialogo e una comunicazione più intensa e sincera…
Fare un programma di attività per rispondere alle varie proposte che riceviamo, tenendo conto delle situazioni e del tempo che abbiamo.
Essere attente alla dinamica del “rigenerare” e far conoscere agli altri la nostra vocazione. Essere attrattive !!!
Andare avanti con coraggio!!
Abbiamo fatto le foto e siamo andate a pranzo insieme con i Padri e novizi.
Verso le 16, abbiamo cominciato il nostro ritiro sul tema “PARADIGMA NUOVO”. Un bel tema. Padre Sugino ci ha lasciato alcune domande su cui riflettere :
1. Come vedo me stessa?
2. Come vedo gli altri?
3. Come vedo la situazione attorno?
4. Qual è la mia visione della vita? È simile a quella che Dio vuole della mia vita?
5. Nella vita di consacrazione sono io che “ordino” a Dio che realizzi i miei desideri o i miei sogni?
6. Chi sono io secondo il tuo sguardo, o mio Signore?
Abbiamo vissuto e trovato un clima aperto e caloroso. Verso le 18 siamo andate in cappella per l’adorazione e recitare i vespri insieme a tutta la comunità, Padri e novizi. Questa esperienza di preghiera mi è molto piaciuta.
Dopo cena, Padre Sugino si è reso disponibile per parlare con ciascuna di noi, poi abbiamo deciso alcune cose pratiche che riguardano il nostro gruppo di Jakarta.
Tra i vari punti:
Stiamo portando avanti l’iniziativa che abbiamo preso con te a Parung di visitare ogni mese alcune di noi. Così:
domenica 22 febbraio andremo a casa di Lucy con questo programma :
- pregare
- mangiare
- parlare del ritiro di marzo.
La visita a casa di Anet la decideremo più avanti.
Abbiamo visto insieme come programmare alcuni momenti importanti che vivremo quest’anno :
- L’entrata nel biennio di formazione di Anet
- la rinnovazione dei voti di Mudji
- gli esercizi spirituali in luglio (Lucy sta programmando e coordinando il tutto)
- la cerimonia dei primi voti di Ludo e Antonia.
Finito questo incontro è venuto padre Marmidi per invitarci a fare un po’ di relax, di ricreazione insieme ai novizi e postulanti e anche per far la festa dell’ HAPPY VALENTINE. Ciascuna di noi si è presentata dicendo il proprio nome e da dove veniva . Loro invece hanno fatto un spettacolo: recita di poesie, canti e racconti spontanei. Poi da parte nostra, abbiamo invitato loro a giocare al bingo = “tombola”, con regali portati da noi da Jakarta. E’ stato molto divertente e interessante!
Verso le ore 23 padre Marmidi ci ha portato alla scuola del villaggio perché c’era un incontro per i giovani della parrocchia. Erano tanti: piccoli e adulti. Il Padre ha voluto dare un po’ di tempo anche a noi per presentarci e farci conoscere. Ho parlato io, però, solamente 5 minuti perché era già troppo tardi. Siamo tornati a casa verso l’una di notte…Avevamo molto sonno e ci siamo addormentate subito perché la stanchezza era grande, però, eravamo molto contente..
Il giorno dopo alle sei del mattino ci siamo ritrovati tutti insieme per la recita delle lodi e eucaristia nella cappella . Padre Priyo ha preseduto la messa. La Parola di Dio parlava del lebbroso. Ci ha rivolto una domanda: ciascuno di noi porta dentro di sè una lebbra....quale?
Subito dopo colazione ci siamo salutati e preparate per il ritorno a Jakarta.
Abbiamo fatto lungo viaggio, ma grazie a Dio tutto è andato bene.
Jakarta, 19 – 20 febbraio 2009
viaggio a memba
A conclusione dell’anno 2008 il gruppo degli amici della CM di Nampula, ha organizzato un ritiro che si è realizzato l’ultimo fine settimana di Novembre in una località sul mare chiamata Memba. Abbiamo chiesto ai partecipanti alcune risonanze e qualcuno si è anche impegnato. In attesa del contributo di qualche membro del gruppo, mi accingo a riportare quanto abbiamo vissuto.
Dieci anni di esistenza
Avevamo già raccontato alcuni mesi fa (17 agosto 2008) della festa dei 10 anni di questo gruppo. In effetti la composizione di questo gruppo è piuttosto dinamica.
L’inizio del gruppo nel 1998 con Mariolina che aveva risposto al desiderio di alcuni suoi studenti (dell’Università Cattolica del Mozambico = UCM) di conoscere la spiritualità dehoniana.
Un gruppo che da molto tempo si riunisce regolarmente ogni mese per vivere momenti di riflessione e di condivisione
Dunque un gruppo di studenti dell’Università Cattolica che, dopo dieci anni si ritrovano a ricoprire cariche di responsabilità dovute alla preparazione e competenze acquisite durante questo periodo.
Questo fatto è positivo ma richiede una certa capacità di accettare che la maggior parte delle persone si trovano a svolgere la propria professione in città diverse a volte temporaneamente, a volte definitivamente.
Persone in diaspora
Una di queste persone di nome Felisbela si trova temporaneamente a Memba un distretto sulla parte costiera, a svolgere il servizio di Amministratrice (Sindaco) di quel distretto. Felisbela é vedova con quattro figli già grandi, ha frequentato fino a due anni fa la facoltà di Diritto dell’UCM e dopo aver ricoperto altre cariche pubbliche ora ha dovuto rispondere ad una situazione delicata che richiedeva la sua competenza.
E’ stata proprio lei che ha suggerito al gruppo di realizzare un incontro-ritiro e vivere un fine settimana in questo luogo che dista circa 200 km da Nampula.
E così ci siamo organizzati chiedendo la collaborazione a P. Elia Ciscato scj che si è messo a disposizione ed ha svolto con grande impegno il tema richiestole: “IL CRISTIANO OGGI QUI”.
Eravamo una decina di persone e siamo stati ospiti della comunità parrocchiale di Memba che ha messo a disposizione alcuni locali adibiti a giovani studenti e così siamo riusciti a vivere un fine settimana tra riflessione e relax in un ambiente molto bello dal punto di vista del paesaggio, mare azzurrissimo, natura africana come sempre affascinante.
Un gruppo in movimento
Attualmente il gruppo è composto da persone della prima ora tipo Lucia Leo (che alcune di noi conoscono bene e che tra l’altro ha una grande ammirazione per P. Albino Elegante che ha conosciuto in Mozambico) e da persone più giovani.
Dei primi erano presenti oltre a Lucia: Bonifacio, Olimpio e naturalmente Mariolina. C’erano anche persone che hanno aderito da poco al gruppo, più giovani sempre studenti universitati; tra loro Renato, Nunes, Gildo, Geltrudes.
Si è poi aggregato a noi il Dr. Amanzio, cardiologo specialista, italiano che presta la sua opera gratuitamente nell’ospedale di Marrere e che ha partecipato con interesse a questa nostra iniziativa.
Il cristiano oggi qui
Certo momenti come questi aiutano a fermarsi e a riflettere su quale fondamento sicuro poniamo la nostra vita e se cerchiamo di capire sempre meglio quello che è il nostro impegno oggi come credenti.
P. Elia Ciscato ci ha fatto dono di una riflessione che ha aiutato ciascuno di noi a ritrovare quella base sicura che viene da Dio: il Suo Amore. Solo accettandolo e ringraziando possiamo entrare nel mistero dell’amore di Dio. Possiamo così , a partire dal Suo Dono offrire la nostra vita, trasformare la nostra vita secondo il progetto di Dio, seguendo Gesù, seguendo la sua Persona.
Ci è richiesto allora di avere disciplina e discernimento e quell’equilibio che non è facile perchè la nostra capacità di sperare è messa a dura prova dalla sofferenza e dalla disillusione. Come resistere e camminare nel mezzo delle varie situazioni con pazienza e perseveranza? Il nostro essere alternativi e rappresentanti di un’altra logica richiede uno stile di fedeltà al Cielo – apparteniamo a Dio e di fedeltà alla Terra perche apparteniamo alla terra. E’ l’incontro del Vangelo con la storia. Ci è chiesto di essere testimoni dell’amore di Dio e segni di speranza per le persone che ci circondano.
Le sfide sono quelle che ci fanno percepire il grande salto che sta avvenendo nella nostra società post-tradizionale , condividiamo gli stessi schemi mentali di tante persone, il pensiero debole, liquido, il relativismo, dobbiamo confrontarci con gli altri: sta cambiando l’idea di tempo, la nostra mente...
Il cristiano di fronte a queste sfide, con l’aiuto della Parola, potrà diventare la persone della speranza, del coraggio, della comunione e fermento nella pasta. Il cristiano non può guardarsi l’ombelico ma é per gli altri e dovrà rimanere legato al contesto dove vive.
Logicamente non riusciamo a dare un’idea piena di quanto abbiamo ricevuto ma condividiamo quello che possiamo perchè desideriamo camminare insieme e sentire che tutto ciò che ravviva la nostra speranza e il nostro impegno può aiutarci ad andare avanti con perserveranza. “Chi persevererà fino alla fine sarà salvo”. Questa Parola ed altre risuonano dentro di noi e ci stimolano a continuare con coraggio a seminare ogni giorno ciò che è buono, giusto e gradevole al Signore.
E così anche la condivisione con la comunità cristiana ci ha animato nella prima domenica di avvento e ci ha fatto partire con il piede giusto per la preparazione del Natale. Gli stessi giovani che ci hanno accolto si sono lasciati coinvolgere e così abbiamo condiviso la nostra fede pregando con loro.
Il parroco di questa parrocchia era in una comunità lontana, è italiano e della Sardegna. E’ venuto solo per poco tempo per dirci che era contento di accoglierci. Nella sua casa parrocchiale c’era un volontario (pensionato) della Sardegna che sta aiutando a costruire delle cisterne per l’acqua poichè questa zona vive molto tempo senza la pioggia. Un grande problema che si cerca di ovviare preparando luoghi per avere riserve di acqua quando viene la pioggia.
Una cosa curiosa. Il mattino della domenica è caduta la pioggia proprio quando stavamo preparandoci a celebrare l’Eucaristia domenicale. L’abbiamo vista come una benedizione per noi e per la gente di questa cittadina.
In comunione.
confusione... speranza per vivere l'insicurezza
Questo è in sintesi ciò che ho sperimentato di fronte ad alcune situazioni vissute mesi fa.
1. Per diversi motivi abbiamo avuto difficoltà a trovare un luogo tranquillo per fare insieme una giornata di ritiro; la casa che avevamo a disposizione, dove di solito c’incontriamo non era più disponibile.
2. Sul lavoro. Anche da noi, qui in Indonesia, la crisi globale che si è abbattuta su tutte le industrie, soprattutto nel settore abbigliamento, c’è crisi. Anche nel mio ambiente di lavoro c’è difficoltà. Sento che l’azienda sta andando avanti come una nave in mare aperto che non sa dove navigare. Guardando al futuro ci sono molte difficoltà. In questa situazione, cerco di essere serena anche perché l’industria dove lavoro, per il momento, sta ancora in piedi… i clienti rimangono… le richieste sono le stesse e si va avanti … Sì, spero e mi auguro che tutto vada bene.
E’ stato ed è una grande sfida. Mi svegliavo al mattino e mi sentivo confusa perché non sapevo che cosa fare; poi dopo un po’ di silenzio mi è venuto un pensiero. Sono andata al mio solito posto di preghiera (una cappellina) per ascoltare e riflettere sulla Parola di Dio. Il Signore mi ha donato la Parola giusta per affrontare la situazione: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”. ( Lc 11,9 ). Mi sono fermata su questa frase, e ho trovato più fiducia, speranza per affrontare la situazione. Ho sentito veramente l’efficacia della Parola che dice che Il Padre Nostro celeste darà il suo Spirito a coloro che gli chiedono Io ho pregato perché Dio intervenisse come Padre.
Sono convinta che noi abbiamo bisogno del suo aiuto e di una maggior collaborazione tra di noi; lealtà, amore, e generosità sono valori che devono entrare nel mondo e nella nostra vita allora tutto sarà più bello.
Ho terminato quindi con una preghiera: “Padre … apri il mio cuore e la mia mente; mettimi nel tuo cuore, perché la pace, la disciplina, la speranza. la fedeltà, e la tenerezza rimangano in me.
Insegnami a distinguere tra la tua volontà e la mia, perché nel mio camminare in questo mondo possa sentire la presenza dell’Emmanuele. Lui, Gesù Cristo, è manifestazione del tuo amore.