Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
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09 / 08 / 2024
Agosto 2024
Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico....
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09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique....
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09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
allarga la tua tenda
Nella sua visita ufficiale al nostro gruppo di Funchal, la presidente Anna Maria Berta, ha tracciato con noi un programma di riflessione/revisione utilizzando e consigliandoci due strumenti essenziali: lo Statuto e la Lettera programmatica per il sessennio 2008 – 2013.
Durante questo percorso di formazione, ognuna di noi ha scritto un racconto, partendo dalla frase “Io sono”... una pietra preziosa, un aspiratore, una violetta, un capriolo, una cucina, un fiore… Narrando la sua storia ognuna ha fatto riferimento a parole chiave o a sue convinzioni a proposito di Dio - Uomo/donna - Mondo- Chiesa -Missione -Istituto. Ha poi fatto seguito l’interpretazione del racconto da parte delle altre partecipanti, sottolineando gli aspetti osservati.
In un altro momento siamo passate alla lettura dello Statuto, e poi al confronto per scoprire il senso delle parole chiavi riferite.
Ecco in sintesi come sono sottolineate nel nostro Statuto:
Dio: è amore, comunione, gratuità, misericordia.
Uomo /donna: dignità, rispetto, mistero.
Chiesa:collaboratrice nel piano di salvezza, fonte di grazia, piena comunione
Società: luogo dove incarnare la nostra spiritualità, servizio continuo, competenza, solidarietà, speranza.
Missione: annuncio e testimonianza del vangelo. promozione umana, partecipazione nelle strutture temporali, laboratorio sperimentale.
Istituto: carità, perdono mutuo, formazione continua, preghiera, appartenenza, obbedienza nelle condizioni ordinarie.
Abbiamo costatato che nella vita di ciascuna di noi emergono alcune lacune che hanno poi le loro conseguenze. Allora coscienti delle nostre fragilità e confidando nella fedeltà del Signore, andiamo avanti “Tenendo sempre presente che la pelle diventa rugosa, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni.. però quello che è importante non cambia, la nostra forza e la nostra convinzione non hanno età” (Madre Teresa di Calcutta)
La lettera programmatica ci traccia un progetto: “ Un nuovo stile di vita per essere ,oggi, segno e profezia”
Ci accompagnano due idee chiave: Allarga la tua tenda (Isaia 54,2) La sapienza di Rute e di Noemi. Valorizzare l’antico e il nuovo, l’esperienza e la gioventù, per costruire insieme la C.M.
Padre Dehon ha scritto molto (otto volumi solo per l’aspetto sociale) Pero il brano più citato è: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne io la vivo nella fede del Fig
incontrare e incontrarsi
Il gruppo di Porto si è riunito dal 22 al 24 di febbraio per tre giorni di formazione e uno di ritiro. Abbiamo avuto tra noi la presenza della Presidente, Anna Maria, che ha orientato i lavori.
Abbiamo fatto una lettura della vita alla luce del nostro Statuto, applicando una dinamica, basata in un orizzonte teorico: Dio - Uomo/Donna- Mondo- Chiesa- Società - Missione e Istituto
Per ciascuno di questi punti abbiamo seguito questa metodologia
Interpretazione personale della nostra storia e lettura dello Statuto (lavoro personale)
Osservazione delle altre sulla nostra interpretazione (piccolo gruppo)
Orizzonte teorico di riferimento (lavoro personale e sintesi in gruppo)
Lacune emergenti e le loro conseguenze (lavoro personale
L’applicazione di questa dinamica è stata molto utile per capire meglio come viviamo sia personalmente sia come Istituto, per conoscere e valorizzare quello che siamo, per vivere il presente con realismo e allo stesso tempo progettare il futuro.
Durante il ritiro abbiamo approfondito la lettera programmatica 2008/2013. Un nuovo stile di vita, per essere ,oggi ,segno e profezia
Anna Maria ci ha ricordato che per un nuovo stile di vita, per essere segno e profezia abbiamo bisogno di aprirci all’amore, alla novità di Dio: questo implica rispondere all’appello “allarga la tua tenda, stendi i teli della tua dimora senza risparmio, allunga le cordicelle , rinforza i tuoi paletti”.(Isaia 54,2-3)
Ci ha ricordato anche che la tenda è luogo di provvisorietà, di disponibilità e di cambiamento, spazio che ci mette in contatto con la realtà esterna e che esige un atteggiamento di attenzione e di vigilanza a tutto quello che ci circonda, persone condizioni climatiche Anche il popolo di Dio nel deserto viveva in tende e aveva sempre con se una tenda speciale, la tenda dell’incontro con Dio.
Cristo il Figlio di Dio ha stabilito la sua tenda in mezzo a noi e san Paolo ci dice che la tenda è il nostro proprio corpo.
Tante volte sentiamo la nostra tenda minacciata dalle tempeste della vita e non ci rendiamo conto che della tenda di Dio presente in noi.
Per finire, a mo di sintesi, la Presidente ci ha lasciato come un decalogo che può costituire le linee portanti di come deve essere un gruppo:
APERTO
ACCOGLIENTE
DINAMICO
RISPETTOSO
PROPOSITIVO
RIFLESSIVO
PROVOCATORE
DIALOGANTE
UMORISTICO
RICONCILIATO
Credo che questi giorni ci hanno aiutato a intravedere questo nuovo stile di vita per essere nel mondo segno e profezia
Auguro a tutte una Quaresima di ascolto attivo e attento agli appelli di Dio e una disponibilità totale per dire: “Ecce venio” e “Ecce Ancilla”.
formazione e animazione vocazionale
Inizio questo breve scritto che non ha nessuna pretesa se non quella di ricordarci a vicenda la fondamentale importanza che riveste nella nostra famiglia il tema formativo, che investe e coinvolge non solo le dirette interessate (formande e formatrici), ma l’intero gruppo di appartenenza nonché l’istituto stesso.
Così iniziava il suo discorso Giovanni Paolo II ai partecipanti della conferenza mondiale degli istituti secolari nell’agosto del 2000 proprio sul tema della formazione: “Occorre che i membri degli I.S. siano sempre in grado di discernere la volontà di Dio e le vie della nuova evangelizzazione in ogni "oggi" della storia, nella complessità e mutevolezza dei segni dei tempi. Nell’Esortazione Apostolica Christifideles laici ho dedicato ampio spazio al tema della formazione dei cristiani nelle loro responsabilità storiche e secolari, come anche nella loro diretta collaborazione all’edifica-zione della comunità cristiana; ed ho indicato le fonti indispensabili di tale formazione: "l’ascolto pronto e docile della parola di Dio e della Chiesa, la preghiera filiale e costante, il riferi-mento a una saggia e amorevole guida spirituale, la lettura nella fede dei doni e dei talenti ricevuti e nello stesso tempo delle diverse situazioni sociali e storiche entro cui si è inseriti" (n. 59).
La formazione riguarda quindi in modo globale tutta la vita del consacrato. Essa si nutre anche delle analisi e delle riflessioni degli esperti di sociologia e delle altre scienze umane, ma non può trascurare, come suo centro vitale e come criterio per la valutazione cristiana dei fenomeni storici, la dimensione spirituale, teologica e sapienziale della vita di fede, che fornisce le chiavi ultime e decisive per la lettura dell’odierna condizione umana e per la scelta delle priorità e degli stili di un’autentica testimonianza.
Lo sguardo che noi rivolgiamo alle realtà del mondo contemporaneo, sguardo che vorremmo sempre carico della compassione e della misericordia insegnataci da nostro Signore Gesù Cristo, non si ferma a individuare errori e pericoli. Certo, non può trascurare di notare anche gli aspetti negativi e problematici, ma si rivolge subito a individuare vie di speranza e ad indicare prospettive di fervido impegno per la promozione integrale della persona, per la sua liberazione e la pienezza della sua felicità.
Nel cuore di un mondo che cambia, nel quale persistono e si aggravano ingiustizie e sofferenze inaudite, voi siete chiamati ad una lettura cristiana dei fatti e dei fenomeni storici e culturali. In particolare, dovete essere portatori di luce e di speranza nella società di oggi. Non lasciatevi ingannare da ingenui ottimismi, ma restate fedeli testimoni di un Dio che certamente ama questa umanità e le offre la grazia necessaria perché possa lavorare efficacemente alla costruzione di un mondo migliore, più giusto e più rispettoso della dignità di ogni essere umano. La sfida, che la cultura contemporanea rivolge alla fede, sembra proprio questa: abbandonare la facile inclinazione a dipingere scenari bui e negativi, per tracciare percorsi possibili, non illusori, di redenzione, di liberazione e di speranza.
La vostra esperienza di consacrati nella condizione secolare vi mostra che non ci si deve attendere l’avvento di un mondo migliore solo dalle scelte che calano dall’alto delle grandi responsabilità e delle grandi istituzioni. La grazia del Signore, capace di salvare e di redimere anche questa epoca della storia, nasce e cresce nei cuori dei credenti. Essi accolgono, assecondano e favoriscono l’iniziativa di Dio nella storia e la fanno crescere dal basso e dall’interno delle semplici vite umane che diventano così le vere portatrici del cambiamento e della salvezza. Basta pensare all’azione esercitata in questo senso dall’innumerevole schiera di santi e sante, anche di quelli non ufficialmente dichiarati tali dalla Chiesa, che hanno segnato profondamente l'epoca in cui sono vissuti, portando ad essa dei valori e delle energie di bene la cui importanza sfugge agli strumenti dell'analisi sociale, ma è ben visibile agli occhi di Dio e alla pensosa riflessione dei credenti.”…
Le nostre realtà formative
All’interno del nostro istituto abbiamo due validi strumenti che dovrebbero essere tenuti continuamente a portata di mano e che ci ricordano il valore fondamentale della formazione non solo quella iniziale, ma anche quella permanente; lo Statuto e il Piano formativo tracciano per noi gli elementi costitutivi della formazione e della nostra identità.
Si pensa che le dirette interessate del percorso formativo, nella fase iniziale, siano solo la formanda e la sua formatrice; in realtà non è così perché tre sono le realtà coinvolte nell’ambito formativo:
1. la responsabile di formazione
2. la responsabile di gruppo
3. il gruppo stesso
Il gruppo di appartenenza svolge un compito formativo molto importante anche se spesso ce ne dimentichiamo.
A questo proposito basta riguardare e rileggere con calma sia il Piano formativo di Base che lo Statuto per renderci conto di quanto il gruppo sia coinvolto nella formazione, anche se a volte prevale la delega alla formatrice come unica responsabile di quello che accade.
Nel nostro Regolamento di vita così troviamo scritto:“La formazione è un valore che alimenta la fedeltà alla nostra identità di laiche consacrate con un carisma specifico. La spiritualità del Cuore di Cristo sollecita la nostra donazione e ci stimola a crescere umanamente e nella fede; qualifica il nostro impegno per tutti i problemi in cui vive e si agita la realtà che ci circonda; ci conduce ad una risposta profetica agli appelli sempre nuovi della storia... Così che in tutto ci facciamo collaboratrici effettive del Regno di Dio secondo i sentimenti e i criteri di bontà, di giustizia, di pace... del Cuore di Gesù.
Per questo la formazione è un valore che deve essere presente in tutta la nostra vita. (RdV 32)
La partecipazione attiva e costante alle iniziative della CM nasce da un forte senso di appartenenza alla nostra famiglia, dalla volontà di crescere assieme nell'adesione alla nostra vocazione. Perciò siamo tenute a partecipare ai momenti formativi sia a livello di gruppo che di Istituto. Tra le iniziative della CM sono da privilegiare i Corsi di Formazione di base e permanente, gli Esercizi spirituali e i momenti di condivisione di vita. (RdV33)
Formare e accompagnare alla vocazione
“L'itinerario pedagogico vocazionale è un viaggio mirato verso la maturità della fede, come un pellegrinaggio verso lo stato adulto dell'essere credente, chiamato a decidere di sé e della propria vita in libertà e responsabilità, secondo la verità del misterioso progetto pensato da Dio per lui. Tale viaggio procede per tappe in compagnia d'un fratello o sorella maggiore nella fede e nel discepolato, che conosce la strada, la voce e i passi di Dio, che aiuta a riconoscere il Signore che chiama e a discernere la via lungo la quale andare verso Lui e risponderGli.
Un itinerario vocazionale, allora, è anzitutto cammino con Lui, il Signore della vita, quel "Gesù in persona", come annota con precisione Luca, che s'accosta al cammino dell'uomo, fa lo stesso percorso ed entra nella sua storia. Ma gli occhi di carne spesso non lo sanno riconoscere e allora l'andare umano resta solitario e il discorrere inutile, mentre il cercare rischia di perpetuarsi in un interminabile e a volte narcisistico "far esperienze", anche vocazionali, senz'alcun esito decisionale. È forse il primo compito dell'accompagnatore vocazionale quello d'indicare la presenza d'un Altro, o di confessare la natura relativa della propria vicinanza o del proprio accompagnamento, per essere mediazione di tale presenza, o itinerario verso la scoperta del Dio che chiama e si fa vicino a ogni uomo.
Come i due di Emmaus, o come Samuele nella notte, sovente i nostri giovani non hanno occhi per vedere o orecchi per udire Colui che cammina accanto a ciascuno e, con insistenza e delicatezza insieme, pronuncia il loro nome. Il fratello che accompagna è segno di quella insistenza e delicatezza; suo compito è quello d'aiutare a riconoscere la provenienza della voce misteriosa; non parla di sé, ma annuncia un Altro che pure è già presente; come Giovanni Battista.
Il ministero dell'accompagnamento vocazionale è ministero umile, di quell'umiltà serena e intelligente che nasce dalla libertà nello Spirito, e si esprime "con il coraggio dell'ascolto, dell'amore e del dialogo". Grazie a questa libertà risuona con maggiore chiarezza e forza incisiva la voce di Colui che chiama. E il giovane si trova di fronte a Dio, scopre con sorpresa che è l'Eterno che cammina nel tempo accanto a lui, e lo chiama a una scelta per sempre!” (Dal documento Nuove vocazioni per una Nuova Europa)
Formare e accompagnare è per tutte noi una grossa responsabilità che ci coinvolge nella totalità nel massimo rispetto della giovane che abbiamo davanti; forse urge oggi chiederci se stiamo facendo animazione vocazionale? Come la stiamo facendo? Che relazioni viviamo all’interno dei nostri gruppi? Siamo significative? Riusciamo davvero a essere sale della terra e luce del mondo? Siamo fermento nel mondo? Un grande maestro scriveva più volte che per trovare risposte nella vita bisogna continuamente farsi delle domande…allora forse è tempo di interrogarci più che lamentarci perché non abbiamo vocazioni.
Oggi“fare accompagnamento vocazionale significa anzitutto condividere: il pane della fede, dell'esperienza di Dio, della fatica della ricerca, fino a condividere anche la vocazione: non per imporla, evidentemente, ma per confessare la bellezza d'una vita che si realizza secondo il progetto di Dio.
Il registro comunicativo tipico dell'accompagnamento vocazionale non è quello didattico o esortativo, e neppure quello amicale, da un lato, o del direttore spirituale, dall'altro (inteso come chi imprime subito una direzione precisa alla vita d'un altro), ma è il registro della confessio fidei.
Chi fa accompagnamento vocazionale testimonia la propria scelta o, meglio, il proprio essere stato scelto da Dio, racconta - non necessariamente a parole - il suo cammino vocazionale e la scoperta continua della propria identità nel carisma vocazionale, e dunque racconta anche o lascia capire la fatica, la novità, il rischio, la sorpresa, la bellezza.
Ne viene una catechesi vocazionale da persona a persona, da cuore a cuore, ricca d'umanità e originalità, di passione e forza convincente, un'animazione vocazionale sapienziale ed esperienziale. Un po' come l'esperienza dei primi discepoli di Gesù, che "andarono e videro dove abitava, e quel giorno si fermarono presso di lui" (Gv 1, 39); e fu esperienza profondamente toccante se Giovanni, dopo molti anni, ricorda ancora che "erano circa la quattro del pomeriggio".
Si fa animazione vocazionale solo per contagio, per contatto diretto, perché il cuore è pieno e l'esperienza della bellezza continua ad avvincere. (Dal documento Nuove vocazioni per una Nuova Europa)”…
Ho voluto mettere insieme alcune riflessioni riguardanti la formazione in rapporto all’animazione vocazionale perché le ritengo strettamente collegate…si fa formazione dopo un cammino serio di accompagnamento vocazionale e mi auguro che davvero ciascuna di noi sia invitata a riflettere sul COME riusciamo oggi a essere segno e profezia nel nostro mondo…
la Sapienza di Dio ci accompagni oggi e sempre!!
concepcion
FAMILIARES
Referente:Ximena Nunez Canas
Pintor Cicarelli 8806 Villa Acero
Hualpen
[email]ximenu@vtr.net[/email][des]ximenu@vtr.net[/des]
indonesia
MISSIONARIE DI VITA IN FAMIGLIA
mudji_cm@yahoo.com tetty_cm@yahoo.com luhairone@gmail.com lucycm72@yahoo.co.id tipit_black@yahoo.com
50 anni di amore... 20 anni di cile
Il mese di novembre in Cile è un mese molto speciale, prima di tutto perché è primavera e questo si nota dai fiori che ci sono, il sole e il bel tempo che rallegrano spontaneamente qualsiasi cosa, poi è anche il mese dedicato alla Santissima Vergine Maria… per tutto questo abbiamo voluto celebrare in novembre i 50 anni della nascita della CM e anche i suoi 20 anni in Cile …inoltre la data scelta ha coinciso con la festa di Cristo Re… in realtà tutto ha contribuito per far sentire che questo avvenimento era un delicato dono dell’amore di Dio per noi.
Così il sabato 22 Novembre alle cinque del pomeriggio, ci siamo riunite tutti insieme per celebrare la Santa Messa nella Cappella delle Suore Salesiane. C’erano presenti più di 40 persone, tra Missionarie, Familiares e amici. Nel corridoio dell’entrata avevamo messo dei pannelli con fotografie che ricordavano la storia della CM Internazionale e anche della CM in Cile, che contribuivano a dare il benvenuto alle persone che man mano arrivavano. Nella piccola sala all’interno, dove avremmo condiviso la torta segno del nostro compleanno CM e della nostra gioia fraterna,c’erano altri pannelli di foto dove si presentava la CM sparsa in tutto il mondo ed anche alcune foto recenti che testimoniavano la continuità del cammino…come la nostra ultima Assemblea e i 50 anni CM.
La Santa Messa è stata veramente una lode e gratitudine all’Amore del Cuore di Gesù per la nascita della CM e per la nostra terra cilena…tutto in un clima di amicizia e fraternità che si percepiva facilmente .
Questo giorno di festa non è stato solo preparato nei particolari della liturgia e della scelta del posto,ma è stato frutto anche della riflessione, preghiera e lavoro di tutto l’anno…fatto con gioia, gratitudine e profondo amore che ci ha fatto capire la meravigliosa ’azione di Dio in ciascuno di noi…
La Santa Messa è stata celebrata con alcuni segni, simboli che hanno aiutato e segnato la nostra storia.
All’inizio c’è stato un saluto semplice e fraterno a tutti i presenti, dove si invitava a mettere sull’altare tutte le nostre intenzioni, affinché il Cuore di Cristo, Cristo Re, regnasse nei nostri cuori, nel nostro mondo, nella nostra terra cilena. Ai piedi dell’altare abbiamo posto alcune immagini come segni che “raccontavano” la nostra storia.
Abbiamo presentato all’inizio della Messa:
L’immagine del Cuore trafitto di Gesù. “Lodiamo, ringraziamo e benediciamo il nostro Dio che è amore infinito, inestinguibile, eterno…questo amore sgorga dal Cuore trafitto di Gesù. Come un fiume di acqua viva che ha dato vita all’Istituto Secolare della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore il 25 dicembre del 1957, con la missione di portare l’amore in tutti gli angoli del mondo e ha permesso che si camminasse fin qui per celebrare i 50 anni di vita”.
L’immagine di Maria Santissima. Nostra Madre, Guida e Custode, fin dagli inizi del suo cammino è nominata solennemente: responsabile Generale e Perpetua della Compagnia Missionaria.
L’immagine dello Spirito Santo. “ Lo Spirito Santo che non ha limiti, né barriere, ne distanze, con il suo fuoco d’amore ha incendiato poveri ed umili cuori che hanno detto Sì, eccoci, siamo qui, per cominciare la CM in Cile il 2 di febbraio 1988, cioè 20 anni fa…”
L’immagine della CM del cielo ( una foto dove si vedevano le nostre sorelle e i familiares defunti).” Dal cielo ci accompagnano anche le nostre sorelle Kenia, Lucia e Ines, FONDAMENTA della nostra CM cilena, che con il loro amore fedele alla CM e la loro disponibilità generosa che ha sempre caratterizzato la loro vita, intercedono adesso per ciascuna di noi affinché possiamo essere fedeli a questo dono di Dio che abbiamo tra le mani e nel nostro cuore.
Presentazione all’offertorio
La nostra spiritualità, lo stile della vita e della missione si caratterizzano per l’attitudine di offerta permanente. “ Eccomi Signore, si faccia di me secondo la tua Parola…”. All’offertorio abbiamo offerto tutto:
Nel pane e nel vino la nostra vita e la vita del mondo, ci siamo abbandonati con fede e speranza filiale all’Amore Redentore del Cuore Trafitto di Gesù…pieni di gratitudine abbiamo rinnovato il nostro Sì, il nostro Eccomi..
Abbiamo offerto la Bandiera Cilena, con essa tutto il nostro essere CM e la nostra Patria perché regni in essa l’amore del Cuore di Gesù.
C’è stata l’offerta dell’immagine di Betania dove Gesù ama i suoi con semplicità, condividendo la vita quotidiana.
Quando si fa memoria della nostra storia sorge spontaneamente una profonda gratitudine per tutti coloro che ci hanno accompagnato in questo cammino, a ogni passo. Sono molti i nomi delle Missionarie, dei Familiares e amici che hanno fatto e fanno il cammino con noi… e anche se qualcuno di loro adesso non è presente personalmente o è lontano li sentiamo parte nostra… li abbiamo sempre presenti nelle nostre preghiere nell’offerta a Dio…
Un grazie particolare a Marta Bartolozzi, la prima Missionaria che abbiamo conosciuto, a Santina, nostra Responsabile di Formazione, a p. Albino che con tanto affetto e dedicazione ci ha visitato due volte… a p. Andrès SCJ che ci ha accompagnato all’inizio del nostro cammino, a Sofia e M. Eugenia, che cominciarono questa storia con noi e adesso si trovano in un altro cammino, ma che hanno voluto essere presenti alla celebrazione e insieme condividere la festa con quella gioia abituale di sempre… e così tanti altri che ci hanno accompagnato con la loro preghiera e si sono fatti presenti con il loro affettuoso ricordo e saluto. Grazie a tutti e a ciascuno.
Chiediamo a tutti di continuare ad accompagnarci in questa storia che, è una storia di “Dio con noi” in questa terra cilena, pregando e offrendo in comunione, perchè siamo Famiglia, perché lo Spirito Santo continui a suscitare vocazioni Missionarie e Familiares, che estendano il Regno del Cuore di Gesù in Cile, in America Latina e nel mondo intero.